
L’apprezzamento più gradito che si possa ricevere per il proprio lavoro è quello fatto da un collega: nessuno meglio di chi si occupa della tua stessa attività può giudicare ciò che fai. Così, sono decisamente lusingato dal pensiero che hanno avuto per me Antonia Falcone e Domenica Pate, le founder di “Professione Archeologo” , nominandomi per il Liebster Award. In realtà, già due anni fa ero stato annoverato in una di queste liste grazie a “Gli Spaccia Lezioni”, ma la conferma, per di più venuta da un vero e proprio faro sul web per gli archeologi, non può che farmi piacere. Facendola breve – perché, in teoria, ci sarebbero delle ferree regole da rispettare! – il Liebster Award è un riconoscimento che si dà ad altri validi blogger che, a loro volta, sono invitati (senza obblighi!) a continuare questa catena di segnalazione di spazi interessanti su internet. Quindi, si ringrazia chi ti ha nominato linkandolo, si risponde alle sue domande, si nomina altrettanti blogger e si rivolge loro nuovi quesiti.
Bene, Antonia e Domenica mi hanno chiesto:
1) Qual è il target di riferimento del tuo blog?
Fin dal principio, ho deciso di adottare un linguaggio privo di troppi tecnicismi ma non eccessivamente banale. In questo modo, i miei articoli sono una fonte di informazioni per studenti e studiosi di egittologia che possono approfondire gli argomenti trattari tramite le risorse messe a disposizione; al tempo spesso, credo che la lettura sia piuttosto accessibile anche al grande pubblico di egittofili.
2) Quali sono o qual è il post che ha avuto più successo? E perché, secondo te?
Senza dubbio “Il radar conferma la teoria di Reeves: ci sono due camere nascoste nella tomba di Tutankhamon!” che, in un solo giorno, ha ricevuto quasi 20.000 views diventando il post più letto in Italia e il 20º nel mondo. Lo stesso blog, il 28 novembre 2015, è risultato il più cliccato in Italia e 51º in assoluto per l’intera piattaforma wordpress. Numeri così eccezionali sono dovuti sicuramente alla fama di Tut e al clamore suscitato dall’ipotesi – che, comunque, sembra essersi sgonfiata negli ultimi mesi – che la sua tomba celi aperture sconosciute finora; tuttavia, la componente fondamentale per questo successo è stata la celerità nel riportare la notizia. Infatti, avendo seguito in diretta la conferenza stampa dell’allora ministro dell’Antichità, fui tra i primi a scrivere un articolo sulle sue dichiarazioni.
3) Polemiche, troll, flame sono parte integrante del mondo social (purtroppo). Hai avuto esperienze dirette e come te la sei cavata?
Fortunatamente, non ho avuto a che fare con molti rompiscatole professionisti. Tuttavia, occupandomi di Egitto, spesso vengo contattato da aspiranti fantarcheologi, revisionisti storici, ufologi, animisti new age, numerologi e, categoria tosta da trattare, Shardana sardi! In genere, all’inizio – come faccio nella rubrica “bufale eGGizie” – cerco di spiegare loro come stanno realmente le cose fornendo dati scientifici e prove facilmente verificabili. Se insistono, allora mi diverto un po’ rispondendo con sarcasmo… fino all’esaurimento della pazienza e al ban definitivo perhé non tollero l’arroganza e la saccenteria di chi fonda la sua preparazione, quando va bene, sulla visione di documentari alla “Mistero”.
4) Cosa ti ha spinto a creare il tuo blog? Raccontaci la tua backstory!
Prima di fondare “Djed Medu”, scrivevo già da due anni sull’archeoblog di VOLO – Viaggiando Oltre L’Orizzonte, l’associazione culturale di cui attualmente sono vicepresidente. Fra l’altro, l’idea non fu nemmeno pienamente mia e tutto partì da una proposta di Gianluca Miniaci (ricercatore senior presso l’Università di Pisa) che pensava di riempire la lacuna lasciata dalla scomparsa di archaeogate.org, punto di riferimento su internet dell’egittologia italiana fino a 10 anni fa. Poi le cose si sono evolute ed eccomi ancora qua, 5 anni dopo.
5) Consigli per aspiranti archeoblogger: DOs and DON’Ts dell’archeoblogging secondo te
Riassumerei tutto con tre concetti: a) costanza, b) approfondimento e c) specializzazione. a) Gestire un blog richiede tempo ed energia; apritene uno solo se siete veramente convinti. Scrivendo un post ogni sei mesi, non riuscire mai a fidelizzare il vostro pubblico. b) Qualsiasi argomento trattiate, preparatevi bene prima di pubblicare un post. Si presuppone che il lettore si rivolga a voi per imparare qualcosa, quindi cercate di essere esaurienti (evitando, però, epopee bibliche!), chiari e sicuri dell’esattezza di quanto riportato. c) Analogamente al punto b, per creare un prodotto di qualità, specializzatevi scrivendo solo di temi che conoscete. Sfruttando il vostro campo di ricerca – che non è necessariamente una discriminante di tipo cronologico o geografico -, createvi una nicchia e non abbandonatela. Meglio essere sindaco di un piccolo paese che consigliere comunale in una grande metropoli. Tanti, troppi si occupano di tutto (è semplice quando si copia e incolla da altri siti o, al massimo, si traducono testi stranieri) in un minestrone che rischia di portare all’errore perché mancano le nozioni di base per verificare la bontà dei contenuti postati.
Ora veniamo alle nomination! In generale, seguo soprattutto blog stranieri, ma, visto lo spirito di questo premio, preferisco segnalare altri blogger italiani che si occupano di archeologia:
Archeoblondie
Archeologia Subacquea
Daniele Mancini Archeologia
L’Eco dell’archeologia
Lost Archeology (sic!; è una pagina Facebook, ma la lunghezza e l’approfondimento dei post pubblicati la rendono perfettamente equiparabile a un blog)
… e a loro chiedo:
- (Questa domanda è già stata fatta a me, ma anche io sono curioso!) Come avete iniziato?
- Qual è lo scopo principale del vostro blog? Pensate di averlo raggiunto?
- Vi è mai capitato che qualcuno copiasse un vostro post senza citarvi? Se sì, come avete reagito?
- Qual è stata la domanda/richiesta più strana che un follower vi ha posto?
- Siete tutte persone che hanno una valida formazione universitaria e che, in alcuni casi, portano il pane a casa con l’archeologia. Cosa pensate degli amatori, spesso volontari, nel nostro campo (allargando il discorso anche alla divulgazione sul web)?