Archivi del mese: marzo 2014

Abido, Presentati i risultati dello scavo su tomba con piramide del 1300 a.C.

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Source: livescience.com

Durante il meeting annuale dell’American Research Center in Egypt (4-6 aprile), saranno presentati i risultati dello scavo della University of Pennsylvania di una tomba del 1300 a.C. ad Abido. Questa missione, tra 2013 e 2014, ha compiuto scoperte straordinarie, tra cui le sepolture dei faraoni Sobekhotep I (XIII din.) e Senebkay, sempre del II P.I. e forse il primo re ad essere individuato di una sconosciuta “Dinastia di Abido” che non ha lasciato tracce sulle fonti storiche.

La tomba in questione è più recente (Nuovo Regno) e apparterrebbe a uno scriba di nome Horemheb. La struttura era completamente ipogea se si esclude la piramide all’ingresso che doveva raggiungere i 7 metri d’altezza. Il nome del defunto è sul bel sarcofago in arenaria dipinta di rosso e finemente lavorato con figure di divinità e formule tratte dal Libro dei Morti. Non è stata ritrovata la mummia all’interno perché la tomba era stata depredata più volte già in antichità; tuttavia, sono stati individuati i resti ossei disarticolati di 3 o 4 uomini, 10/12 donne e due bambini. Kevin Cahail, che ha diretto lo scavo, afferma che il numero di ossa femminili potrebbe essere spiegato non solo con la poligamia, ma anche con sepolture familiari appartenenti a più generazioni o a inumazioni abusive successive.

Source: ancient-origins.net

Source: ancient-origins.net

 

Tra i ritrovamenti più importanti, spicca un rarissimo amuleto in diaspro verde e rosso (qui a sinistra) che rappresenta il cuore ib. Probabilmente legato alla psicostasia, la “pesatura dell’anima” del cap. 125 del Libro dei Morti, il piccolo oggetto potrebbe essere stato inserito nel petto di uno dei morti oppure semplicemente al collo come pendente. Altra reperto interessante è un ushabti dipinto individuato in un’altra camera funeraria, questa volta senza sarcofago. Sulla statuetta si legge il nome di quello che potrebbe essere, secondo gli archeologi americani, il padre o il fratello maggiore di Horemheb, cioè Ramessu “Sovrintendente alle Scuderie”.

 

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I reperti del Petrie Museum in 3D sul web

Il Petrie Museum of Egyptian Archaeology ha reso disponibili sul web le immagini 3D di alcuni reperti. Ora, con il semplice movimento del mouse, è possibile osservare 28 degli 80.000 oggetti conservati presso il museo londinese. Le scansioni virtuali ruotano su ogni lato mettendo in luce anche quelle parti del pezzo che normalmente non sono accessibili al visitatore. Il sito è in versione beta quindi verrà aggiornato costantemente.

Il Petrie Museum possiede una delle collezioni egittologiche più importanti del mondo. Collegato con lo Univesity College London, nacque nel 1892 con scopi didattici grazie alla donazione della scrittrice Amelia Edwards (che aveva viaggiato lungo tutto il Nilo e che fu tra i fondatori dell’Egypt Exploration Fund, diventato poi Egypt Exploration Society). Ma, come si può capire dal nome, il museo crebbe soprattutto grazie alle scoperte fatte in quasi 50 anni di scavi dal Prof. William Flinders Petrie, l’archeologo che introdusse la metodologia scientifica nell’egittologia.

http://www.ucl.ac.uk/3dpetriemuseum

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Tradotto papiro con contratto di un custode di vigna

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Source: archaeology.org

Un papiro egizio del IV sec. d.C. è stato recentemente tradotto e ha rivelato un antico contratto di lavoro. Il testo, scritto in greco corsivo, reca i termini dell’accordo stipulato dal guardiano di una vigna:

“Confermo di aver sottoscritto un contratto con te sulla condizione che io controlli la tua proprietà, un vigneto nei pressi di Panoouei, da oggi fino al giorno della vendemmia e del trasporto, in modo che non ci sia negligenza e a condizione che io riceva in cambio un pagamento per tutto il tempo di cui sopra […]”

Purtroppo, la lacuna non permette di leggere la somma pattuita e non si conosce nemmeno l’ubicazione della località di Panoouei. Il papiro, che è conservato da circa un secolo presso l’Università del Michigan, è stato pubblicato da Kyle Helms, dottorando dell’Università di Cincinnati, sull’ultimo numero del Bulletin of the American Society of Papyrologists.

