Archivi del mese: luglio 2019

Il Museo di Northampton verso la riapertura grazie ai soldi della vendita della statua di Sekhemka

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Source: AFP

Non si è ancora spenta la polemica nata attorno alla vendita per 4 milioni di sterline della testa di Tutankhamon, che si torna a parlare di un altro caso controverso legato all’Egitto e a Christie’s. Nel 2014 il Northampton Museum and Art Gallery, gestito dal Northampton Borough Council (il locale distretto amministrativo), aveva piazzato attraverso la casa d’aste un proprio bene per ricavare fondi da investire nel restauro e nell’ampliamento della struttura museale. Il reperto in questione è un gruppo scultoreo in calcare di V dinastia, l’ormai celebre statua di Sekhemka (foto in alto), che raggiunse la cifra record di 14 milioni di sterline, 17.645.576 € (15,762,500 £ in totale con le spese accessorie). Anche il quel caso, il governo egiziano si oppose e ci furono perfino tentativi da parte delle autorità britanniche di bloccare l’esportazione della scultura, ma la cessione all’ancora anonimo acquirente straniero venne comunque approvata.

Il museo ha ottenuto in questo modo 7,7 milioni di sterline (il 55% del totale; il resto è andato all’erede del Marchese di Nothampton che aveva donato la statua nel 1880), ma, al tempo stesso, è stato rimosso dall’Arts Council England dal sistema di accreditamento che stabilisce le norme concordate a livello nazionale per i centri espositivi britannici. In parole povere, avendo venduto per scopi di lucro un proprio reperto, il Consiglio ha perso tutta una serie di finanziamenti che ammontavano fino a 800.000 £ all’anno.

L’edificio è stato chiuso al pubblico nel 2017, ma i lavori sono iniziati solo alla fine del 2018 a causa della presenza di amianto nelle strutture. Il cantiere dovrebbe così concludersi nel 2020 con gli spazi raddoppiati e una nuova galleria dedicata alla storia della città come centro produttivo della calzatura (immagine in basso).

Jonathan Nunn, diventato capo del Consiglio dopo i fatti, in una recente intervista alla BBC ha cercato di redimere agli occhi dell’opinione pubblica l’immagine dell’istituzione che rappresenta: “Giusta o sbagliata che sia [la vendita], lasciamo che la gente si goda i soldi che ne sono derivati”. Nunn ha aggiunto che il Consiglio si sta impegnando per far sì che Nothampton sia considerato un luogo artistico e culturale responsabile e per fornire alla popolazione locale un servizio sempre migliore. Parole che, tenuto conto di ciò che è successo, personalmente trovo stridenti con la definizione di museo dell’ICOM:

“Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto”.

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Source: BBC

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Alessandria, scoperto mosaico di epoca romana

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Source: MoA

A Kom el-Dikka, sito di Alessandria d’Egitto noto per il teatro romano, la missione egiziano-polacca diretta da Grzegorz Majcherek (Centro di Archeologia Mediterranea, Università di Varsavia) ha scoperto un nucleo di abitazioni, databili soprattutto tra il I e il III sec. d.C., di cui una con un pavimento in mosaico perfettamente conservato.

Il mosaico policromo si trovava nel triclinio, l’ambiente più importante della casa dove si consumavano i pasti e s’incontravano gli ospiti. Lo schema decorativo prevede un cerchio iscritto in un quadrato con cornici a guilloché, in cui sette esagoni con rosette e fiori di astragalo sono inquadrati da quattro fiori di loto.

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Dahshur, aperta al pubblico la Piramide romboidale e annunciata la scoperta di mummie tarde

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Source: wikipedia.org

Alla ormai consueta presenza di decine di ambasciatori stranieri e giornalisti, ieri il ministro delle Antichità Khaled el-Enany ha tenuto una cerimonia ufficiale a Dahshur, necropoli reale a sud del Cairo, durante la quale ha inaugurato l’apertura al pubblico della cosiddetta Piramide romboidale e della sua piramide satellite.

La piramide, alta circa 105 metri, deve il suo nome alla particolare forma a doppia pendenza che dai 55° iniziali passa a un’inclinazione di 44°. Questo cambiamento probabilmente è stato causato da una riprogettazione in corso d’opera degli architetti incaricati dal faraone Snefru (2630-2609 a.C.) che si accorsero di un possibile collasso della struttura con il disegno originario. In ogni caso, la struttura ha una grande importanza nella storia dell’architettura funeraria religiosa egizia perché coincide con una fase di transizione tra le piramidi a gradoni e quelle classiche; inoltre, è la prima a presentare tutte le caratteristiche del tradizionale schema di sepoltura piramidale: tempio a valle, rampa processionale, tempio funerario e piramide satellite, anche quest’ultima aperta per la prima volta al pubblico.

