Archivi del mese: ottobre 2018

Come si spostavano pesanti blocchi di alabastro durante il regno di Cheope

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Source: Luxor Times

Ormai sembra che tutte le ultime notizie riguardanti la movimentazione di pesanti blocchi di pietra nell’antico Egitto parlino di Cheope, il faraone che non a caso deve la sua fama alla costruzione più titanica di tutte. Dopo i papiri di Wadi el-Jarf che descrivono il trasporto del calcare di Tura verso il cantiere della Grande Piramide di Giza, ora sappiamo come si spostava l’alabastro nelle cave di Hatnub, 18 km a SE di Amarna. Il sito è studiato dal 2012 dalla missione epigrafica che, sotto la direzione congiunta di Yannis Gourdon (IFAO) e Roland Enmarch (University of Liverpool), ha registrato e documentato oltre 100 iscrizioni che commemorano spedizioni faraoniche dall’Antico al Nuovo Regno. Tuttavia, durante l’ultima stagione, è stato individuato il metodo che, 4500 anni fa, è stato escogitato per trascinare i pezzi di alabastro egiziano (calcite) dal fondo della cava: su una grande rampa centrale larga 3 metri e dalla pendenza del 20% (vedi foto) si facevano scivolare blocchi di oltre una tonnellata, mentre le due scalinate ai lati servivano per l’alloggiamento di pali – di cui rimangono solo i fori – a cui si ancoravano le slitte tramite corde. Per il momento, la rampa è stata scavata per una lunghezza di 30 metri, ma potrebbe raggiungere i 100.

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Scoperto il volto del colosso di Psammetico I

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Source:  Mahmoud Tharwat

Ricorderete sicuramente il colosso di Psammetico I (664-610 a.C.) scoperto nel marzo del 2017 a Eliopoli (area di Souq el-Khamis, nell’odierno sobborgo del Cairo di el-Matariya) dalla egiziano-tedesca diretta da Aiman Ashmawy e Dietrich Raue. La statua in quarzite, in origine alta 8 metri, pezzo dopo pezzo sta prendendo forma e ora comincia ad avere anche un volto. Durante l’ultima campagna di scavo, infatti, è stato ritrovato un bellissimo frammento (immagine in alto) con l’occhio sinistro e parte del naso del faraone della XXVI dinastia, di cui si aveva già corona, mento, bocca, orecchio destro e una piccola porzione dell’occhio destro.

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Kom Ombo, scoperta stele di Amenofi I con le regine Tetisheri e Ahmose-Nefertari

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Source: MoA

Continuano a venir fuori stele dallo scavo d’emergenza di Kom Ombo. Solo una decina di giorni fa, infatti, nel cantiere dei lavori di abbassamento della falda freatica erano stati ritrovati due reperti iscritti in arenaria risalenti ai regni di Tolomeo V e Seti I.  Questa volta, invece, si va ancora più in là con il tempo, fino all’inizio del Nuovo Regno. La stele in questione, di cui è stata scoperta solo la porzione della lunetta e di tre righe di testo geroglifico, mostra una scena di offerta nei confronti di due importanti regine del periodo di passaggio dalla XVII alla XVIII dinastia, in cui la nuova dinastia tebana riuscì a conquistare il potere e a riunificare l’Egitto a discapito dei dominatori stranieri Hyksos.

Sotto il classico disco solare alato, vediamo sedute in trono Tetisheri (a destra) e Ahmose-Nefertari (a sinistra), rispettivamente bisnonna e madre di Amenofi I, il faraone sotto il quale – più precisamente, come si vede all’inizio della prima riga, nell’11° anno del suo regno (1515 a.C. circa) – è stata realizzata la stele. Dopo la data, infatti, si legge la titolatura reale con il prenome Djeserkara e il nome Amenhotep.

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Source: MoA

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Chi era il proprietario della tomba di Abusir?

 

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Source: MoA

Gli archeologi dell’Università Carlo IV di Praga non avrebbero potuto scegliere giorno più adatto per annunciare una loro scoperta effettuata in Egitto. Proprio in occasione del 60° anniversario dalla fondazione dell’Istituto Ceco di Egittologia – nato il 1 ottobre 1958, ovviamente come Istituto Cecoslovacco – è stata infatti rilasciata la notizia del ritrovamento della tomba di un importante sacerdote e funzionario vissuto quasi 4500 anni fa.

Il complesso funerario in questione si trova ad Abusir, in una delle principali necropoli dell’Antico Regno, situata a circa 20 km a sud del Cairo. Più precisamente, la zona scelta per seppellire il defunto, destinata solo a membri della famiglia reale o ad alti funzionari perché delimitata dalle piramidi dei faraoni della V dinastia (2500-2350 a.C.), ne connota la sicura prominenza. Infatti, Kairis – questo è il nome del proprietario della tomba – poteva fregiarsi di una lista infinita di titoli quali: “Unico amico (del faraone)”, “Amato dal suo Signore”, “Sovrintendente di tutti i lavori del re”, “Maggiordomo del Palazzo reale”, “Primo della Casa della Vita (l’archivio dei papiri)”, “Ispettore dei sacerdoti nei complessi piramidali di Sahura e Neferirkara”, “Sacerdote di Hathor, Signore del Sicomoro, in Qis (città dell’Alto Egitto)”, “Custode dei Due Troni (dell’Alto e Basso Egitto)” e “Custode del segreto della Casa del Mattino”. In particolare, quest’ultima onorificenza durante la V dinastia era appannaggio solo di principi, visir o membri della corte molto vicini al re perché consisteva nella partecipazione ai riti mattutini, come abluzioni o vestizioni sacre, che il faraone officiava al risveglio in quanto figlio del Sole.

