Articoli con tag: Archeologia

Un anno (il 9°) di Djed Medu: le notizie egittologiche più importanti del 2022

Nell’anno in cui sono stati ricordati gli anniversari di due importantissimi avvenimenti storici per l’Egittologia, i 200 anni dalla decifrazione del geroglifico (14/09/1822) e i 100 dalla scoperta della tomba di Tutankhamon (4/11/1922), i 9 anni dall’apertura di “Djed Medu” appaiono ben poca cosa. Ma nel mio piccolo, come di consueto mi piace festeggiare questo traguardo soprattutto per ringraziare tutti voi che amate l’Egitto antico e che seguite con costanza il blog o anche, perché no, chi è capitato per caso da queste parti cercando tutt’altro. Dal 29 dicembre 2023, data di pubblicazione del primo articolo, sono state oltre un milione le visualizzazioni ai post pubblicati, senza contare le tante interazioni nate sui vari social connessi al blog.

Come detto, il 2022 è stato caratterizzato da numerosi eventi, tra mostre, conferenze e pubblicazioni, che hanno celebrato, e continuano a farlo, l’intuizione di Jean-François Champollion e la caparbietà di Howard Carter. Al contrario, rispetto al recente passato, non ci sono state grandi inaugurazioni (l’attesa apertura del GEM è stata rimandata al 2023) né scoperte che hanno catturato l’attenzione dei media. Ciò non vuol dire che non ci siano state notizie interessanti, anzi! Tra queste, la più letta è stata stranamente quella del ritrovamento del Tempio di Zeus Kasios a Pelusio, in apparenza meno “attraente” di altre ma evidentemente pompata da una maggiore condivisione sul web. Ho avuto modo fra l’altro di andare in Egitto per ben 3 volte quest’anno e di vedere da vicino molti dei soggetti degli articoli di cui ho scritto su queste pagine e di cui parlerò nei prossimi mesi.

Ecco quindi, come di consueto, la lista delle più importanti (secondo me) notizie egittologiche, mese per mese:

