Archivi del mese: ottobre 2016

Zahi Hawass alla BMTA: nel 2018 la maschera di Tut a Roma

Oggi pomeriggio, Zahi Hawass è stato ospite della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, invitato per il suo nuovo ruolo di ambasciatore delle antichità egizie nel mondo. Nel suo intervento, molto autoreferenziale come di consueto, il celebre egittologo ha esordito scagliandosi contro i musei che vendono i propri reperti (chiaro riferimento alla recente vicenda del Toledo Museum) e poi ha ripercorso le sue principali scoperte e attività collaterali. Inoltre, ha invitato gli Italiani a tornare a visitare l’Egitto assicurando sulla sicurezza del Paese. Certo, tutti si aspettavano novità sugli esami nella Tomba di Tutankhamon, ma Hawass non si è sbottonato più di tanto dicendo che fra un mese o due – quindi non a novembre come annunciato pochi giorni fa – partirà la nuova prospezione con un georadar russo.

Tuttavia, la vera notizia della giornata è che, a giugno del 2018, la maschera di Tut sarà esposta per la prima volta in Italia, probabilmente presso l’Accademia d’Egitto a Roma.

Il video integrale dell’intervento di Hawass è disponibile sulla pagina Facebook della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: link.

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Il Giappone finanzierà il completamento del Grand Egyptian Museum

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Source: moic.gov.eg

Lunedì scorso, a Giza, la ministra egiziana della Cooperazione Internazionale, Sahar Nasr, e l’ambasciatore giapponese al Cairo, Takehiro Kagawa, hanno firmato un accordo per il finanziamento della seconda fase di costruzione del Grand Egyptian Museum. Il documento è stato sottoscritto anche dal ministro delle Antichità, Khaled el-Enany, e da Teruyuki Ito, capo della Japan International Cooperation Agency che fornirà i 460 milioni di dollari necessari per la chiusura del cantiere (con un tasso di interesse dell’1,4% per 25 anni). L’agenzia nipponica aveva erogato una somma simile già nel 2006, all’inizio dei lavori, ma l’Egitto ha chiesto un nuovo prestito a causa dell’impennata dei costi previsti, da 800 milioni a 1,1 miliardi, dovuta anche alla svalutazione della lira egiziana nei confronti della moneta statunitense.

Si spiegano così, in parte, i gravi ritardi nella realizzazione del GEM che, al momento, è solo al 50% (come si vede dallo sfondo della foto). Una parziale apertura dovrebbe coincidere con il completamento della prima fase del progetto, alla fine del 2017, mentre bisognerà aspettare il 2022, inshallah, per vedere pronto quello che sarà il più grande museo archeologico del mondo con oltre 100.000 reperti esposti in un’area di 170.000 m² all’ombra delle piramidi.

http://www.moic.gov.eg/Front/Media/NewsDetail.aspx?MedId=7761

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Museo statunitense mette all’asta reperti egizi

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Source: christies.com

Ci risiamo. Dopo gli spinosi casi della statua di Sekhemka e del “tesoro di Harageh”, venduti rispettivamente dal Northampton Museum e dall’Archaeological Institute of America – St. Louis Society, un’altra istituzione culturale mette all’asta reperti archeologici egizi. Il Toledo Museum of Art (Toledo, Ohio) si è affidato a Christie’s per piazzare sul mercato circa 60 pezzi. Domani (25 ottobre), a New York, si terrà l’evento principale con l’asta di 164 antichità tra cui 25 appartengono al museo statunitense; dei 10 oggetti egizi, quelli con la valutazione più alta (immagine in alto) sono: una statua di gatto in bronzo di età tolemaica (30.000-50.000 $), un frammento di rilievo dalla tomba di Pediamenopet, XXVI dinastia, El-Assasif a Tebe Ovest (25.000-35.000) e il coperchio di un vaso canopo in alabastro dipinto con le fattezze di Hapi, XIX dinastia (15.000-20.000). Di altri proprietari, invece, sono ulteriori 34 pezzi dall’Egitto, come vasi in pietra dura, sculture, frammenti di tessuti copti e, soprattutto, una statuetta bronzea di Sekhmet di III Periodo Intermedio e due ritratti del Fayyum (200.000-300.000, 150.000-250.000 e 100.000-150.0000 dollari).

