archeologia subacquea

Scoperte ceste piene di frutti di 2400 anni nel fondale di Eracleion

ph. Christoph Gerigk/Franck Goddio/Hilti Foundation

Arrivano ulteriori news sull’ultima scoperta nella baia di Abu Qir (13 km a nord-ovest da Alessandria), di cui avevo parlato nell’articolo precedente. Franck Goddio ha infatti presentato alla stampa altri interessanti ritrovamenti effettuati dalla missione archeosubacquea a Eracleion/Thonis.

Se nel comunicato stampa ufficale del Ministero del Turismo e delle Antichità ci si era soffermati più sul relitto di una nave del II sec. a.C., questa volta trapelano maggiori informazioni sulla vicina area sepolcrale poco approfondita prima.

Il tumulo, lungo 60 metri e largo 8, era il luogo di sepoltura dei mercanti greci che vivevano in città all’inizio del IV sec. a.C. e che, di fatto, gestivano il commercio dall’accesso al ramo canopico del Delta del Nilo ancora prima dell’arrivo di Alessandro Magno. Secondo quanto detto da Goddio, l’area corrispondeva a una sorta di isola circondata da canali in cui è stata ritrovata una gran quantità di oggetti in bronzo, soprattutto specchi e statuette di divinità, testimonianza di offerte nei piccoli sacelli tra le tombe. Cospicua è anche la presenza di ceramica importata, come anfore, vasi in miniatura e ceramica attica a figure rosse

Sembra però che la necropoli sia stata usata per un periodo di tempo piuttosto compresso, senza che la zona abbia restituito testimonianze né precedenti né posteriori. Va ricordato che la città di Eracleion subì una serie di disastri naturali – terremoti, maremoti e un progressivo inabissamento – a partire dal II sec. a.C. fino al VIII sec. d.C., quindi è ancora da stabilire il motivo per cui il tumulo sia stato abbandonato per quasi 200 anni dopo una sorta di “sigillatura” tramite incendi.

Tra i reperti ritrovati spiccano l’amuleto in oro di Bes già mostrato nello scorso articolo, una panca in legno per banchetti perfettamente conservata e diverse ceste ancora piene di frutti di palma dum (foto in alto). La palma dum (Hyphaene thebaica) è una pianta diffusa nel Nord Africa che produce coriacei frutti dalla scorza legnosa. Questa caratteristica li rende molto resistenti, quindi non è raro trovarli in ottimo stato di conservazione in tombe egizie (foto in basso).

Cesta in fibra vegetale con due frutti di palma dum, XVIII din. (©British Museum)

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Scoperto un relitto di 2200 anni al largo della baia di Abu Qir

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Fa troppo caldo per scavare in Egitto in estate? Nessun problema: le scoperte arrivano dal fondo del mare.

L’ormai celebre missione archeosubacquea franco-egiziana, diretta da Franck Goddio (Institut Européen d’Archéologie Sous-Marine), ha individuato al largo delle coste di Alessandria il relitto di una rara nave militare di epoca tolemaica e un cimitero del IV secolo a.C. L’area indagata si trova a 7 km dalla baia di Abu Qir, dove un tempo sorgeva l’antica città di Heracleion (Thonis in lingua egizia), ormai sommersa dalle acque.

L’imbarcazione era ormeggiata su un canale a sud del Tempio di Amon ed era coperta da 5 metri di sabbia e dai blocchi stessi del santuario, crollato nel II sec. a.C. a causa di un terremoto. Secondo Goddio, si tratterebbe della scoperta della prima nave di questo tipo per il periodo ellenistico, dopo la nave punica di Marsala. Lunga 25 metri e larga 6, aveva un fondo piatto adatto a navigare – sia a remi che con la vela tenuta da un grosso albero maestro – lungo il Nilo e nei rami del Delta.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Poco lontano, una vasta necropoli greca si estende lungo l’imbocco al canale d’ingresso nord-orientale della città di Heracleion e risale all’inizio del IV sec., in un periodo in cui la presenza di commercianti stranieri nel Nord dell’Egitto era ormai ben radicata, ancora prima dell’arrivo di Alessandro Magno. Anche le tombe – i cui corredi funebri dimostrano una chiara fusione tra la tradizione greca e quella egiziana – sono state sigillate dai resti del grande tempio di Amon e da quelli dei piccoli santuari funerari greci costruiti nelle vicinanze.

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Scoperta statua egizia nelle acque di Pozzuoli

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Source: tg24.sky.it

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Foto per gentile concessione di Mario Rosiello

Una statua egizia nel mare di Pozzuoli. La notizia di una scoperta simile potrebbe sembrare strana, ma in realtà, come vedremo, non lo è.

