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Un anno (il 9°) di Djed Medu: le notizie egittologiche più importanti del 2022

Nell’anno in cui sono stati ricordati gli anniversari di due importantissimi avvenimenti storici per l’Egittologia, i 200 anni dalla decifrazione del geroglifico (14/09/1822) e i 100 dalla scoperta della tomba di Tutankhamon (4/11/1922), i 9 anni dall’apertura di “Djed Medu” appaiono ben poca cosa. Ma nel mio piccolo, come di consueto mi piace festeggiare questo traguardo soprattutto per ringraziare tutti voi che amate l’Egitto antico e che seguite con costanza il blog o anche, perché no, chi è capitato per caso da queste parti cercando tutt’altro. Dal 29 dicembre 2023, data di pubblicazione del primo articolo, sono state oltre un milione le visualizzazioni ai post pubblicati, senza contare le tante interazioni nate sui vari social connessi al blog.

Come detto, il 2022 è stato caratterizzato da numerosi eventi, tra mostre, conferenze e pubblicazioni, che hanno celebrato, e continuano a farlo, l’intuizione di Jean-François Champollion e la caparbietà di Howard Carter. Al contrario, rispetto al recente passato, non ci sono state grandi inaugurazioni (l’attesa apertura del GEM è stata rimandata al 2023) né scoperte che hanno catturato l’attenzione dei media. Ciò non vuol dire che non ci siano state notizie interessanti, anzi! Tra queste, la più letta è stata stranamente quella del ritrovamento del Tempio di Zeus Kasios a Pelusio, in apparenza meno “attraente” di altre ma evidentemente pompata da una maggiore condivisione sul web. Ho avuto modo fra l’altro di andare in Egitto per ben 3 volte quest’anno e di vedere da vicino molti dei soggetti degli articoli di cui ho scritto su queste pagine e di cui parlerò nei prossimi mesi.

Ecco quindi, come di consueto, la lista delle più importanti (secondo me) notizie egittologiche, mese per mese:

GENNAIO
Voglio aprire l’anno con la scoperta di una missione italiana. Nello specifico, all’inizio del 2022, il team diretto da Patrizia Piacentini (Università degli Studi di Milano) ha annunciato di aver individuato ad Assuan Ovest una tomba di epoca greco-romana (AGH032) con circa 20 mummie.
FEBBRAIO
Ad Abusir, la missione dell’Istituto Ceco di Egittologia della Univerzita Karlova di Praga, diretta da Miroslav Bárta, ha scoperto un enorme deposito di materiale per imbalsamazione di Epoca Tarda. Secondo quanto riferito dal vice-direttore Mohamed Megahed, si tratterebbe addirittura della più corposa cachette di questo tipo mai trovata in Egitto.
MARZO
Come negli ultimi anni, non poteva mancare Saqqara in questa lista. Questa volta la missione dello SCA ha scoperto 5 tombe risalenti all’Antico Regno-inizi Primo Periodo Intermedio a nord-ovest della piramide di Merenra I. Le strutture ipogee, appartenute ad alti funzionari dell’epoca, hanno colpito soprattutto per le decorazioni parietali dai colori ancora vivissimi.
APRILE
Come detto, sicuramente non la notizia più clamorosa dell’anno ma stranamente la più letta è stata quella del ritrovamento del tempio di Zeus Kasios a Pelusio. L’epiteto dato al re dell’Olimpo era già noto da fonti archeologiche, letterarie e numismatiche per questo sito del Sinai nord-occidentale e deriva dall’identificazione con una divinità semitica legata a un monte siriano.
MAGGIO
Sempre a Saqqara, proseguono le indagini nell’area del Bubasteion, santuario dedicato a Bastet, che hanno portato all’individuazione di ulteriori sepolture di Epoca Tarda in cui erano deposti ben 250 sarcofagi e 150 statuette in bronzo.
GIUGNO
Notizia che ho particolare piacere nel riportare perché riguarda la missione egiziano-tedesca a Matariyya (sobborgo del Cairo), diretta da Aiman Ashmawy (MoTA) e Dietrich Raue (Università di Lipsia) e di cui sono stato membro. Tra i tanti, consueti ritrovamenti effettuati nell’antica Eliopoli spicca quello per la prima volta nel sito del nome di Cheope.
LUGLIO
Tornando alla scoperta di febbraio, grazie alla tomba di Wahibrameryneith, “Comandante dei mercenari stranieri” tra XXVI e XXVII dinastia, la missione ceca ha confermato a quale funzionario appartenesse il grande deposito di materiale da mummificazione.
AGOSTO
Altro grande risultato dell’egittologia italiana è stato la scoperta ad Abu Ghurab da parte della missione diretta da Rosanna Pirelli (Università di Napoli L’Orientale) e Massimiliano Nuzzolo (Accademia Polacca delle Scienze di Varsavia) di uno dei templi solari perduti di V dinastia, noti finora solo dalle fonti scritte.
SETTEMBRE
Parliamo di nuovo di Saqqara, ma con un’integrazione di una scoperta, o meglio, di una rispoperta. La missione diretta da Ola El-Aguizy (Università del Cairo) è arrivata al sarcofago di Ptahemuia, tesoriere di Ramesse II, la cui tomba era stata individuata lo scorso anno dopo che era stata già localizzata e parzialmente documentata da Auguste Mariette intorno al 1858-59.
OTTOBRE
In un mese scarso di notizie egittologiche, l’unico articolo del blog è stato dedicato al Premio Nobel per la fiosologia o medicina al biologo svedese Svante Pääbo, col merito di aver sequenziato il DNA mitocondriale dell’uomo di Neanderthal e di aver scoperto, grazie al genoma, l’ancora sconosciuta specie dell’Homo di Denisova. Pääbo, prima di passare a Medicina, si era iscritto alla facoltà di Egittologia presso l’Università di Uppsala, in Svezia.
NOVEMBRE
A Quesna (o Quweisna), località nel Delta 60 km a nord del Cairo, nota soprattutto per la necropoli dei falchi consacrati ad Horus, gli archeologi egiziani hanno individuato una serie di sepolture risalenti a diverse epoche, tra cui spiccano tombe con mummie dalla lingua d’oro.
DICEMBRE
L’anno si è chiuso con una scoperta che colpisce più per il contesto che per la preziosità degli oggetti che erano in una tomba di Akhetaten. Tre anelli e una collana in oro sono stati curiosamente trovati dalla missione dell’Amarna Project in un cimitero non elitario composto da sepolture semplici, di solito senza corredo.
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Eletto un nuovo ministro del Turismo e delle Antichità