http://www.christies.com/SaleLanding/index.aspx?intsaleid=26172&lid=1&saletitle=

Altri lotti meno costosi del museo (1000-6000 $) sono attualmente inseriti in un’asta online che prevede la presentazione di offerte dal 19 al 26 ottobre. Di questi 43 pezzi addizionali, 23 sono egizi: vasi predinastici, amuleti e ushabti.

https://onlineonly.christies.com/s/storied-treasures-antiquities-toledo-museum-art/lots/291?SortBy=LotNumber&Page=1&PageSize=43&ShowAll=true&ListLayout=false

Nei giorni scorsi, però, il Ministero egiziano delle Antichità si è attivato per bloccare l’asta con tutte le procedure legali e diplomatiche possibili. Shalaan Abdel Gawad, supervisore generale del Dipartimento del Rimpatrio delle Antichità, si è rivolto all’UNESCO e all’International Council of Museums, oltre che al ministro degli Esteri e all’ambasciatore egiziano negli USA. Infatti, nonostante il Toledo Museum sia un’istituzione privata no-profit e che il ricavato sarà usato per incrementare il fondo acquisizioni (fra l’altro, già nel 2013 era stata ceduta una parte della collezione attraverso Christie’s), Gawad ha definito l’operazione inaccettabile in quanto contraria ai normali principi che dovrebbero caratterizzare un museo.

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Scoperte due tombe di Epoca Tarda ad Assuan

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Source: MSA

Sulla costa occidentale di Assuan, nei pressi del Mausoleo di Aga Khan, sono state scoperte due tombe rupestri risalenti all’Epoca Tarda (664-332). Il ritrovamento è stato effettuato dalla squadra dell’Aswan Field School che, sotto la direzione di Adel Tohamy, forma giovani archeologi e restauratori. Secondo quanto riferito da Nasr Salama, direttore generale delle Antichità di Assuan e Nubia, le sepolture presentano una semplice sala rettangolare e una rampa di scale che porta al pozzo funerario dove sono stati individuati frammenti dei sarcofagi e delle mummie. Non si segnalano altri ritrovamenti, anche a causa del pessimo stato di conservazione delle strutture; tuttavia, dopo quello individuato l’anno scorso, si tratta del secondo gruppo di tombe di questo periodo per la necropoli di Qubbet el-Hawa, utilizzata soprattutto nell’Antico Regno ma anche nel Medio e nel Nuovo.

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Bufale eGGizie*: Egizi su Marte

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Foto originale: mars.jpl.nasa.gov

(*A scanso di equivoci, il nome della rubrica contiene volutamente un errore ortografico per sottolineare il carattere a dir poco ridicolo di alcune notizie riguardanti l’Egitto che circolano nel web e non solo)

L’Egitto arriva su Marte, ma non con l’ultima spedizione spaziale dell’ESA. A differenza della missione Rosetta, infatti, la ExoMars non ha tratto ispirazione da nessun termine egittologico: lo Schiaparelli che dà il nome alla sonda “atterrata” due giorni fa sul pianeta rosso è Giovanni (1835-1910), astronomo piemontese da non confondere con Ernesto (1856-1928), illustre egittologo e direttore del Museo Egizio di Torino.