GENNAIO
Voglio aprire l’anno con la scoperta di una missione italiana. Nello specifico, all’inizio del 2022, il team diretto da Patrizia Piacentini (Università degli Studi di Milano) ha annunciato di aver individuato ad Assuan Ovest una tomba di epoca greco-romana (AGH032) con circa 20 mummie.
FEBBRAIO
Ad Abusir, la missione dell’Istituto Ceco di Egittologia della Univerzita Karlova di Praga, diretta da Miroslav Bárta, ha scoperto un enorme deposito di materiale per imbalsamazione di Epoca Tarda. Secondo quanto riferito dal vice-direttore Mohamed Megahed, si tratterebbe addirittura della più corposa cachette di questo tipo mai trovata in Egitto.
MARZO
Come negli ultimi anni, non poteva mancare Saqqara in questa lista. Questa volta la missione dello SCA ha scoperto 5 tombe risalenti all’Antico Regno-inizi Primo Periodo Intermedio a nord-ovest della piramide di Merenra I. Le strutture ipogee, appartenute ad alti funzionari dell’epoca, hanno colpito soprattutto per le decorazioni parietali dai colori ancora vivissimi.
APRILE
Come detto, sicuramente non la notizia più clamorosa dell’anno ma stranamente la più letta è stata quella del ritrovamento del tempio di Zeus Kasios a Pelusio. L’epiteto dato al re dell’Olimpo era già noto da fonti archeologiche, letterarie e numismatiche per questo sito del Sinai nord-occidentale e deriva dall’identificazione con una divinità semitica legata a un monte siriano.
MAGGIO
Sempre a Saqqara, proseguono le indagini nell’area del Bubasteion, santuario dedicato a Bastet, che hanno portato all’individuazione di ulteriori sepolture di Epoca Tarda in cui erano deposti ben 250 sarcofagi e 150 statuette in bronzo.
GIUGNO
Notizia che ho particolare piacere nel riportare perché riguarda la missione egiziano-tedesca a Matariyya (sobborgo del Cairo), diretta da Aiman Ashmawy (MoTA) e Dietrich Raue (Università di Lipsia) e di cui sono stato membro. Tra i tanti, consueti ritrovamenti effettuati nell’antica Eliopoli spicca quello per la prima volta nel sito del nome di Cheope.
LUGLIO
Tornando alla scoperta di febbraio, grazie alla tomba di Wahibrameryneith, “Comandante dei mercenari stranieri” tra XXVI e XXVII dinastia, la missione ceca ha confermato a quale funzionario appartenesse il grande deposito di materiale da mummificazione.
AGOSTO
Altro grande risultato dell’egittologia italiana è stato la scoperta ad Abu Ghurab da parte della missione diretta da Rosanna Pirelli (Università di Napoli L’Orientale) e Massimiliano Nuzzolo (Accademia Polacca delle Scienze di Varsavia) di uno dei templi solari perduti di V dinastia, noti finora solo dalle fonti scritte.
SETTEMBRE
Parliamo di nuovo di Saqqara, ma con un’integrazione di una scoperta, o meglio, di una rispoperta. La missione diretta da Ola El-Aguizy (Università del Cairo) è arrivata al sarcofago di Ptahemuia, tesoriere di Ramesse II, la cui tomba era stata individuata lo scorso anno dopo che era stata già localizzata e parzialmente documentata da Auguste Mariette intorno al 1858-59.
OTTOBRE
In un mese scarso di notizie egittologiche, l’unico articolo del blog è stato dedicato al Premio Nobel per la fiosologia o medicina al biologo svedese Svante Pääbo, col merito di aver sequenziato il DNA mitocondriale dell’uomo di Neanderthal e di aver scoperto, grazie al genoma, l’ancora sconosciuta specie dell’Homo di Denisova. Pääbo, prima di passare a Medicina, si era iscritto alla facoltà di Egittologia presso l’Università di Uppsala, in Svezia.
NOVEMBRE
A Quesna (o Quweisna), località nel Delta 60 km a nord del Cairo, nota soprattutto per la necropoli dei falchi consacrati ad Horus, gli archeologi egiziani hanno individuato una serie di sepolture risalenti a diverse epoche, tra cui spiccano tombe con mummie dalla lingua d’oro.
DICEMBRE
L’anno si è chiuso con una scoperta che colpisce più per il contesto che per la preziosità degli oggetti che erano in una tomba di Akhetaten. Tre anelli e una collana in oro sono stati curiosamente trovati dalla missione dell’Amarna Project in un cimitero non elitario composto da sepolture semplici, di solito senza corredo.
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tourismA 2018: Egitto e non solo

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Dal 16 al 18 febbraio, presso Palazzo dei Congressi di Firenze, si terrà la quarta edizione di tourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale, la manifestazione che ormai è diventata un appuntamento imperdibile per chi si occupa di turismo, valorizzazione e divulgazione nell’ambito dei beni culturali. L’Egitto non sarà protagonista del Salone come lo scorso anno, quando ne è stato Paese ospite, ma riserverà comunque qualche spunto interessante. In particolare, ci saranno gli interventi di due tra i curatori del Museo Egizio di Torino:

  • Enrico FerrarisVenerdì 16, 17:20, Sala Verde (nell’ambito di IT’S BROKEN & UGLY: Archeologia e cultura materiale: Documentazione Analisi Interpretazione);
  • Paolo Del Vesco«Tutela del patrimonio culturale e inclusione sociale in Egitto: dal Museo allo Scavo», Sabato 17, 16:35, Sala 9 (nell’ambito di ARCHEOLOGIA IN ORIENTEIl contributo degli archeologi italiani: dalla tutela del patrimonio culturale al turismo consapevole).

Inoltre, Domenica 18, alle 12:25 nell’Auditorium, il documentarista Brando Quilici parlerà della ricerca di Zahi Hawass sulla cospirazione dell’harem e l’omicidio di Ramesse III (il mio articolo sull’argomento).