Oggi la Camera dei rappresentanti – l’equivalente egiziano della nostra Camera dei deputati – ha decretato un corposo rimpasto di Governo cambiando 13 ministri su un totale di 31 dicasteri.

La riforma ha riguardato anche il Ministero del Turismo e delle Antichità, con Khaled el-Enany che è stato sostituito da Ahmed Eissa Abou Hussein (foto a sinistra), ex Direttore esecutivo del settore del commercio al dettaglio presso la Commercial International Bank.

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Un anno (l’8°) di Djed Medu: le notizie egittologiche più importanti del 2021

Ancora una volta sono qui a celebrare l’anniversario di apertura del mio blog che si avvicina sempre di più all’incredibile traguardo dei 10 anni! In tutto questo tempo gli articoli pubblicati sono stati tanti, addirittura più di 1000 (cifra raggiunta due mesi fa), a testimonianza che l’Egitto resta una fonte inesauribile di notizie per studiosi e appassionati. Tuttavia, come l’anno precedente, il 2021 è stato caratterizzato da meno news provenienti da missioni archeologiche, soprattutto straniere, ancora a causa della situazione sanitaria globale. Nonostante ciò, abbiamo assistito a scoperte importanti che spesso hanno avuto grande spazio sul web e sui media tradizionali.

In realtà, il 2021 è stato, più che altro, l’anno delle inaugurazioni ufficiali e delle grandi parate. Se l’apertura del Grand Egyptian Museum è stata ancora una volta rimandata, abbiamo assistito a sfarzosi eventi trasmessi in diretta, come il trasferimento della barca solare di Cheope (articolo più letto dell’anno), la sfilata delle mummie reali al Cairo e quella del Viale delle Sfingi di Luxor.

Ma ecco, come di consueto, la lista delle più importanti notizie egittologiche, mese per mese:

GENNAIO
L’anno si è aperto ancora una volta da Saqqara, ormai sito principale dell’arcehologia egiziana, dove Zahi Hawass ha individuato 22 pozzi funerari con decine di sarcofagi di epoca ramesside e il tempio funerario di una nuova regina di VI dinastia, Neith, sposa e al tempo stesso figlia di Teti.
FEBBRAIO
Più che una scoperta, una riscoperta quella della missione egiziano-americana ad Abido Nord di un birrificio di ben 5000 anni. Già nota all’inizio del Novecento e poi rinsabbiata, la struttura è stata scavata estensivamente solo di recente, portando alla stima di una capacità di produzione di 22.400 litri di birra alla volta.
MARZO
A Kom el-Akhmar/Sharuna, sito nel Medio Egitto, archeologi tedeschi, spagnoli ed egiziani hanno individuato blocchi iscritti, testimonianza dell’esistenza di un tempio risalente al regno di Tolomeo I di cui restano solo le fondamenta.
APRILE
Mese veramente pregno di eventi grazie alla “Pharaohs’ Golden Parade”, il trasferimento in diretta mondiale di 22 mummie reali dal Museo Egizio del Cairo al Museo Nazionale della Civiltà Egiziana, e al ritrovamento (se non il più importante, sicuramente il più pubblicizzato) a Tebe Ovest di Tjehen-Aten, centro amministrativo dell’epoca di Amenofi III ribattezzato la “città d’oro”.
MAGGIO
A Sohag, in pieno deserto, sono state censite 250 tombe scavate nella roccia risalenti all’Antico Regno, ma riutilizzate nei secoli successivi fino all’Epoca Tarda e al Periodo tolemaico.
GIUGNO
Ritrovamento “egizio” italiano. Le virgolette dipendono dai dubbi sull’origine di un balsamario in faience, della tipologia detta “Nilo”, ,che era all’interno di una tomba etrusca del VII sec. a.C. nella Necropoli dell’Osteria, a Vulci. L’oggetto ha sicuramente fattezze egittizzanti, ma potrebbe essere stato realizzato a Rodi.
LUGLIO
Ancora novità dalle acque di Alessandria. Nella baia di Abu Qir, dove un tempo sorgeva l’antica città di Heracleion, il team diretto da Frank Goddio ha individuato il relitto di una rara nave militare di epoca tolemaica e un cimitero del IV secolo a.C.
AGOSTO
Un vero e proprio mega-trasloco quello della barca solare di Cheope, pesante 20 tonnellate, dal suo museo a Giza al Grand Egyptian Museum. Un gigantesco veicolo ha impiegato 10 ore per coprire il percorso di circa 4 km e trasportare la fragile imbarcazione verso la sua nuova sede espositiva.
SETTEMBRE
Scoperta veramente rara a Tell el-Farain (Buto), nel Delta: riposti sotto blocchi di pietra c’erano diversi strumenti di culto effettivamente usati durante i riti religiosi in onore di Hathor durante la XXVI dinastia, come vasi, statuette e incensieri.
OTTOBRE
Ancora una riscoperta quella che a Saqqara ha visto lo scavo, dopo oltre 150 anni, della tomba di Ptahemuia, tesoriere di Ramesse II, già documentata da Auguste Mariette intorno al 1858-59.
NOVEMBRE
Terzo grande evento mediatico dell’anno: dopo quasi vent’anni di lavoro di scavo e sistemazione della strada che collegava Karnak e Tempio di Luxor, il Viale delle Sfingi di Luxor è stata finalmente inaugurato in diretta mondiale.
DICEMBRE
La missione egiziano-tedesca a Sheikh Hamad, nella provincia di Sohag, ha scoperto oltre 13.000 ostraka iscritti (ma da fonti interne, la cifra è salita a 15.000) in geroglifico, ieratico, demotico, copto, greco e arabo. Per il resto, tante notizie anticipate in esclusiva sulla nuova serie di National Geographic “Lost treasures of Egypt”.
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Lo spettacolo “faraonico” dell’apertura del Viale delle Sfingi

Come ampiamente pubblicizzato, ieri alle 18.30 (ore italiane) si è tenuta la cerimonia di apertura del Viale delle Sfingi di Luxor. L’evento è stato coperto da giornalisti di tutto il mondo e trasmesso in diretta sul canale YouTube dell’ufficio del turismo in Egitto (il video è ancora disponibile in basso).

Ci si aspettava un grande spettacolo – qualcuno aveva parlato di qualcosa di addirittura più sfarzoso della Parata delle mummie reali – ed effettivamente si sono notati un impegno e una preparazione tecnica maggiore rispetto alle manifestazioni analoghe del passato. Tutto questo perché l’inaugurazione è stata soprattutto, ancora una volta, una grande vetrina promozionale per cercare di attrarre di nuovo visitatori in Egitto.

Non a caso, dopo l’arrivo del presidente Al-Sisi, accompagnato dal ministro del Turismo e delle Antichità Khaled el-Enany, è partito un lungo spot in cui sono state mostrate tutte le attrazioni, culturali e non, della città di Luxor. Fra l’altro, in uno spezzone del video è stata brevemente spoilerata la scoperta di una tomba nella necropoli di el-Asasif con il segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Mostafa Waziry.

Autorità locali e ambasciatori stranieri erano seduti nella corte di Amenofi III del Tempio di Luxor, dove è stato allestito un palco con maxischermo e, nella prima parte della serata, si sono tenuti spettacoli di musica e balli tradizionali e con canzoni in inglese e arabo. Altri interventi stile musical erano già registrati in templi della riva occidentale, come il Ramesseo e Deir el-Bahari, e su una grande chiatta galleggiante nel Nilo.

