Articoli con tag: Amon-Ra

Rinnalzato l’obelisco caduto di Hatshepsut a Karnak

Continuano i lavori di restauro nel complesso templare di Karnak che stanno interessando strutture architettoniche e statue monumentali. Nello specifico, questa mattina il Ministero del Turismo e delle Antichità ha comunicato l’avvenuta anastilosi (ri-erezione) dell’obelisco di Hatshepsut che giaceva vicino il lago sacro.

Più precisamente, è stata rimessa in piedi solo la porzione superiore alta 11 metri e pesante 90 tonnellate, compreso il pyramidion in cui la regina è raffigurata inginocchiata alla presenza del padre divino Amon. Il monolite di granito faceva parte di una coppia fatta erigere da Hatshepsut (1479-1358 a.C.) tra il 4° e il 5° pilone del Tempio di Amon-Ra, di cui però resta integro solo l’obelisco nord alto circa 30 metri. Di quello sud si conserva nella posizione originaria solo il piedistallo e la parte bassa (foto in basso a destra), dopo che cadde in antichità, forse a causa di un disastroso terremoto.

L’attuale posizione della cuspide, nei pressi del grande scarabeo di Amenofi III, si deve all’egittologo francese Georges Legrain che la spostò dalle macerie durante il restauro della Grande Sala Ipostila.

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Aperto al pubblico il Santuario di Amon-Ra a Deir el-Bahari

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Source: travel2egypt.org

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Source: wikipedia.org

Continua il restauro del tempio di Hatshepsut a Deir el-Bahari, Tebe Ovest, ad opera della missione polacca diretta da Zbigniew E. Szafrański. Dopo il Complesso solare e la Cappella di Anubi, verranno aperte al pubblico altre strutture della terrazza superiore. Il 9 dicembre, infatti, ci sarà l’inaugurazione ufficiale del cosiddetto “Portico tolemaico” e del Santuario di Amon-Ra. All’evento saranno presenti, oltre a Szafrański, il ministro delle Antichità, Khaled el-Enany, il direttore del Centro di Archeologia del Mediterraneo dell’Università di Varsavia, Tomasz Waliszewski, l’ambasciatore polacco al Cairo, il governatore di Luxor e altri rappresentanti dei due Paesi.

Il Santuario si trova al centro del lato occidentale della terrazza (indicato dalla freccia rossa nell’immagine a sinistra), in asse con le due grandi rampe, e si apre con il Portico e un portale in granito. La struttura interna è composta dalla Sala della Barca e la Camera della Statua con tre cappelle. Qui, il simulacro del dio viene illuminato dai raggi del sole all’alba di ogni solstizio d’estate.

http://templeofhatshepsut.uw.edu.pl/en/news

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Karnak, ricostruita cappella per barca sacra di Thutmosi III

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Source: CNRS-CFEETK 2016

Alla presenza del ministro El-Enany, ieri è stato ufficialmente inaugurato un nuovo monumento nel Museo all’aperto del complesso di Karnak. Nell’area dell’angolo N-E della cinta di Amon-Ra preposta all’esposizione delle strutture ricostruite (come la “Cappella Bianca” di Sesostri I o la “Cappella Rossa” di Hatshepsut), da oggi è possibile ammirare anche la cappella in calcite di Thutmosi III (1458-1424) ritrovata in frammenti, tra il 1914 e il 1954, nel riempimento del 3° pilone e nei pressi del 9° pilone. Il sacello originariamente era  posto di fronte al 4° pilone come stazione intermedia per accogliere la barca sacra di Amon durante le processioni, prima di essere smantellato e riutilizzato come materiale di reimpiego. La ricostruzione della cappella è stata affidata al team del Centre Franco-Égyptien d’Étude des Temples de Karnak (CFEETK) che aveva iniziato nel 2010 rimontando i pezzi delle pareti per poi passare, lo scorso anno, al difficile ricollocamento della lastra del soffitto, pesante 76 tonnellate (qui il video del procedimento). I lavori di restauro e pulizia finale si sono conclusi nelle scorse settimane.

http://www.cfeetk.cnrs.fr/index.php?page=anastylose-chapelle-thoutmosis-iii

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Source: MSA

Con l’occasione, è stato aperto al pubblico anche il Tempio Orientale di Ramesse II (1279-1212), costruito attorno all’Obelisco Unico nell’estremità est della cinta di Amon, prima del portale di Nectanebo I. Modificato da Taharqa (690-664) e da Tolomeo VIII (170-163), il santuario consisteva in un pilone e una sala ipostila.

Per la ricostruzione virtuale: http://dlib.etc.ucla.edu/projects/Karnak/feature/RamessesIIEasternTemple

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Individuate nuove incisioni rupestri a Gebel el Silsila

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Source: MSA

La missione epigrafica del Gebel el Silsila Survey Project, diretta dalla Dott.ssa Maria Nilsson (Lund University, Svezia), ha individuato un’iscrizione rupestre di Epoca Tarda con una rara scena (vedi foto) che rappresenta un faraone offerente verso Amon-Ra e Thot (e non Ptah come scritto dal Ministero. Errato anche l’annuncio della scoperta di una sfinge che, in realtà, risale a qualche anno fa). Questa insolita combinazione divina, secondo la Nilsson, attesterebbe un culto lunare finora sconosciuto. Un’altra nuova scena, invece, mostra il trasporto di un obelisco dalla cava al Nilo.

Gebel el Silsila, tra Edfu e Kom Ombo, è il più grande sito di antiche cave d’arenaria d’Egitto estendendosi per 2,5-3 km² su ogni lato del fiume. Tutta quest’area, una volta conosciuta come Khenu/Kheny, è disseminata di pittogrammi rupestri preistorici, iscrizioni in geroglifico, ieratico, demotico, greco e copto e marchi di cava. L’obiettivo del progetto è proprio la documentazione fotografica di tutto questo materiale epigrafico.

 

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Ripetuto ancora ad Abu Simbel il “Miracolo del Sole”

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Come ogni anno, anche oggi, ad Abu Simbel, si è ripetuto lo spettacolare fenomeno chiamato “Miracolo del Sole”. Alle prime luci dell’alba, i raggi solari hanno varcato l’ingresso del Tempio Maggiore e hanno attraversato tutta la struttura fino a raggiungere le statue di Ptah, Amon-Ra, Ramesse II e Ra-Harakhti che sono nel Sancta Sanctorum. Qui, in realtà, le divinità ad essere illuminate sono state tre con Ptah, dio ctonio, lasciato al buio.

La particolarità del fenomeno è che solo per due volte l’anno, il 22 febbraio e il 22 ottobre, l’angolazione dell’asse terrestre permette alla luce di arrivare in fondo al tempio e, in modo particolare, sull’effige di Ramesse II divinizzato, illuminata per circa 20 minuti. Nonostante il nome con cui la gente lo ha ribattezzato, quest’evento non ha niente di sovrannaturale, ma è il frutto dei precisi calcoli degli antichi architetti che lo avevano previsto per il 20 febbraio (inizio della raccolta) e per il 20 ottobre (fine della piena del Nilo). Lo spostamento del complesso templare, terminato nel 1968 grazie all’intervento dell’UNESCO, ha mantenuto questa peculiarità, anche se ha comportato lo slittamento di due giorni.

Il video del fenomeno dal canale dell’ente egiziano di promozione turistica:

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