Tuttavia, c’è chi non si è fermato a un semplice collegamento terminologico. I cosiddetti pyramidiots hanno da sempre sfruttato i progetti della NASA per confermare le loro bislacche teorie vedendo, sulle foto scattate dalle varie sonde che hanno orbitato attorno a Marte, piramidi, sfingi e statue di tutti i tipi. Un esempio piuttosto divertente è quello di chi, osservando una panoramica del rover Curiosity (2012), ha interpretato una conformazione rocciosa come il busto di Nefertiti (nel video, fra l’altro, l’autore della ‘scoperta’ si confonde con Hatshepsut…). Si tratta dell’ennesimo caso di pareidolia, cioè il processo psicologico che, di fronte a una forma casuale, ci fa pensare a oggetti o facce; proprio come il celebre Viso di Cydonia che irruppe nel mondo dell’ufologia quando, nel 1976, la Viking 1 immortalò sul suolo marziano la sua inquietante espressione (in basso a sinistra). Le sembianze antropomorfe dell’altopiano sparirono con una foto, a più alta risoluzione e con illuminazione diversa, del Mars Global Surveyor (1998). Curiosamente, anche Giovanni Schiaparelli ebbe a che fare con piramidioti dell’epoca che specularono sull’esistenza di vita intelligente su Marte per via dei suoi studi sui presunti “canali”.

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Zahi Hawass: a novembre nuovi esami nella tomba di Tutankhamon

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Source: Getty Images

Dopo il primo grande clamore scatenato dalla tesi di Nicholas Reeves sull’eventuale presenza della sepoltura di Nefertiti nella tomba di Tutankhamon, gli ultimi cinque mesi sono stai caratterizzati da un silenzio assordante. Infatti, con il nuovo ministro delle Antichità  Khaled el-Enany e dopo una seconda serie di esami che sembravano mettere in discussione la precedente sicurezza riguardo a camere nascoste dietro le pareti Nord e Ovest della camera funeraria,  dall’Egitto non è emersa più alcuna novità.

Fino a qualche ora fa, quando Zahi Hawass (chi altri poteva rompere il silenzio!), scavalcando la normale prassi per gli annunci ufficiali del Ministero, ha affermato che, il prossimo novembre, una squadra russa effettuerà ulteriori prospezioni con georadar nella KV62. La notizia è stata data durante un’intervista a “This Morning”, programma TV dell’emittente inglese ITV in cui l’archeologo egiziano è intervenuto per rispondere a domande del presentatore Phillip Schofield in occasione del lancio della miniserie “Tutankhamun”. Che sia la volta buona? In ogni caso, proverò a chiedere maggiori informazioni direttamente ad Hawass durante la sua conferenza del 29 ottobre alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum.

Ecco il video dalla pagina Facebook del programma: https://www.facebook.com/ThisMorning/videos/10154800537497122/ 

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La statua di Sekhemka forse negli USA

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Source: AFP

Le indiscrezioni che volevano la statua di Sekhemka negli USA potrebbero essere fondate. Lo scorso aprile, infatti, allo scadere del divieto di esportazione della scultura, si era parlato di un collezionista statunitense dietro l’offerta vincente di 14 milioni di sterline, 17.645.576 € (15,762,500 £ in totale con le spese accessorie) all’asta di Christie’s del 10 luglio 2014. A confermarlo ci sarebbe un documento presentato al parlamento britannico dal Department for Culture, Media and Sport (link in fondo all’articolo) in cui, per il reperto, si apriva una procedura di esportazione oltreoceano. Il report risale a circa 6 mesi fa, ma la notizia è trapelata solo ora dopo l’interesse della BBC.

Caso 14, pag. 43: https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/522346/4821_ACE_Export_Objects_Cultural_Interest_2014-15.pdf

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Abu Simbel: stop ai convogli turistici scortati

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Source: Dennis Jarvis – commons.wikimedia.org

Chi è stato ad Abu Simbel avrà sicuramente provato l’esperienza ‘mistica’ della lunga processione di automezzi che attraversa il deserto accompagnata da poliziotti armati. Infatti, l’unico modo per raggiungere il complesso templare ramesside era partire da Assuan con autobus o minivan di agenzie turistiche locali: partenza alle 4:00 o alle 11:00 e, dopo circa tre ore, l’arrivo in massa e la corsa verso la facciata del Tempio Maggiore per scattare una foto il meno possibile ingombra di persone! Il provvedimento, anche se limitava la durata delle visite a un paio d’ore, era stato preso per motivi di sicurezza. Tuttavia, da oggi (14 ottobre), non sarà più necessario muoversi con un convoglio scortato e tutti potranno viaggiare autonomamente, dall’alba al tramonto, ma solo dopo aver ottenuto un permesso dalla polizia.