In realtà, la processione vera e propria è durata solo mezz’ora. Come nella Festa di Opet – celebrazione religiosa durante la quale le barche con le effigi dei tre dèi della triade tebana, Amon, Mut e Khonsu, erano trasportate da Karnak al Tempio di Luxor – il lungo corteo ha percorso i 2700 metri della “Kebash Road” tra le sfingi e fasci di luci. Partendo da “Bab el-Amara”, l’ingresso monumentale del Tempio di Khonsu, centinaia di ballerini e figuranti vestiti con abiti faraonici hanno accompagnato le imbarcazioni fino alla seconda corte del Tempio di Luxor.

La colonna sonora, composta da Nader Abbassi – che ha anche diretto l’Orchestra Filarmonica Unita e 160 percussionisti – e Ahmed el-Mougy, è stata interpretata in particolare da quattro solisti: Shahd Ezz per l’intro, Haidy Moussa nel “Canto di Hatshepsut”, il tenore Ezz el-Ostul – fra l’altro, padre della prima cantante – nel “Canto di Amon-Ra” e, infine, Wael el-Fashny in “Luxor baladna” (“Luxor è il nostro paese”). Se si esclude l’ultimo brano che è tratto dallo storico film egiziano “Gharam fi al-Karnak” (“Amore a Karnak”), tutti gli altri pezzi hanno il testo in antico-egiziano estrapolato da inni templari.

Per rivedere l’intera cerimonia:

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Inaugurazione del Viale delle Sfingi di Luxor: dove vedere la diretta

Source: Friends of Egypt support tourism to Egypt

I preparativi fervono ormai da mesi, ma finalmente domani alle 19:30 egiziane (18:30 da noi) si terrà l’inaugurazione ufficiale del Viale delle Sfingi di Luxor, il più vasto museo all’aperto del mondo. Inizialmente programmato per il 4, anniversario della scoperta della tomba di Tutankhamon, l’evento è stato poi spostato al 25 novembre, altra ricorrenza simbolica perché coincidente con l’apertura della KV62 nel 1922.

La cerimonia coronerà anni di scavo e sistemazione della “Kebash Road” attraverso uno spettacolo che è stato definito ancora più sfarzoso della parata delle mummie reali dello scorso aprile. I 2700 metri che collegano il complesso di Karnak al Tempio di Luxor saranno percorsi da centinaia di comparse in abiti faraonici e da riproduzioni delle barche sacre che, durante la Festa di Opet, trasportavano le statue degli dei della triade tebana, Amon, Mut e Khonsu. Parallelamente, le acque del Nilo saranno solcate da feluche e altre spettacolari imbarcazioni realizzate per l’occasione. Il tutto sarà poi accompagnato da giochi di luci e laser e dal sottofondo musicale di un’orchestra posta nella corte di Amenofi III del Tempio di Luxor.

La parata sarà trasmessa in diretta sui seguenti canali:

https://www.youtube.com/c/ExperienceEgypt

https://www.youtube.com/c/LuxorTimes

https://www.facebook.com/luxortimesmagazine

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Trasferita nella notte la barca solare di Cheope al Grand Egyptian Museum

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Nell’anno delle sfarzose parate dell’archeologia egiziana, la barca solare di Cheope ha fatto il suo ultimo (forse) viaggio. Dopo il trasferimento delle mummie reali e prima di quello della maschera di Tutankhamon e dell’inaugurazione del Viale delle Sfingi a Luxor, nella notte una gigantesca ‘arca’ nero-dorata ha trasportato lentamente l’imbarcazione di 4600 anni per i 4 km che la separavano dal vecchio museo all’ombra della Grande Piramide, in cui si trovava dal 1982, alla nuova sede espositiva del Grand Egyptian Museum.

Questa volta, però, l’evento non ha avuto la copertura mediatica che si è vista per le mummie dei faraoni; d’altronde, si è trattato di un ‘mega trasloco’ durato quasi 48 ore, tra le delicate operazioni di preparazione e la marcia vera e propria, partita ieri alle 18.00 e conclusasi alle prime luci dell’alba di oggi. Per scongiurare danni all’imbarcazione, infatti, il gigantesco veicolo importato dal Belgio ha coperto il percorso in circa 10 ore, a una velocità massima di 600 metri orari.