Poi non posso non segnalare altri eventi da segnare sull’agenda, a partire da ARCHEOSOCIAL, il consueto incontro di tourismA che, grazie all’organizzazione di Antonia Falcone e Domenica Pate (Professione Archeologo) e di Astrid D’Eredità (ArchePop)  e la partecipazione di Stefania Berruti (Memorie dal Mediterraneo), Marina Lo Blundo (Generazione di Archeologi), Giovanna Baldasarre (ArcheoKids), Giovina Caldarola (Aquinum), Antonio Plescia (Apostrofare Catilina in Senato), è completamente dedicato alla divulgazione archeologica via web. Quest’anno il tema principale sarà l’utilizzo delle immagini, tra meme e visual storytelling (Venerdì 16, 9:00-18:00, Sala 4).
Infine, conferenza succosissima quella curata dal CICAP – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle PseudoscienzeANTICHI ASTRONAUTI… SULLA ROTTA SBAGLIATA: Riflessioni ai confini della fantarcheologia. Si parlerà ovviamente di bufale archeologiche, questa volta non solo eGGizie*. (Sabato 17, 12:00-14:00, Sala Verde).

Il programma completo: http://www.tourisma.it/wp-content/uploads/2018/02/programma_completo_2018.pdf

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“I social media per la cultura: istruzioni per l’uso” (Pisa, 1 dicembre 2017)

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Le “Bufale eGGizie” lasciano internet per un giorno e passano offline grazie all’associazione studentesca VOLO – Viaggiando Oltre L’Orizzonte – di cui sono presidente – che, in collaborazione con l’Università di Pisa, organizza un workshop dal titolo I social media per la cultura: istruzioni per l’uso. Il 1° dicembre, presso la Gipsoteca di Arte Antica (piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa), una serie di esperti di comunicazione digitale parleranno della divulgazione culturale attraverso il web e in particolare i social network. Saranno toccati argomenti come arte, cinema, teatro, letteratura, musei e archeologia. Io aprirò gli interventi della giornata illustrando l’ormai consolidata veicolazione virtuale di fake news e cattiva informazione anche nell’archeologia, per una volta non limitandomi all’antico Egitto.

Qui il programma della giornata:

9:15 – Saluti di VOLO; introduce e modera Azzurra Scarci

9:30 – Mattia Mancini (Djed Medu, Pisa), Alieni e piramidi: fake news e cattiva informazione web in archeologia

9:55 – Marina Lo Blundo (MAN Firenze), Il museo è un luogo social(e)! Comunicare i musei nel web 2.0 e nei social media

10:20 – Michela Santoro (Mlac-Roma), Arte e social media: un mondo reale di reti virtuali

10:45 – Domande e curiosità

11:00 – Pausa

11:15 – Margherita Mattei (Cinema Arsenale, Pisa), “A qualcuno piace social” – La comunicazione online del Cinema Arsenale

11:40 – Antonella Criscuolo (ARTeiNWolrd), Hashtag Puccini: l’Opera è Social

12:05 – Cristina Maranzano, Alice Gennari, Caterina Pinzauti, Gianluca Cometa (Radioeco, Pisa), La comunicazione 2.0: tra web-radio e social

12:30 – Francesco Feola (Francesco Feola Blog letterario, Pisa), La letteratura ai tempi dei social: un fortunato esperimento di blogging

12:55 – Domande e curiosità

http://www.associazionevolo.it/attivita-2/attivita-in-programma/workshop-i-social-media-per-la-cultura-istruzioni-per-luso/

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In partenza per l’Egitto: parteciperò alla missione archeologica di Zawyet Sultan

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ph: Mission to el-Minya

Era da 6 anni che aspettavo questo momento. Finalmente torno in Egitto! Qualcosa avevo già fatto trapelare sulla pagina Facebook nei giorni scorsi, ma ora posso dirlo: si parte! Dal 9 al 27 settembre, infatti, sarò membro di una missione archeologica nei pressi della città di el-Minya, 250 km a sud del Cairo e una sessantina a nord di Amarna (vedi mappa in basso). Il sito dove lavorerò è indicato con vari appellativi, Zawyet el-Maiyitin, Zawyet el-Amwat o Kom el-Ahmar, ma da qui in poi utilizzerò il nome Zawyet Sultan. L’area in questione occupa una lunga fascia della riva orientale del Nilo tra il moderno villaggio che gli dà il nome – e il suo enorme cimitero (foto in basso) – a nord, le montagne del Deserto orientale a est e Kom el-Dik – piccolo centro abitato tra resti archeologici – a sud. Zawyet corrisponde all’antica Hebenu, capitale del XVI nomo dell’Alto Egitto, e ha una storia millenaria con attestazioni che vanno dal predinastico al periodo islamico. Il fulcro del sito, però, corrisponde a una piccola piramide a gradoni (base quadrata di 22,5 m di lato; altezza originaria circa 17 m; altezza attuale 4,75 m) risalente alla fine della III dinastia e che – come altre sei coeve costruite in Alto Egitto (Seila, Abido, Tukh, el-Kulah, Edfu, Elefantina) – è di difficile interpretazione. Forse utilizzata come cenotafio del faraone in territori periferici, la struttura (nella foto in alto) differisce dalle altre simili per il rivestimento in blocchi di calcare. Il resto della piana è occupato dall’insediamento abitativo di epoca romana (case in mattoni crudi) che copre le tracce più antiche. Lungo la falesia, invece, ci sono le tombe rupestri decorate dei funzionari locali di Antico, Medio e Nuovo Regno.