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#ScanPyramids: confermate le anomalie della Piramide di Cheope

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Dopo un anno di ricerca, si cominciano a trarre le prime conclusioni per lo ScanPyramids Project; tuttavia, rispetto a quanto detto finora, le novità sono veramente poche. Il progetto internazionale mirava ad analizzare la struttura interna delle grandi piramidi di IV dinastia grazie all’uso delle tecnologie più avanzate come laser scanner, termografia a infrarossi e radiografia muonica. In questi 12 mesi, sono state studiate, alla ricerca di eventuali camere sconosciute, la Piramide romboidale di Snofru e la quella di Cheope. Se la prima è servita, più che altro, per tarare gli strumenti, nella seconda sono state evidenziate due anomalie nell’angolo nord-est e poco sopra l’ingresso alla rampa discendente sul lato nord. Al momento, non si conoscono ulteriori dettagli. Ieri, infatti, Hany Helal e Tayoubi Mehdi, direttore e vicedirettore del progetto, hanno presentato questi risultati al comitato scientifico formato, per conto del Ministero delle Antichità, da Zahi Hawass, Mark Lehner (dir. Ancient Egypt Research Associates), Miroslav Barta (dir. della missione ceca a Saqqara) e Rainer Stadelmann (ex dir. del Deutschen Archäologischen Institut Kairo). Durante l’incontro è stato deciso di prolungare di un anno la concessione di ricerca così da determinare dimensioni e natura delle anomalie.

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Aggiornamento (15 ottobre 2016):

L’HiP.Institute ha rilasciato una relazione che fornisce maggiori informazioni sui risultati conseguiti nell’ultimo anno. L’anomalia sul lato nord (immagine in alto), quella in prospettiva più promettente, sembrerebbe coincidere con un “vuoto” dietro l’ingresso originale. Forma, dimensioni ed esatta posizione di questa anomalia saranno determinate, alla fine di ottobre, con una ulteriore scansione muonica che prevede 12 piattaforme istallate nel corridoio discendente. Sull’angolo N-E, invece, sarebbe stata individuata una cavità a 105 metri d’altezza.

http://www.hip.institute/press/HIP_INSTITUTE_CP9_EN.pdf

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Catania: una succursale dell’Egizio di Torino entro il 2017?

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Source: messinataxiservice.com

Lo scorso febbraio, Evelina Christillin aveva lanciato al TG1 una suggestiva idea secondo la quale si sarebbe potuta aprire una sede distaccata del Museo Egizio di Torino a Catania. La proposta, partita dal sindaco della città siciliana Enzo Bianco, era piaciuta alla direzione del museo e al ministro Franceschini e, nonostante sparute proteste da parte di alcuni leghisti sabaudi, sembra essersi concretizzata in un vero e proprio progetto. Ieri, infatti, Bianco ha incontrato, nella sede romana del MiBACT, il direttore Christian Greco, la responsabile amministrativa della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino Samanta Isaia, la Soprintendente della Provincia di Torino Luisa Papotti e, in rappresentanza del Ministero, Giampaolo D’Andrea e Antonia Pasqua Recchia. Dal colloquio è emersa una bozza di convenzione che, una volta completata, sarà firmata dal Comune di Catania, dalla Fondazione Museo e dalla Soprintendenza.

Il primo cittadino etneo si è detto ottimista e ha chiesto un’accelerazione delle operazioni così per arrivare all’apertura della succursale entro la fine del 2017. La sede scelta per esporre reperti dai depositi del Museo Egizio è un’ala in ristrutturazione di 1000 m² dell’ex Convento dei Crociferi.

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