Le dimensioni della barca (43 metri di lunghezza e 6 di larghezza) e il peso di 20 tonnellate, insieme alla scontata fragilità di un reperto in legno millenario, hanno richiesto una lunga fase preliminare, a partire dalla chiusura del vecchio museo nell’agosto 2020. Da quel momento, l’imbarcazione è stata restaurata, consolidata, sterilizzata e imballata. Attorno all’edificio poi – fra l’altro opera dell’architetto italiano Franco Minissi – sono state montate impalcature per permettere lo spostamento della barca nel veicolo manovrato da remoto. Dispositivi di monitoraggio hanno controllato temperatura, umidità e vibrazioni all’interno; inoltre, tutte le strade del percorso sono state adattate per evitare pericolose pendenze.

Questa barca fu scoperta nel 1954 dall’archeologo egiziano Kamal el-Mallakh in una fossa sul lato sud della Piramide di Cheope e doveva servire a trasportare nell’aldilà il corpo del faraone e forse anche fisicamente nel corteo funebre; i resti di una seconda imbarcazione, individuata con precisione solo nel 1987, sono stati da poco prelevati e sono in attesa di essere restaurati e riassemblati nel Grand Egyptian Museum.

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Zahi Hawass scaverà nei pressi dell’iscrizione di Ramesse III in Arabia Saudita

Source: see.news (elaborazione grafica: M. Mancini)

Questa volta è proprio il caso di chiamarlo… Zahi d’Arabia.

L’archeologo più famoso d’Egitto sta per “espatriare” momentaneamente per dirigere, il prossimo novembre, una missione in Arabia Saudita. Ad annunciarlo è stato lo stesso Hawass dopo un incontro con Jasir al-Harbash, capo della Commissione Patrimonio storico saudita (nella foto in alto). La campagna di ricognizione e scavo si terrà per almeno tre mesi a Tayma, oasi nel nord del paese dove, nel 2010, è stata scoperta la prima iscrizione in geroglifico egiziano in Arabia Saudita.

Su una parete rocciosa archeologi locali avevano individuato due colonne e una linea di segni con i cartigli, alti 60 cm, del faraone Ramesse III (1186-1155 a.C.):

1. nswt bity nb tAwy Wsr-MAat-Ra mry Imn
2. sA Ra nb xaw Ra-ms-s(w) HqA Iwnw
3. mry HqA aA (n) tA nb
1. Re dell’Alto e Basso Egitto, Signore delle Due Terre Usermaatra amato da Amon
2. Figlio di Ra, Signore delle Corone, Ramesse Principe di Eliopoli
3. Amato dal “grande principe di tutte le terre”

L’iscrizione è simile ad altre 2 trovate nel Sinai (Wadi Abu Gada) e una nel sud del Deserto del Negev (Themilat Radadi), a indicare il possibile tracciato di una pista carovaniera orientale. D’altronde, di Ramesse III sappiamo già dal Papiro Harris I che organizzò spedizioni commerciali a Punt e proprio verso est, alla ricerca di rame a Timna e di turchese nelle miniere di Serabit el-Khadim. Ma è indubbia l’importanza di una testimonianza così estrema e lontana dalla costa del Mar Rosso (ben 400 km dal Golfo di Aqaba) che potrebbe far pensare a una via commerciale verso il sud della penisola arabica, luogo da dove proveniva il prezioso incenso.

La presenza dell’iscrizione a Tayma non è casuale. Tra le aree archeologiche più importanti dell’Arabia Saudita, l’oasi era frequentata già a partire da 85.000 anni fa, ma in epoche meno remote divenne uno snodo economico fondamentale dove confluivano diverse vie commerciali. Tayma è infatti citata nelle fonti babilonesi e assire e le rocce dell’area conservano la tracce del passaggio di una moltitudine di genti che hanno lasciato petroglifi e incisioni nelle loro lingue (come quelli a sinistra dei cartigli). Inoltre, già gli archeologi sauditi e quelli tedeschi del Deutsches Archäologisches Institut avevano trovato in zona scarabei di epoca ramesside e amuleti in faience databili dal XII al IX sec. a.C.

Per approfondire:

EN: https://www.jstor.org/stable/41623650

EN: https://www.academia.edu/9185284/_A_road_to_the_Arabian_Peninsula_in_the_reign_of_Ramesses_III_in_F_Förster_H_Riemer_Desert_Road_Archaeology_Africa_Praehistorica_27_2013

FR: https://halshs.archives-ouvertes.fr/halshs-01175620/document

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I faraoni hanno una nuova casa: lo spettacolo di luci e musica della parata delle mummie reali

Si è da poco conclusa la “Pharaohs’ Golden Parade”, la spettacolare parata ufficiale che ha visto il trasferimento di 22 mummie reali dal Museo Egizio del Cairo al Museo Nazionale della Civiltà Egiziana (NMEC). Dopo che lo scorso luglio si era già proceduto a spostare 17 dei sarcofagi che li accompagnavano nelle cachette reali di Deir el-Bahari (TT320) e della tomba di Amenofi II (KV35), i corpi imbalsamati di faraoni e regine delle dinastie 17, 18, 19 e 20 hanno lasciato il luogo dove hanno riposato per oltre un secolo. In realtà l’evento era previsto per la fine del 2020 (e in effetti a dicembre avevo già trovato preparativi avviati), ma la pandemia globale ha costretto le autorità locali a rimandarlo.