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ph: Mission to el-Minya

Il sito era stato descritto già nel 1798-9 dai “savants” di Napoleone e poi da Champollion e Rosellini nel 1828, ma venne scavato sistematicamente solo nel 1912 (e poi 1913, 1928-9, 1953) da Raymond Weill. Più recentemente, ci sono state indagini di Patrizia Piacentini, Werner Kaiser, Günter Dreyer, Barry Kemp, ma mancava uno studio approfondito d’insieme dell’intera area archeologica. Così è nata la missione a cui parteciperò, congiunta tra University College London (UCL), Universität zu Köln, Università di Pisa e il Ministero egiziano delle Antichità sotto la direzione di Richard Bussmann e Gianluca Miniaci. Il progetto, oltre allo scavo, prevede ricognizioni topografiche e rilievi epigrafici delle iscrizioni delle tombe, tutte cose che spero di mostrarvi – nei limiti delle regole sulla condivisione dei dati e della connessione internet che troverò – sul blog e relativi social (Facebook, Twitter, Instagram) e sui canali ufficiali della missione che vi segnalerò nei prossimi giorni. Quindi, rimanete connessi!

 

http://egittologia.cfs.unipi.it/it/ricerca/zawyet-sultan/

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“XXVII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico” (Rovereto, 4-8 ottobre 2016)

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Torna l’appuntamento annuale con la divulgazione archeologica a mezzo cinematografico: a Rovereto (TN), dal 4 all’8 ottobre, si terrà la “27ª Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico”. La manifestazione, organizzata dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto con la collaborazione della rivista Archeologia Viva, vedrà la presenza di 50 film da tutto il mondo appartenenti al “settore della ricerca archeologica, storica, paletnologica, antropologica e comunque aventi come scopo la tutela e la conservazione dei beni culturali”. Tra questi, tre pellicole si occupano di tematiche inerenti all’antico Egitto: “A la dècouverte du temple d’Amenhophis III” del fotografo e cineasta francese Antoine Chéné che da anni lavora con il Centre Franco-Égyptien d’Études de Temples de Karnak, ma che, questa volta, si è occupato del tempio funerario di Kom el-Hettan;  “Ancient Egypt – Life and Death in the Valley of the Kings”, i due documentari realizzati da Ian Hunt per la BBC con protagonista l’egittologa Joann Fletcher.

A margine delle proiezioni, Francesco Tiradritti, direttore della Missione Archeologica Italiana a Luxor (MAIL), terrà una conferenza dal titolo “Ricerche nel cenotafio di Harwa: iniziazione e resurrezione nell’Egitto del VII secolo a.C.”, confermando, così, Tebe Ovest come filo conduttore dell’egittologia presente a Rovereto nell’edizione 2016.

Il pubblico presente in sala eleggerà il film vincitore del consueto Premio “Città di Rovereto – Archeologia Viva” e si conferma la menzione speciale* conferita da una giuria di archeoblogger di cui ho l’onore e il piacere di far parte insieme a:

Inoltre, quest’anno avrò la possibilità di essere presente di persona all’evento e di accedere all’importante banca dati fotografica del Museo Civico che contiene oltre 30.000 scatti di Maurizio Zulian da diverse località di Alto e Medio Egitto. Quindi, continuate a seguirmi qui sul blog e sui vari social (Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat: @djedmedu) per essere informati dei prossimi aggiornamenti.