A 15 metri dalla costa della città campana, 3 metri in profondità, Mario Rosiello, sub professionista in pensione, ha individuato la testa in marmo di una divinità bifronte, probabilmente Giano, e la parte inferiore di una statua naofora in granito che ha prontamente consegnato ai Carabinieri (seppur mi faccia sempre storcere il naso l’archeologia fai da te). La scultura egizia conserva solo la base, le gambe e le mani dell’ancora anonimo individuo rappresentato inginocchiato mentre sorregge un naos, un tabernacolo contenente la figura di un dio.

A Pozzuoli era già stata scoperta una scultura del genere, nella necropoli monumentale di Via Celle. Infatti, l’antica Puteoli, insieme ad altri centri del litorale campano come Cuma, Baia, Bacoli e Pompei, fu il punto iniziale di diffusione dei culti egizi – soprattutto Iside e Serapide – che arrivarono nella penisola italiana a partire dal II sec. a.C. grazie a mercanti e marinai stranieri. Per questo non deve stupire la presenza di aegyptiaca, originali o egittizzanti, nei siti archeologici della Campania.

Per approfondimenti e il video della scoperta: http://www.nationalgeographic.it/multimedia/2019/09/23/video/scoperta_reperti_statue_mare_pozzuoli-4554873/1/

Fra l’altro, non è la prima volta che un ritrovamento del genere viene effettuato nei fondali della zona, come giustamente mi fa notare Antonio Cangiano, giornalista che sta scrivendo un libro sull’archeologia subacquea nei Campi Flegrei. Nel 1985, ad esempio, nei pressi di Punta dell’Epitaffio a Baia, il sub Vincenzo Gaudino individuò fortuitamente un frammento di statua in diorite risalente alla XXX dinastia (380-342 a.C.), iscritto con geroglifici su due lati (foto in basso).

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Di Fraia G., Lombardo N., Scognamiglio E., “Contributi alla topografia di Baia sommersa”, in «Puteoli. Studi di Storia Antica», 9-10 (1985-1986)

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Nuovi “tesori sommersi” al largo di Alessandria

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Source: Christoph Gerigk © Franck Goddio/Hilti Foundation

Utilizzando il titolo spesso usato per le sue mostre, Franck Goddio continua a recuperare “tesori sommersi” dalle acque al largo di Alessandria. La missione di archeologia subacquea dell’Institut Européen d’Archéologie Sous-Marine diretta dal francese ha da qualche mese terminato l’ultima stagione dell’anno nella baia di Abukir, ma il Ministero delle Antichità ne ha ufficializzato i risultati solo 10 giorni fa.

Grazie a un sonar di ultima generazione con cui sono stati scandagliati i fondali a nord-est di Alessandria, si è capito che l’antica città di Canopo, ormai completamente sommersa, si esteva almeno per 1 km verso sud in più di quello che si pensava. I sub, in quest’area, hanno individuato i resti di alcuni edifici e del porto che, per la tipologia di ceramica ritrovata, collocano l’occupazione del sito tra il IV secolo a.C. e l’età islamica. Gli archeologi hanno scoperto anche gioielli (foto in alto a destra) e diverse monete in bronzo e oro, coniate dall’età tolemaica al periodo bizantino (in alto a sinistra).

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Source: Christoph Gerigk © Franck Goddio/Hilti Foundation

Nella vicina Heracleion, invece, sotto metri di deposito limoso, si nascondevano le rovine di un grande tempio consacrato ad Amon, probabilmente il più importante della città, e di un santuario più piccolo. Delle strutture rimangono solo frammenti di colonne e blocchi in pietra sparsi. Anche qui sono state trovate monete di bronzo del III-II secolo a.C., tra cui alcune databili al regno di Tolomeo II (282-246 a.C.).

Sono continuate anche le indagini degli oltre 70 relitti scoperti nel 2001 e, in particolare, è stato completato il rilevamento della nave 61 che è risultata essere un’imbarcazione mercantile lunga 13 metri, inabissata alla fine del II secolo a.C. a causa di un terremoto che probabilmente distrusse anche il tempio di Amon.

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/1095-9270.12321

 

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Scoperte armi napoleoniche nel mare di Alessandria

Discovered Napoleon weapons from sunken ship Patriot by Luxor Times 4

Source: Luxor Times Magazine

A largo del porto di Alessandria, più precisamente a nord dell’isola di Pharos, sono state recuperate alcune armi risalenti alla fine del XVIII secolo. Le pistole e i fucili potrebbero provenire dalla “Patriot”, una delle navi francesi usate per la campagna d’Egitto (1798-1801) di Napoleone Bonaparte. La scoperta è stata effettuata da una missione russa che sta scandagliando il fondale alla ricerca di relitti di imbarcazioni affondate. Ed è curioso notare che la data di oggi, 22 giugno, corrisponda all’ultima abdicazione dell’imperatore dopo la battaglia di Waterloo nel 1815.

http://luxortimesmagazine.blogspot.it/2014/06/napoleon-sunken-weapons-discovered-on.html

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