Dopo una lunga fase promozionale in cui sono state mostrate le bellezze turistiche egiziane e i nuovi progetti museali in corso, il lungo corteo è partito dal Museo Egizio, ha attraversato il giardino oltrepassando i pesanti cancelli in ferro temporaneamente rimossi, ha girato intorno alla nuova istallazione di Piazza Tahrir, con l’obelisco di Ramesse II e le quattro sfingi di Karnak svelate per l’occasione, fiancheggiato il Nilo lungo la Corniche e si è mosso verso il quartiere Fustat attraverso 8 tappe. 22 vistosi carri motorizzati – in forma di barche che conducevano i defunti nell’aldilà – hanno trasportato sarcofagi dorati con le regali spoglie una volta esposte nelle Sale 52 e 56 del Museo Egizio. Sulle fiancate dei veicoli, il nome di ogni faraone e regina era scritto in geroglifico, arabo e inglese. Il ministro del Turismo e delle Antichità, Khaled el-Anany, aveva comunque rassicurato sulla sicurezza dell’operazione, dicendo che le unità che contengono le mummie, sarebbero state sterilizzate e a prova di vibrazione e che comunque i carri avrebbero raggiunto al massimo i 20 km/h.

Il percorso è stato caratterizzato da giochi di luci e laser, centinaia di ballerini e figuranti in abiti faronici, carri da guerra, cavalli e una scorta di poliziotti in motocicletta. A scandire ogni passo l’Orchestra Filarmonica Unita con brani di epica musica tradizionale araba e addirittura un pezzo in lingua antico-egiziana (un inno a Iside di epoca tolemaica dal Tempio di Deir el-Shelwit a Luxor).

Infine, le mummie sono state accolte al NMEC da 21 salve di cannone e dal presidente egiziano Al Sisi. Qui sono state inaugurate la Sala centrale e la nuova Sala delle Mummie reali. Quest’ultima in particolare, dove erano già stati collocati i 17 sarcofagi, è stata progettata per ricordare l’ingresso in una tomba nella valle del re, con un pendio da superare e una stanza dipinta di nero scarsamente illuminata. Le mummie, però, saranno esposte solo fra due settimane dopo un periodo d’incubazione e tutti i controlli del caso.

La lista delle mummie:

  • Seqenenra Tao (1560 a.C. circa, XVII din.)
  • Ahmose-Nefertari (Grande Sposa Reale di Ahmosi I)
  • Amenofi I (1524-1503, XVIII din.)
  • Ahmose Meritamon (Grande Sposa Reale di Amenofi I)
  • Thutmosi I (1503-1493, XVIII din.)
  • Thutmosi II (1493-1479, XVIII din.)
  • Hatshepsut (1479-1458, XVIII din.)
  • Thutmosi III (1479-1425, XVIII din.)
  • Amenofi II (1427-1397, XVIII din.)
  • Thutmosi IV (1397-1388, XVIII din.)
  • Amenofi III (1388-1351, XVIII din.)
  • Tiye ? (Grande Sposa Reale di Amenofi III; la cosiddetta Elder Lady della KV35)
  • Seti I (1290-1279, XIX din.)
  • Ramesse II (1279-1213, XIX din; in foto)
  • Merenptah (1213-1203, XIX din.)
  • Seti II (1203-1197, XIX din.)
  • Siptah (1197-1191, XIX din.)
  • Ramesse III (1186-1155, XX din.)
  • Ramesse IV (1155-1149, XX din.)
  • Ramesse V (1149-1145, XX din.)
  • Ramesse VI (1145-1137, XX din.)
  • Ramesse IX (1129-1111, XX din.)

Potete riguardare l’intera parata qui: https://www.youtube.com/watch?v=bnlXW7KZl0c&ab_channel=ExperienceEgypt

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Pharaohs’ Golden Parade: quando e dove si potrà vedere la sfilata delle mummie reali

Source: Egypt Today Magazine

Domani si terrà la tanto attesa parata delle mummie reali, il trasferimento al Museo Nazionale della Civiltà Egiziana (NMEC) dei corpi imbalsamati di 22 tra re e regine che attualmente si trovano presso il Museo Egizio del Cairo. Prevista inizialmente per il 15 giugno 2020, la parata è stata poi spostata al 3 aprile 2021 a causa del covid-19. L’evento è stato pensato, più che per rendere onore alle spoglie di antichi sovrani deceduti, come una celebrazione della grandezza dell’Egitto, quindi ci si aspetta uno spettacolo sfarzoso. L’aspetto promozionale della “Pharaoh’s Golden Parade” è infatti sottolineato dal fatto che sarà ripresa e trasmessa in diretta YouTube, perciò visibile in tutto il mondo.