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Nuove aperture al pubblico per il Tempio di Abido e l’Osireion

Souce: it.wikipedia.org

Souce: it.wikipedia.org

Durante una visita ufficiale al tempio di Dendera, Mohamed Ibrahim ha anticipato alcune novità che riguardano un altro sito dell’Alto Egitto. Il tempio di Osiride ad Abido, fatto costruire da Seti I e completato dal figlio Ramesse II, sarà equipaggiato di tutti gli strumenti per accogliere i turisti anche durante visite notturne. Il progetto comprende anche il prosciugamento delle acque freatiche che invadono il vicino Osireion (oggi popolato di pesci gatto; nella foto a sinistra), così che anche la tomba del dio possa essere visitata.

L’uscita pubblica del ministro è stata caratterizzata anche da un fuori programma particolare. A un anziano turista lussemburghese che si era avvicinato per una foto, Ibrahim ha concesso di realizzare il suo sogno: entrare nella tomba di Nefertari, nella Valle delle Regine a Luxor, che è normalmente chiusa al pubblico. Il settantenne è scoppiato in lacrime.

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Il palazzo del PND sarà demolito per il Museo Egizio del Cairo

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Source: weekly.ahram.org.eg/Print/5456.aspx

Fortunatamente, la petizione per il Museo Egizio del Cairo ha sortito gli effetti desiderati. L’ex sede del Partito Nazionale Democratico (nella foto durante l’incendio del 28 gennaio 2011) sarà demolita e il terreno tornerà al museo. Questa è la decisione presa stamattina dal Primo Ministro Hazem El-Biblawi che ha preferito garantire al museo nuovi spazi verso il Nilo, scartando altre soluzioni come la costruzione di un grande hotel internazionale.

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Svezia, la mummia di Neswaiu sbendata virtualmente

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Source: Interactive Institute Swedish ICT

Il Medelhavsmuseet, Museo del Mediterraneo e del Vicino Oriente Antico di Stoccolma, sta realizzando la scansione tramite TAC delle sue otto mummie egizie e ha già messo a disposizione dei visitatori un nuovo strumento per conoscere meglio quella di Neswaiu, sacerdote di Montu a Tebe nel III sec. a.C.

Grazie alla collaborazione dell’Interactive Institute Swedish ICT, è stato realizzato un tavolo digitale che permetterà di sbendare virtualmente la mummia aprendo i due sarcofagi e “sfogliando” ogni strato, dalla copertura in cartonnage allo scheletro. Il software sviluppato dal gruppo svedese, “Inside Explorer”, era stato pensato originariamente per gli ospedali e per gli studenti di medicina, ma poi è stato sfruttato da molti altri musei come il British Museum, il Natural History Museum di Londra, lo Smithsonian di Washington e il Field Museum of Natural History di Chicago. Quello utilizzato a Stoccolma, però, è il progetto più avanzato perché combina le immagini della TAC alla fotogrammetria per captare i colori e ogni particolare delle superfici esterne. Inoltre, muovendo le dita sul touch screen, sarà possibile trovare anche i 120 amuleti inseriti tra le bende dagli imbalsamatori.

https://www.tii.se/media/news/visualization-and-3d-technologies-reveal-hidden-treasures

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Luxor, Scoperto tesoro di monete d’oro bizantine

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Source: dainst.org

Spesso, quando si parla di scoperte archeologiche, si grida troppo facilmente al “tesoro”; questa volta, però, non esiste definizione più esatta. Infatti, gli archeologi tedeschi che lavorano nell’antico monastero di Deir el-Bachît (Dra Abu el-Naga nord, nella West Bank di Luxor) hanno tirato fuori dalla sabbia 29 monete d’oro bizantine: 18 solidi (come nella foto) e 11 tremissi (1/3 del solido). Le monete, tutte in perfetto stato di conservazione, erano avvolte in un panno e nascoste in un vano sotto la colonna di arenaria che fungeva da supporto per l’altare.

