Archivi del mese: settembre 2019

Dahshur, ricostruito il “volto” della principessa Hatshepsut

19016088-7512029-image-a-20_1569598177950

Source: Channel 4

Nell’aprile del 2017 gli archeologi egiziani avevano individuato a Dahshur (circa 40 km a sud di Giza) i resti di una piramide risalente alla XIII dinastia. Della struttura, in realtà, rimaneva solo la base a causa della successiva espoliazione dei blocchi in calcare. Anche la camera funeraria stessa appariva già depredata in antichità per l’assenza degli oggetti del corredo e per le ossa del defunto sparse sul pavimento.

Integra era solo la cassa canopica in legno che conservava ancora gli organi all’interno e che ha permesso di capire, grazie alla lettura delle sue iscrizioni, che la tomba apparteneva alla principessa Hatshepsut, figlia del faraone Ameny Qemau (1790 a.C. circa) e solo omonima della ben più nota regina di XVIII dinastia.

In realtà, mescolati alle ossa c’erano anche frammenti del sarcofago che era stato distrutto dai tombaroli. Ieri, in esclusiva per la trasmissione “Egypt’s Lost Pyramids” dell’emittente britannica Channel 4, è stato mostrato per la prima volta il frutto del restauro del sarcofago, pulito e ricomposto dagli archeologi dell’American University of Cairo. Sono riapparsi quindi i tratti di un volto femminile, caratterizzato da una parrucca hathorica, che secondo gli egittologi che lo hanno studiato sarebbe l’idealizzazione di quello della principessa Hatshepsut

Categorie: restauro | Tag: , , , , | Lascia un commento

Nuovo database online delle tombe della Necropoli Tebana

Immagine5

OLGIS-TN – Online Geographical Information System for the Theban Necropolis

É online un’altra utile risorsa per l’Egittologia, in realtà una versione rivista, aggiornata e implementata di un sito esistente già dal 2006 ma non più disponibile per la relativa chiusura dei server.

Peter A. Piccione e Norman S. Levine (Università di Charleston) hanno (ri)lanciato l’Online Geographical Information System for the Theban Necropolis (OLGIS-TN), database online con informazioni storico-archeologiche sulle tombe non reali di Tebe Ovest, inserito su una mappa georeferenziata dell’intera area. In linea di massima, si ha un’immagine satellitare interattiva di Google Earth su cui sono state posizionate con GPS 734 tombe delle oltre 1700 note nella Necropoli Tebana. Cliccando sul cerchietto relativo, si ottengono i dati più importanti della sepoltura: numero, altitudine, nome del proprietario, datazione, titoli principali, nomi di familiari, bibliografia ecc. In realtà, soprattutto utilizzando il software ArcGIS, si può anche accedere a diversi livelli sovrapposti con mappe storiche georeferenziate utilizzabili anche in loco se dispone di uno strumento con GPS.

Il progetto prevede l’implementazione del database con il censimento di nuove tombe e l’aggiunta di foto degli ipogei.

Link: http://bit.ly/2HX9Els

Categorie: web/nuove tecnologie | Tag: , , , | Lascia un commento

I papiri del Museo Egizio di Torino digitalizzati in un database online

foto-per-papiri-sito

Source: museoegizio.it

Visitando il Museo Egizio di Torino si ha la possibilità di ammirare moltissimi papiri che, tuttavia, sono solo una minima parte dell’enorme patrimonio papiraceo totale che ammonta a quasi 700 manoscritti interi o riassemblati e oltre 17.000 frammenti.

Numeri così alti palesano le grandi difficoltà nella conservazione e nello studio di documenti antichi di millenni e, di conseguenza, molto fragili. In tal senso, è fondamentale il nuovo progetto dell’Egizio che vede la graduale digitalizzazione dei papiri e la loro pubblicazione in un database online aperto a tutti gli studiosi del mondo.

Turin Papyrus Online Platform (TPOP) è quindi uno strumento fondamentale che, al momento, mette a disposizione dei professionisti che si registreranno al portale 230 papiri, oltre a 50 documenti consultabili liberamente da chiunque. In ogni caso, il progetto prevede il continuo incremento degli open data pubblicati.