Le mummie partiranno su speciali carri motorizzati dal Museo Egizio e arriveranno in circa un’ora alla nuova sede espositiva attraverso 6 tappe principali: il giro attorno all’obelisco di Ramesse II in Piazza Tahrir, Piazza Simon Bolivar, la sfilata lungo la Corniche del Nilo, il quartiere di Al-Sayeda Zainab, il quartiere Fustat e infine il NMEC (immagine in basso). Ad accompagnare il corteo ci saranno soldati a cavallo, ballerini e musicisti in abiti tradizionali e figuranti in costumi faraonici. A quanto pare, poi, le facciate di tutti gli edifici raggiunti è stata dipinta d’oro e a conclusione della sfilata ci saranno fuochi d’artificio e giochi di luci.

Come detto, la parata sarà in live streaming a partire dalle 18:00 del Cairo (attualmente stesso orario dell’Italia) sui canali youtube del Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità (https://bit.ly/3dmCpp8) e dall’Agenzia egiziana per la promozione turistica (https://bit.ly/3tUErDu).

Io commenterò l’evento in diretta sul mio gruppo Telegram (https://t.me/djed_medu) e, qualora vogliate, sarete i benvenuti. Aspetto anche i vostri commenti!

  • LA LISTA DELLE MUMMIE:
  • Seqenenra Tao (1560 a.C. circa, XVII din.)
  • Ahmose-Nefertari (Grande Sposa reale di Ahmosi I)
  • Amenofi I (1525–1504, XVIII din.)
  • Meritamon (Grande Sposa Reale di Amenofi I)
  • Thutmosi I (1504–1492, XVIII din.)
  • Thutmosi II (1492–1479, XVIII din.)
  • Hatshepsut (1479-1452, XVIII din.)
  • Thutmosi III (1479–1425, XVIII din.)
  • Amenofi II (1425-1397, XVIII din.)
  • Thutmosi IV (1397-1390, XVIII din.)
  • Amenofi III (1390–1352, XVIII din.)
  • Tiye (Grande Sposa Reale di Amenofi III)
  • Seti I (1294–1279, XIX din.)
  • Ramesse II (1279-1213, XIX din; in foto)
  • Merenptah (1213–1203, XIX din.)
  • Seti II (1200–1194, XIX din.)
  • Siptah (1194–1188, XIX din.)
  • Ramesse III (1184–1153, XX din.)
  • Ramesse IV (1153–1147, XX din.)
  • Ramesse V (1147-1143, XX din.)
  • Ramesse VI (1143–1136, XX din.)
  • Ramesse IX (1125-1107, XX din.)

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Un anno (il 7°) di Djed Medu: le scoperte archeologiche più importanti in Egitto del 2020

Ed eccoci qui, come ogni 29 dicembre, a celebrare il compleanno di Djed Medu e soprattutto a fare il bilancio dei più importanti eventi egittologici verificatisi durante l’anno. Nel 2020 ho drasticamente diminuito il numero di articoli pubblicati sul blog, vuoi perché avevo una tesi di dottorato da finire, ma soprattutto perché ci sono state effettivamente meno notizie di cui parlare a causa della pandemia globale. Salvo pochi casi, infatti, gli archeologi stranieri non hanno potuto recarsi in Egitto e le scoperte si devono soprattutto a missioni locali. Il primo posto della copertura mediatica va senza dubbio allo scavo nell’area del Bubasteion a Saqqara che, con i suoi infiniti sarcofagi, ha raggiunto prime pagine, servizi televisivi e le home dei siti dei giornali di tutto il mondo. Solo la missione nella necropoli di Tuna el-Gebel, ancora una volta diretta da Mostafa Waziry, ha retto il passo per qualche mese, tanto da creare un vero e propio botta e risposta di annunci sensazionalistici.

Ma partiamo con la carrellata delle più importanti notizie egittologiche, mese per mese:

GENNAIO

Così come negli scorsi tre anni, nella necropoli di Tuna el-Gebel sono state scoperte altre tombe risalenti al Periodo Tardo. A gennaio è stato annunciato il ritrovamento, solo il primo dell’anno per il sito, di diversi pozzi funerari con 20 sarcofagi appartenuti a sacerdoti di Thot della XXVI dinastia (672-525 a.C.), accompagnati da oltre 10.000 ushabti, amuleti e canopi.