Gli imperatori raffigurati sono Valente (364-378), Valentiniano II (375-392), Giustino I (518-527) e Giustiniano I (527-565), quindi il deposito è databile al VI sec. Aldilà dell’importanza intrinseca degli oggetti, questa datazione conferma l’antichità del monastero di S.Paolo, cappella copta inserita in una precedente tomba egizia, primo eremo di tutta Tebe Ovest.

http://www.dainst.org/de/node/33647

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La replica della tomba di Tutankhamon sarà spostata al GEM

 

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Source: factum-arte.com/news

Sembra non aver tregua la replica della tomba di Tutankhamon realizzata dalla Factum Arte di Madrid. Pensata per sostituire l’originale destinata ad essere chiusa al pubblico per motivi di conservazione, la copia a grandezza naturale era stata esposta nel novembre 2012 al Cairo. Portata poi a Luxor, si è deciso solo da pochi mesi di rimontarla dietro la Carter’s House, all’imbocco della Valle dei Re. Ieri mattina, invece, il ministro Ibrahim, in visita al sito per controllare l’avanzamento dei lavori, ha annunciato che la tomba sarà di nuovo spostata al Cairo per essere esposta presso il Grand Egyptian Museum alla fine del 2015.

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Abu Sir, scoperto scheletro di sacerdote della V dinastia

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Source: Luxor Times

Gli archeologi cechi diretti da Miroslav Barta hanno scoperto ad Abusir (necropoli a sud del Cairo) i resti di Nefer, un alto ufficiale sotto il regno di Neferikare Kakai (2475-2455 a.C.), faraone della V dinastia. La tomba, individuata lo scorso novembre, apparteneva a un complesso funerario di 4 corridoi. Nefer e la sua famiglia erano sepolti nel corridoio est che comprende 4 pozzi e una falsa porta con i titoli del defunto: “Sovrintendente agli scribi dei documenti reali”, “Sovrintendente della Casa d’Oro” e “Custode del Segreto”. La moglie, Neferet Hathor, era “Sacerdotessa di Hathor”.

Il corpo era sepolto in un sarcofago di calcare con un poggiatesta in pietra, piccoli vasi e 31 gioielli in faience e oro trovati vicino alle dita delle mani e dei piedi.

 

 

Per altre immagini:

luxortimesmagazine.blogspot.it

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Il tatuaggio intimo della mummia cristiana

Le mummie continuano a riservarci sorprese. L’ultima tendenza delle analisi tecnologiche non invasive sui corpi conservati presso i vari musei del mondo sta portando a una scoperta dopo l’altra. Questa volta è il turno di una mummia atipica perché non è propriamente egizia e non risale all’epoca faraonica. Appartiene a una donna che viveva in una comunità cristiana sudanese di 1300 anni fa, scoperta nel 2007 e, oggi, conservata presso il British Museum.

Ovviamente, trattandosi di una sepoltura cristiana (con un semplice telo in lino e lana), l’imbalsamazione è avvenuta in modo naturale grazie al clima caldo e secco della regione. Nonostante ciò, l’ottimo stato di conservazione ha reso possibile l’individuazione ad occhio nudo di un tatuaggio nella parte interna della coscia destra. Un’analisi più accurata con i raggi X ha rivelato un monogramma formato dalla sovrapposizione delle lettere greche M-I-X-A-H-A. Michele non era di certo il fidanzato della donna ma l’arcangelo patrono del Sudan medievale e capo delle armate di Dio contro Satana, quindi il tatuaggio aveva un valore protettivo dalle forze del male, mentre quella determinata posizione potrebbe essere collegata con il parto. Il simbolo era già conosciuto su pareti di chiese o su tavole di pietra, ma è la prima volta ad essere riscontrato sulla pelle; inoltre, corrisponde al primo tatuaggio scoperto per questo periodo.

La mummia verrà esposta da maggio nell’ambito della mostra “Ancient Lives: new discoveries” (22 maggio-30 novembre 2014). L’evento, che si occuperà di altre 7 mummie (la più antica delle quali è quella di Ginger, il cosiddetto “Uomo di Gebelein” risalente al 3500 a.C.), è incentrato sulle ultime scoperte fatte grazie a TAC  e altre analisi compiute presso gli ospedali di Londra.

Categorie: antropologia/paleopatologia | Tag: , , , , , , | 2 commenti

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