L’importanza di Kairis si vede anche nella grandezza e complessità della sua ultima dimora che copre un’area di 500 m² ancora non del tutto scavata. Tale struttura è stata realizzata con blocchi di calcare, mattoni crudi e perfino materiali più pregiati, normalmente esclusiva del re, come il basalto impiegato per la pavimentazione della cappella di culto, unicum per il III millennio a.C..

Oltre alla tomba vera e propria, sono state individuate diverse stanze accessorie che servivano al culto funerario e alle operazioni di purificazione rituale che i sacerdoti doveva compiere prima di entrare nel complesso. Anche la camera sepolcrale non ha paralleli perché composta da un pozzo aperto in cui è stato calato il sarcofago in calcare e che, dopo aver foderato le pareti interne con lastre dello stesso materiale, è stato chiuso con enormi blocchi di pietra pesanti almeno 8 o 9 tonnellate.

Seppur la tomba sia stata violata già in antichità, accanto al sarcofago è stata ritrovata una statua in granito rosa, spezzata in due, che raffigura Kairis seduto su uno scranno in cui sono incisi nome e titoli in geroglifico. L’importanza della scultura, oltre al valore intrinseco dell’oggetto che conserva ancora tracce di pittura, sta nel luogo stesso dove è stata scoperta perché permette di dire con certezza che simulacri del defunto erano posizionati anche nella camera funeraria. Tra il restante, scarno, materiale conservatosi finora, spiccano frammenti della falsa porta e di una stele. In ogni caso, in attesa della ripresa delle indagini archeologiche, i titoli del defunto e le caratteristiche strutturali della tomba inducono a ipotizzare che Kairis avesse un ruolo fondamentale nella corte, forse proprio quello di visir, il primo ministro dell’epoca.

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Source: MoA

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Abusir, scoperta tomba di alto funzionario della V dinastia

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Source: Luxor Times

Ad Abusir, una delle necropoli più importanti dell’Antico Regno, gli archeologi cechi diretti da Miroslav Bárta (Univerzita Karlova, Praga) hanno scoperto una tomba di un alto funzionario vissuto durante il regno di Niuserra (2460-2430 a.C.). Curiosamente, la notizia è stata annunciata ieri proprio in corrispondenza del 60° anniversario dalla fondazione dell’Istituto Ceco di Egittologia.

Secondo quanto riferito da Mostafa Waziry, segretario generale del Supreme Council of Antiquities, il defunto si chiamerebbe Kairis e si fregerebbe di importanti titoli quali “Sovrintendente di tutti i lavori reali” (imy-r kAt nbt nt nswt), “Amato dal suo signore”, “Confidente del re” e soprattutto “Custode del Segreto della Casa del Mattino”. Quest’ultima onorificenza sta a indicare la partecipazione ai rituali mattutini, abluzioni e vestizione, che il faraone, in quanto figlio del Sole, officiava al risveglio in una particolare area del palazzo. Durante la V dinastia, il titolo di Hry sStA n pr-dwAt è particolarmente importante perché ricoperto da visir, principi o alti sacerdoti. Un esempio è Ptahshepses, visir e genero di Niuserra, sepolto proprio ad Abusir in una tra le tombe non reali più monumentali dell’Antico Regno.

Sebbene non si sia completato di scavare l’intero ipogeo, è bastato liberare dalla sabbia il pozzo funerario principale per scoprire la statua in granito rosa, spezzata in due parti, che mostra il defunto seduto su un sedile su cui sono incisi nome e titoli.

A breve maggiori dettagli.

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Tombaroli scoprono tre tombe a Sohag

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Source: ahramalyoum.com

La Polizia del Turismo e Antichità ha arrestato tre uomini con l’accusa di scavo illegale nel sito di El-Kawthar, nel governatorato di Sohag (Medio Egitto). A incastrarli le foto trovate nei loro cellulari, le stesse che vedete allegate in questo articolo. I tombaroli, infatti, avrebbero individuato tre tombe risalenti a un imprecisato periodo faraonico e all’epoca greco-romana. Purtroppo, le scarne informazioni del comunicato del Ministero dell’Interno si concentrano più sull’operazione di polizia che sulla scoperta archeologica in sé. Si sa solo che pozzi profondi tre metri conducono a ipogei dai colori che, come vedete, sono ancora vividi e che le autorità hanno trovato all’interno solo resti di mummie, sottolineando quindi che i ladri lavoravano nelle tombe già da giorni.

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