Per il programma completo: http://www.rassegnacinemaarcheologico.it/rica_context.jsp?ID_LINK=114023&area=316&id_context=406393&page=2

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*La menzione speciale archeoblogger è stata conferita a: “Alla scoperta del Trentino. Luoghi e simboli del territorio: la Preistoria” (S. Uccia, 2015)

 

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“L’Egitto di Provincia”: Creta e i musei di Chania ed Heraklion

Knossos_bullPuntata international per la rubrica “L’Egitto di Provincia”! Questa volta, non recensirò una collezione di un piccolo centro italiano ma due musei che ho visitato a Creta grazie a uno dei tanti viaggi organizzati dall’Associazione VOLO. Trovare reperti egizi a Creta non è per niente strano perché i rapporti dell’isola greca con la Valle del Nilo affondano le radici addirittura nel IV millennio a.C. Infatti, frammenti di vasi litici protodinastici e di Antico Regno (ad esempio una coppa con il cartiglio del faraone di V dinastia Userkaf) sono stati ritrovati in sepolture minoiche, anche se non è dato sapere se corrispondano effettivamente al risultato di scambi commerciali dell’epoca. Più sicure sono le rotte navali del III e, soprattutto, del II millennio, quando, insieme alle merci, viaggiavano anche idee artistiche e religiose che influenzarono entrambe le civiltà.

Durante il Nuovo Regno, e in modo particolare sotto Tuthmosi III (1479-1424), sono attestate perfino visite di emissari di Keftiu (come gli Egizi chiamavano Creta) alla corte dei faraoni, rappresentate sulle pareti delle tombe dei funzionari di Tebe. In quella del visir Rekhmira, ad esempio, la meticolosità nella realizzazione dei particolari non lascia alcun dubbio sulla provenienza di alcuni dei portatori di tributi (a sinistra, una riproduzione dell’originale dipinta da Nina de Garis Davies e conservata presso il Metropolitan Museum di New York). Acconciature, gonnellini, decorazioni dei vasi sono il sintomo di una perfetta conoscenza di quelle popolazioni settentrionali, anche se le scene fanno parte di una convenzione propagandistica che vede l’Egitto a capo di tutto il mondo conosciuto.   Come spesso accade nell’archeologia, i corredi funebri sono lo specchio delle società a cui appartengono e, in questo caso, rappresentano strumenti fondamentali per studiare questi contatti. A Creta, come in tanti altri luoghi del Mediterraneo, scarabei, amuleti e statuette egizie accompagnano la ceramica e gli altri oggetti di produzione locale e i musei archeologici di Chania ed Heraklion ne conservano alcuni esempi.   chania-archaeological-museum-3Il Museo Archeologico di Chania è situato a NO dell’isola, nella città che, dal XIII al XVII secolo, rimase sotto il dominio dei Veneziani. Ed è proprio di origini veneziane l’edificio che ospita la collezione, cioè lo splendido convento di San Francesco (XV sec.), convertito a moschea dagli Ottomani e, nel XX secolo, prima sede di un cinema, poi magazzino militare e, infine, museo dal 1962. I reperti esposti nelle tre navate della chiesa sono stati tutti scoperti nei dintorni di Chania negli ultimi 50 anni e vanno dal Neolitico al periodo romano, passando per le varie fasi della storia minoica ed ellenistica. I pezzi corrispondono soprattutto a contenitori ceramici, sigilli, impronte di sigillo, monete e tavolette in “lineare A” e “lineare B”, ma ci sono anche statue e mosaici greco-romani. La musealizzazione lascia un po’ a desiderare; spesso mancano cartelli descrittivi e gli oggetti sono ammassati in gran numero dietro le vetrine, ma una nuova sede è in fase di realizzazione. ???????????????????????????????Le antichità egizie si limitano a una decina di scarabei, tra cui ne spicca uno (vedi immagine a sinistra) in faience blu-verde annerita dal fuoco che presenta il cartiglio di Amenofi III (1403-1364). Grazie allo stampo su gesso, si legge il preanomen Neb-Maat-Ra (“Ra è signore di giustizia”) completato dalla formula Mery-Ra, “Amato da Ra”. Invece, gli altri scarabei, come qualche altro amuleto, sono solo sigilli minoici egittizzanti, cioè copie locali in pietra.   799px-Archäologisches_Museum_Iraklio_02Di spessore completamente diverso è il Museo Archeologico di Heraklion, sede della più vasta e importante collezione minoica del mondo. Nell’edificio modernista dell’architetto Patroklos Karantias (1937-40), sono esposti tutti i capolavori della storia cretese, come il “Disco di Festos”, le figurine delle cosiddette “Dee dei Serpenti” e gli affreschi del Palazzo di Cnosso (compresa la taurocatapsia all’inizio dell’articolo). ??????????????????????????????? In quasi tutte le venti stanze, ho scovato qualche oggetto familiare. Particolarmente apprezzati erano gli scarabei in pietra dura e i vasi in alabastro o diorite che erano offerti nelle tombe ai defunti o nei santuari agli dèi. Esempio illustre è l’anfora in alabastro (vedi foto a sinistra), trovata nella necropoli presso il palazzo di Katsambas (Periodo Palaziale Finale, 1450-1300), con il doppio cartiglio di Thutmosi III: Men-Kheper-Ra e Djehuty-Mes. Statuette di divinità egizie, invece, soprattutto di Bes e Osiride, realizzate in avorio, ceramica o bronzo, vennero importate fino al II sec. a.C. Ma sono tante anche le produzioni, sia locali che levantine, che imitano il gusto egiziano, come un curioso sistro in terracotta (foto in basso). http://odysseus.culture.gr/h/1/eh151.jsp?obj_id=3327 ??????????????????????????????? CAM00169