Il catalogo virtuale comprende: numero d’inventario; foto ad alta difinizione di entrambe le facce dei papiri; misure; trascrizione, traslitterazione in geroglifico e traduzione (al momento solo in inglese) dei testi contenuti; riferimenti bibliografici; informazioni sulla storia e sul contesto di ritrovamento dell’oggetto; approfondimenti sul restauro e sulle analisi tecnologiche effettuate.

Come detto, l’apertura all’intera comunità scientifica internazionale permetterà che l’implementazione del database usufruisca non solo del lavoro dei curatori torinesi, in particolar modo della responsabile della collezione dei papiri, Susanne Töpfer (qui il suo articolo introduttivo del progetto), ma di chiunque lavori nel campo.

https://collezionepapiri.museoegizio.it/

Categorie: web/nuove tecnologie | Tag: , , , | Lascia un commento

Il Metropolitan restituisce all’Egitto il sarcofago di Nedjemankh

18932652-7504769-image-a-27_1569444871398

Source: Daily Mail

Lo scorso febbraio, con un vero e proprio colpo di scena, il Metropolitan Museum of Art di New York chiudeva in anticipo la fortunata mostra temporanea “Nedjemankh and His Gilded Coffin” che si avviava a superare il mezzo milione di visitatori in soli sei mesi. Infatti, il pezzo principale dell’esposizione, il sarcofago dorato di Nedjemankh per l’appunto, risultava essere uscito illegalmente dall’Egitto e arrivato negli USA attraverso il mercato nero. Così, una volta appurata la falsità dei documenti ottenuti con l’acquisto, il presidente del MET, Daniel Weiss, aveva subito chiesto scusa al popolo egiziano e si era impegnato a restituire al più presto il prezioso reperto.

Ieri si è finalmente concretizzata questa promessa con una conferenza stampa e la consegna ufficiale dell’oggetto alle autorità egiziane, alla presenza del ministro degli Esteri, Sameh Hassan Shoukry, del procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance, e dell’agente incaricato della Homeland Security Investigations, Peter C. Fitzhugh.

La novità dell’operazione sta proprio nei protagonisti che, per una volta, non si sono mossi dopo una richiesta di restituzione dall’Egitto ma attraverso una serie di indagini interne dell’Antiquities Trafficking Unit che ha scandagliato a lungo i percorsi sommersi che portano opere d’arte a gallerie, case d’asta e musei della Grande Mela.

Nedjemankh era sommo sacerdote del dio dalla testa di ariete Herishef, vissuto nel I secolo a.C. a Herakleopolis, città a sud del Fayyum. Il grande valore del suo sarcofago non è dato solo dal materiale con cui è realizzato, ma soprattutto dalla rarità del modello. L’intera superficie della bara, infatti, è coperta da testi e scene religiose incise su uno strato dorato di cartonnage che, a sua volta, decora la struttura in legno. Nella parte interna si trova, a protezione del volto del defunto, addirittura una foglia d’argento, metallo che in Egitto era ancora più prezioso dell’oro.

Il sarcofago è stato probabilmente trafugato durante il caos scaturito dopo la rivoluzione del 2011 nell’area di Minya. In quel periodo perfino il museo della città era stato assaltato da una folla senza controllo e non tutti i suoi reperti sono stati ancora recuperati. In ogni caso, il sarcofago sarebbe finito prima negli Emirati Arabi, poi in Germania e infine a Parigi, in particolare nella casa d’aste Christophe Kunicki dove è stato acquistato dal Metropolitan nel 2017, per 4 milioni di dollari.

Ad accompagnare il pezzo c’era una serie di documenti rivelatisi falsi, come una licenza di esportazione del 1971, data precedente alla promulgazione della legge 117 del 1983 sulla tutela delle antichità egiziane.