I due monumenti sono stati restaurati per accogliere i turisti grazie al consolidamento della struttura interna, l’istallazione di sistemi d’illuminazione e di passerelle di legno.

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Source: MoA

Durante la conferenza stampa, il ministro e Mostafa Waziry, segretario generale del Supreme Council of Antiquities, hanno annunciato anche la scoperta di un muro di Medio Regno che si estende per 60 m a sud della piramide di Amenemhat II e di una serie di sarcofagi di Periodo Tardo in calcare, terracotta e legno ancora contenenti mummie in buono stato di conservazione. Alcuni dei corpi presentano variopinte coperture in cartonnage e perfino vere ghirlande di fiori, proprio come quelli molto simili scoperti nella stessa area lo scorso novembre.

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Bufale eGGizie*: le sirene nell’antico Egitto

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Source: nuwaupianism.com

(*A scanso di equivoci, il nome della rubrica contiene volutamente un errore ortografico per sottolineare il carattere a dir poco ridicolo di alcune notizie riguardanti l’Egitto che circolano nel web e non solo)

Bufala veloce veloce che sfrutta il clamore mediatico scoppiato alla notizia della scelta di un’attrice di colore (Halle Bailey) per il ruolo di Ariel nel nuovo reboot in live action de “La Sirenetta”. Beh, secondo alcuni le sirene esisterebbero (o sarebbero esistite) e gli antichi Egizi lo avrebbero saputo. Il tutto parte da un documentario, “Mermaids: The Body Found”, andato in onda nel 2012 su Animal Planet e – manco a dirlo – su Discovery Channel. La trasmissione racconta la ricerca di presunti scienziati che alla fine scoprono una di queste creature fantastiche, anche grazie alle tracce provenienti dal passato. Tra quest’ultime, spicchano disegni ritrovati in una caverna in Egitto che mostrerebbero strane figure umane con coda di pesce.

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Source: wikipedia.org

Peccato che tutta l’operazione sia palesemente un mockumentary, cioè un falso documentario – come è perfino riportato nei titoli di coda – che usa attori, fatti inventati e ricostruzioni digitali a mero scopo d’intrattenimento. Il problema è che l’ammissione è volutamente ambigua per fare più audience e che la gente spesso è poca attenta; per questo, a volte bisogna specificare anche l’ovvio. I dipinti rupestri mostrati non sono altro che alterazioni di quelli realmente esistenti nella cosiddetta “Caverna dei nuotatori” a Gilf Kebir (immagine a sinistra), sito neolitico di 10.000 anni del Deserto Occidentale al confine con la Libia.

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L’immagine all’inizio dell’articolo, invece, si liquida veramente in due secondi perché è un classico utilizzo pareidolico dei geroglifici da parte di chi non conosce la lingua egizia e si basa solo su somiglianze iconografiche (recentemente, ad esempio, è tornata alla ribalta la questione di rilievi egiziani che rappresenterebbero spermatozoi). La figura al centro, quindi, non è una sinuosa sirena ma un povero uomo legato – o, più precisamente, incaprettato – che corrisponde a una variante del segno A13 della lista di Gardiner, determinativo di parole come “nemico”, “ribelle”, “prigioniero” ecc.

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Venduta all’asta per 4 milioni di sterline la testa di Tutankhamon

A nulla sono servite le proteste dell’Egitto: la testa in quarzite di Tutankhamon in forma di Amon è stata da poco battuta per 4 milioni di sterline (poco meno di 4,5 milioni di euro) durante l’asta speciale di Christie’s a Londra. La cifra raggiunge 4.746.250 £ (5289779,34 €) con le spese accessorie. Ancora sconosciuto l’acquirente. Nella stessa occasione è stata venduta anche una testa in granito di Amenofi III per 550.000 £.

https://www.christies.com/lotfinder/ancient-art-antiquities/an-egyptian-brown-quartzite-head-of-the-6217589-details.aspx?from=salesummery&intobjectid=6217589&sid=ff6754c4-5100-4551-aed6-381aea7d8157

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