Terminati i restauri nella Tomba di Tutankhamon

ph. J. Paul Getty Trust

Ci sono voluti quasi 10 anni, ma ora la Tomba di Tutankhamon è finalmente tornata “come nuova”. Si è infatti concluso il progetto di studio, restauro e, soprattutto, consolidamento della pitture della KV62 iniziato nel 2009 grazie agli esperti del Getty Conservation Institute di Los Angeles.

All’epoca, la situazione delle decorazioni parietali della tomba più famosa del mondo era decisamente preoccupante a causa del continuo afflusso di turisti e il Supremo Consiglio delle Antichità si era rivolto a un istituto di comprovate esperienza e professionalità, come aveva dimostrato con l’intervento nella Tomba di Nefertari (1986-1992). Poi, la complessità delle operazioni e gli strascici della rivoluzione del 2011 hanno fatto sì che i lavori si siano conclusi solo lo scorso autunno. I risultati finali, invece, sono stati presentati durante un convegno che si è tenuto in questa settimana a Luxor durante il quale Neville Agnew, direttore del progetto, e i suoi colleghi hanno parlato delle problematiche risolte in questi anni ma anche delle preoccupazioni che si prospettano per il futuro.

Durante una lunga fase di analisi delle pitture, è emerso che le caratteristiche macchioline marroni che coprono tutte le pareti fossero di origine microbica; tuttavia, se in passato queste erano sempre state sempre trattate con biocidi, questa volta si è deciso di lasciarle in quanto infiltratesi in profondità negli intonaci, non più pericolose perché ormai i microrganismi che le hanno prodotte sono morti da secoli e, aspetto da non sottovalutare, parte integrante della storia della tomba. Infatti, già nelle foto di Harry Burton all’apertura della camera funeraria nel 1923, sono ben visibili e con la stessa diffusione di oggi.

Un altro serio problema riscontrato è stato quello della fine polvere del deserto che s’insinua dappertutto e rimane incollata alle fragili pitture quando s’inumidisce con il respiro dei visitatori. Per questo, dopo averla rimossa, è stato istallato un nuovo sistema di ventilazione e filtraggio dell’aria che permetterà anche di mantenere più costanti la temperatura e il livello di umidità. Inoltre, la tomba è stata dotata di nuove luci, passerella di legno e piattaforma di osservazione (curiosità: nello smontare la vecchia copertura del pavimento, sono stati trovati diversi bigliettini in cui si chiedeva a Tutankhamon protezione o di maledire persone evidentemente poco gradite).

Resta comunque la minaccia più pressante: il turismo di massa. Come detto, le persone introducono nella piccola struttura umidità e anidrite carbonica che può interagire chimicamente con i minerali dei pigmenti. In passato, come anche auspicato dal Getty, si era anche pensato di chiudere al pubblico o comunque di ridurre drasticamente gli ingressi per proteggere le pitture e per questo era stata fatta realizzare una copia perfetta dalla Factum Arte, oggi posizionata all’imbocco della Valle dei Re nei pressi della Casa di Howard Carter. Ma poi, per risollevare un turismo in netta crisi, è stato deciso di lasciare la KV62 ai circa 1000 visitatori al giorno così come, seppur a prezzi molto alti (rispettivamente 60 e 50 euro), sono state riaperte le tombe di Nefertari e Seti I.

http://www.getty.edu/conservation/our_projects/field_projects/tut/Getty-Magazine-Tutankhamen-2019.pdf

Categorie: restauro | Tag: , , , | 4 commenti

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4 pensieri su “Terminati i restauri nella Tomba di Tutankhamon

  1. Gianfranco D'Elia

    Certo la tomba di Tut attira più per la sua storia commovente e per il ritrovamento intatto dei suoi tesori (quindi per una nostra disposizione d’animo e di pensiero), ma le tombe di Seti e di Nefertari sono davero da Sindrome di Stendhal, tanto sono belle ed anche immense! Veramente in confronto la tomba di Tut appare quasi “insignificante buco”…Provare x credere!

  2. Pingback: Un anno (il 6°) di Djed Medu: le scoperte archeologiche più importanti in Egitto del 2019 | DJED MEDU

  3. please use cadmiun color paints to restore

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