Secondo quanto detto dal ministro Shoukry, il sarcofago sarà rimpatriato nei prossimi giorni in Egitto, dove sarà esposto nel 2020

Aggiornamento (01/10/2019):

Arrivato in Egitto, stamattina il sarcofago di Nedjemankh è stato ufficialmente presentato a stampa e ambasciatori stranieri presso il National Museum of Egyptian Civilization di Fustat, museo dove sarà esposto al pubblico già nei prossimi mesi.

72474490_2550931771619124_4485684644469014528_n

Source: MoA

Aggiornamento (30/06/2020):

Le indagini sono andate avanti in Francia e hanno coinvolto nomi altisonanti, non tutti fatti trapelare: sono stati arrestati il noto esperto d’archeologia del Mediterraneo e membro del comitato della Société Française d’Égyptologie Christophe Kunicki e il marito e socio Richard Sampaire, un ex curatore del dipartimento del Vicino Oriente del Louvre, il presidente della Pierre Bergé & Associés, una delle case d’asta più amose al mondo e un altro banditore parigino.
 
Oltre al sarcofago di Nedjemankh, sarebbero molti altri i reperti provenienti da paesi in guerra o sconvolti dalla primavera araba, come Egitto, Libia, Siria e Yemen, venduti illegalmente a inconsapevoli musei, Louvre di Abu Dhabi o il già citato Metropolitan tra tutti, e privati.
Categorie: National Geographic | Tag: , , , , , | 1 commento

Scoperta statua egizia nelle acque di Pozzuoli

Immagine

Source: tg24.sky.it

thumbnail

Foto per gentile concessione di Mario Rosiello

Una statua egizia nel mare di Pozzuoli. La notizia di una scoperta simile potrebbe sembrare strana, ma in realtà, come vedremo, non lo è.

A 15 metri dalla costa della città campana, 3 metri in profondità, Mario Rosiello, sub professionista in pensione, ha individuato la testa in marmo di una divinità bifronte, probabilmente Giano, e la parte inferiore di una statua naofora in granito che ha prontamente consegnato ai Carabinieri (seppur mi faccia sempre storcere il naso l’archeologia fai da te). La scultura egizia conserva solo la base, le gambe e le mani dell’ancora anonimo individuo rappresentato inginocchiato mentre sorregge un naos, un tabernacolo contenente la figura di un dio.

A Pozzuoli era già stata scoperta una scultura del genere, nella necropoli monumentale di Via Celle. Infatti, l’antica Puteoli, insieme ad altri centri del litorale campano come Cuma, Baia, Bacoli e Pompei, fu il punto iniziale di diffusione dei culti egizi – soprattutto Iside e Serapide – che arrivarono nella penisola italiana a partire dal II sec. a.C. grazie a mercanti e marinai stranieri. Per questo non deve stupire la presenza di aegyptiaca, originali o egittizzanti, nei siti archeologici della Campania.

Per approfondimenti e il video della scoperta: http://www.nationalgeographic.it/multimedia/2019/09/23/video/scoperta_reperti_statue_mare_pozzuoli-4554873/1/

Fra l’altro, non è la prima volta che un ritrovamento del genere viene effettuato nei fondali della zona, come giustamente mi fa notare Antonio Cangiano, giornalista che sta scrivendo un libro sull’archeologia subacquea nei Campi Flegrei. Nel 1985, ad esempio, nei pressi di Punta dell’Epitaffio a Baia, il sub Vincenzo Gaudino individuò fortuitamente un frammento di statua in diorite risalente alla XXX dinastia (380-342 a.C.), iscritto con geroglifici su due lati (foto in basso).