FEBBRAIO

A oltre 5000 anni fa risalgono invece le 83 tombe predinastiche scoperte a Kom el-Khilgan, nel Delta orientale. Tra queste sepolture, alcune consistevano in fosse ovali scavate nella sabbia con il defunto deposto in posizione fetale all’interno di rare casse funerarie in terracotta. E vogliamo far passare un anno senza novità sull’affare Tutfertiti? Sarebbe stata rilevata un’anomalia nelle vicinanze della KV62 durante l’ultimo ciclo di scansioni con georadar nella Valle dei Re.

MARZO

La missione polacca a Deir el-Bahari ha individuato un promettente deposito di fondazione reale che potrebbe indicare la vicinanza della tomba del faraone Thutmosi II, la cui ubicazione è ancora ignota. Tra i detriti c’era una cassa in pietra calcarea che conteneva tre pacchetti di lino con lo scheletro di un’oca, un uovo dello stesso uccello e una cassettina di legno con un uovo di ibis. Un quarto involto di lino racchiudeva uno scrigno in faience con il nome del faraone.

APRILE

La lunga serie di scoperte effettuate nell’area del Bubasteion di Saqqara comincia con una mummia di mangusta, rara per le sue eccezionali dimensioni. A Dra Abu el-Naga invece, la missione spagnola del “Proyecto Djehuty” ha scoperto due sarcofagi della XVII dinastia nella corte della TT11. Il primo apparteneva a una ragazza di 15/16 anni, il cui corpo era ancora adornato da collane e altri gioielli. Il secondo invece è una miniatura di 22 cm che conteneva uno “stick shabti”.

MAGGIO

Altre novità da Saqqara sono arrivate dal versante dei laboratori di mummificazione a sud della piramide di Unas. La missione egiziano-tedesca dello SCA e dell’Università di Tübingen ha individuato un ulteriore pozzo funerario con le sepolture di tre sacerdoti della dea serpente Niut-sh-es, tra cui spicca anche una defunta, chiamata Didibastet, che era accompagnata da ben 6 canopi.

GIUGNO

Non reggono il confronto con le altre scoperte dell’anno, ma i nuovi ritrovamenti effettuati lungo il Viale delle Sfingi a Luxor finiscono comunque in questa lista perché sono gli unici del mese di giugno. Durante i lavori di restauro della strada, sono emersi forni di epoca romana e un muro di contenimento.

LUGLIO

Non il risultato di uno scavo archeologico ma la pubblicazione di un’applicazione informatica. Concretizzando un progetto nato con l’uscita del videogioco “Assassin’s Creed: Origins”, Google ha lanciato Fabricius, il primo traduttore automatico di geroglifici.

AGOSTO

Mese di scoperte animalesche! La necropoli degli animali domestici di Berenice ha rivelato anche la presenza di scimmie provenienti dall’India. Invece, a Qubbet el-Hawa, Assuan Ovest, la missione spagnola ha ritrovato un deposito con le mummie di 11 coccodrilli.

SETTEMBRE

Tornando al Bubasteion di Saqqara, alla fine dell’estate è cominciata un’infinita serie di anticipazioni ufficiose e comunicati ufficiali sul ritrovamento di cachette con decine e decine di sarcofaci di Periodo Tardo ed Epoca Tolemaica. A partire da tre pozzi funerari con 59 sarcofagi ancora sigillati, accompagnati da centinaia di oggetti di corredo.

OTTOBRE

Ancora un pozzo fumerario ma a Tuna el-Gebel. A 10 metri di profondità era sepolto il “Sovrintendente del tesoro reale” Pa-di-Iset, importante funzionario della XXVI dinastia che era accompagnato da uno splendido set di vasi canopi in alabastro e da due statue in calcare raffiguranti una donna in piedi e un bovino seduto.

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NOVEMBRE

59 sarcofagi a Saqqara non bastavano, così ne sono stati annunciati altri 100 o più in quella che è stata definita dalle autorità egiziane “la più grande scoperta archeologica del 2020”. Ancora una volta tutte sigillate e in ottimo stato di conservazione, le bare risalgono per lo più alla XXVI dinastia ma anche al Periodo tolemaico.

DICEMBRE

L’anno si è chiuso con un’affascinante ri-scoperta. Uno dei pochi oggetti rinvenuti nella Piramide di Cheope, di cui si erano perse le tracce da decenni, è rispuntato nei depositi del museo dell’Università di Aberdeen: una stecca in legno di cedro, ormai in frantumi.

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Scoperta bonus: non è stata ancora ufficialmente annunciata, ma scommetto che la tomba di Penmes a Saqqara sarà presentata nel 2021. Ci rivediamo fra un anno per vedere se avrò avuto ragione o meno.

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