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Valle dei Re, Scoperta cachette reale con 60 mummie della XVIII dinastia

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Scoperta straordinaria degli archeologi dell’Università di Basilea che scavano nella Valle dei Re! In una tomba rupestre è stata individuata una cachette con circa 60 mummie appartenenti all’ambiente reale della XVIII dinastia (1543-1292 a.C.). I corpi, alcuni dei quali ben conservati, comprendono anche mummie di bambini accompagnati da sarcofagi lignei, maschere funerarie in cartonnage e numerosi oggetti di corredo. Da uno studio preliminare sulle iscrizioni in ieratico sulle ceramiche, sarebbero emersi i nomi e i titoli di circa 30 defunti, probabilmente le principesse della corte di Thutmosi IV e Amenofi III.

A breve, nuovi dettagli, immagini e una conferma sui nomi.

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Ossirinco, scoperte due tombe della XXVI dinastia

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Source: Luxor Times

Gli archeologi spagnoli diretti da Josep Padró (Universidad Autónoma de Barcelona) hanno scoperto a el-Behnasa due tombe risalenti alla XXVI dinastia (664-525 a.C.). Il sito di Medio Egitto corrisponde all’antica città di Per-Medjed, poi diventata Ossirinco dopo la conquista di Alessandro Magno. La prima tomba appartiene a uno scriba la cui mummia è ancora in buone condizione. L’identificazione è stata possibile grazie a un piccolo contenitore d’inchiostro e a due pennini di bambù. Nella sepoltura sono stati trovati anche un coperchio di vaso canopo e una gran quantità di pesci, alcuni dei quali mummificati (bisogna ricordare che la città di Ossirinco prende il nome dal pesce che, secondo il mito, ingoiò il pene di Osiride). Nella seconda tomba era inumato un sacerdote, capo di una famiglia in cui molti membri erano officianti nell’Osireion distante solo 2 km. Qui c’erano sarcofagi in calcare, vasi canopi in alabastro e alcune statuine in bronzo di Osiride.

Per altre foto: http://luxortimesmagazine.blogspot.it/2014/04/two-26th-dynasty-tombs-were-discovered.html

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Solo una multa per l’ex fonico BBC contrabbandiere

neil-kingsburyv1Dopo un processo di 9 mesi, Neil Kingsbury se l’è cavata con una semplice multa di 500 sterline (più 50 di tassa del tribunale). L’ex fonico della BBC aveva provato a vendere, tramite due aste, sei reperti acquistati illegalmente in Egitto (qui i particolari della vicenda). La condanna del 14 aprile è risultata così leggera grazie alla sua confessione di aver preso le antichità da un commerciante di Luxor; particolare che gli ha evitato il carcere.

 

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