9247e4a5-64de-4a5c-9418-6fc66c988503

Di Fraia G., Lombardo N., Scognamiglio E., “Contributi alla topografia di Baia sommersa”, in «Puteoli. Studi di Storia Antica», 9-10 (1985-1986)

Categorie: archeologia subacquea, scoperte | Tag: , , , | 4 commenti

Ex console onorario italiano a Luxor accusato di traffico di antichità

car 5

Source: @_Carabinieri_

Nella giornata di ieri, come riferito da Reuters, il procuratore generale egiziano Nabil Ahmed Sadek ha disposto un provvedimento urgente contro il vice-console onorario italiano a Luxor (eviterò il nome fino a una conferma delle autorità italiane) che sarà processato in contumacia per traffico illegale di antichità. L’uomo, infatti, è accusato del presunto coinvolgimento nel contrabbando di 21.885 reperti egiziani sequestrati nel maggio del 2017 nel porto di Salerno . L’operazione, portata avanti dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e dall’ufficio delle Dogane di Salerno, aveva intercettato un container diplomatico con 118 oggetti faraonici (vasi in ceramica, canopi, frammenti di sarcofagi, una maschera funeraria dorata, ushabti e diversi modellini in legno) e oltre 20.000 monete antiche su una nave proveniente da Alessandria d’Egitto. Tutti i reperti, una volta confermata la loro autenticità, erano stati restituiti all’Egitto nel giugno dello scorso anno e, subito dopo, esposti in una mostra temporanea presso il Museo Egizio del Cairo.

In un primo momento si era pensato allo zampino dell’ISIS, ma le indagini avevano portato all’arresto di Rauf Butros Ghali, fratello dell’ex ministro delle Finanze del governo Mubarak, Medhat Michel Girgis Salib, proprietario di una compagnia di spedizioni, e di altri cittadini egiziani di cui non sono stati comunicati i nominativi. Il procuratore ha anche ordinato la perquisizione dell’abitazione cairota dell’ex diplomatico, in carica fino al 2014, nella quale sarebbero stati ritrovati altri pezzi archeologici, così come in una cassaforte intestata a lui in una banca privata. Inoltre, è stato perfino chiesto all’Interpol l’emanazione di un avviso rosso, cioè un provvedimento di fermo internazionale in caso di avvicinamento a porti e aeroporti.

Per il momento però non si hanno dichiarazioni dalle autorità italiane.

Aggiornamento (22/01/2020):

Il procuratore generale egiziano, Nabil Sadeq, ha ordinato in contumacia l’arresto dell’ex console onorario italiano e ha chiesto all’Interpol di inserirlo nella Red List dei ricercati internazionali.  L’accusa è di contrabbando di 21.855 reperti, per lo più monete, per cui è stata stabilita una pena di 15 anni di prigione (seppur altre fonti parlino di 30). I suoi presunti complici egiziani, tra cui il fratello dell’ex ministro delle Finanze di Mubarak, sono già in carcere.

Aggiornamento (15/02/2020):

Per lo stesso caso, Rauf Butros Ghali, fratello dell’ex ministro delle Finanze del governo Mubarak Medhat Michel Girgis Salib, è stato condannato a 30 anni di carcere e a pagare una multa di 6 milioni di lire egiziane (350.800 euro).

Categorie: traffico di antichità | Tag: , , , | Lascia un commento

Medio Egitto, scoperti resti di un tempio scavando una fogna

1

Source: MoA

Dopo oltre un mese dall’ultima notizia di una scoperta in Egitto e la consueta pausa per la stagione più calda, si torna finalmente a parlare di archeologia, seppur riferendosi a uno scavo di emergenza.  A Kom Ashkaw, l’antica Afrodito nel governatorato di Sohag, Medio Egitto, durante la realizzazione della rete fognaria sono stati individuati blocchi iscritti di calcare. Per il momento è stato messo in luce l’angolo N-E di un edificio, probabilmente un tempio o una cappella, le cui pareti hanno uno spessore di 2,30 m e fondazioni di 5 file di blocchi. Alcuni rilievi, in cattivo stato di conservazione, mostrano la classica scena con la nomenclatura delle diverse province d’Egitto accompagnata dalle rappresentazioni del dio Hapi, personificazione del Nilo e dei nomoi stessi (foto in alto).

 

Aggiornamento (29/09/2019):

Il proseguimento dello scavo ha permesso di far chiarezza sul tempio scoperto che, grazie alla presenza di cartigli (foto in basso), può essere collocato sotto il regno di Tolomeo IV (222-204 a.C.).

1

Source: MoA

Categorie: scoperte | Tag: , , , | 1 commento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.