Articoli con tag: Berenice

Berenice, scoperta tomba di 1500 anni con il pavimento in corallo

Ph. M. Gwiazda/ PCMA UW

Nuove scoperte a Berenice Trogloditica, importantissima città portuale fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II (285-246) come punto di partenza dalla costa del Mar Rosso per le spedizioni commerciali verso il Corno d’Africa, l’Arabia e l’India. La missione americano-polacca, diretta da Steven Sidebotham (University of Delaware) e Mariusz Gwiazda (Uniwersytet Warszawski), dopo le indagini delle fasi di epoca tolemaica e romana, questa volta si è concentrata sull’occupazione più recente del sito. Gli archeologi del “Berenike Project” hanno infatti individuato una sepoltura monumentale risalente al IV-VI secolo d.C., periodo in cui quella parte del deserto orientale, ormai non più controllata dai Romani, era abitata dalla popolazione nomadica dei Blemmi.

La tomba, situata su una collina vicino alla strada principale di accesso alla città, consiste in una stanza rettangolare lunga quasi 5 metri. Il ricco corredo funerario e la particolare decorazione di muri e pavimento indicano una chiara appartenenza all’élite locale. A terra si trovano infatti coralli bianchi lisci accuratamente selezionati (foto in basso a sinistra), mentre un altro tipo di corallo misto a fango è stato utilizzato per intonacare le pareti interne con una tecnica unica nel suo genere.

Ph. M. Gwiazda/ PCMA UW
Ph. M. Gwiazda/ PCMA UW

I corpi erano deposti, in posizione contratta e probabilmente legati per risparmiare spazio, all’interno di casse di pietra disposte lungo le pareti (foto in alto a destra). La ricchezza degli inumati è testimoniata dagli oggetti ritrovati, molti dei quali d’importazione, come oltre 700 perline in onice e corniola da Pakistan o India, orecchini e anelli in argento e bracciali in avorio. Sono state scoperte anche anfore da vino e giare in ceramica per l’acqua, ciotole e incensieri in pietra, tra cui ne spicca uno con decorazione a testa di leone (foto in basso).

https://pcma.uw.edu.pl/en/2022/05/16/berenike-discoveries-an-elite-tomb/

Ph. M. Gwiazda/ PCMA UW
Ph. M. Gwiazda/ PCMA UW
Ph. M. Gwiazda/ PCMA UW
Ph. M. Gwiazda/ PCMA UW

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Scimmie indiane nel cimitero degli animali di Berenice

ph. Marta Osypińska

Berenice, città portuale fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II (285-246) in onore della madre, era il punto di partenza dalla costa del Mar Rosso per le spedizioni commerciali verso il Corno d’Africa, l’Arabia e l’India. Per questo, il sito archeologico ha spesso fornito ritrovamenti di ceramiche straniere, spezie e altri prodotti esotici da Asia e Africa orientale.

Tra questi, da poco si possono annoverare anche scimmie originarie del sub-continente indiano, scoperte dalla missione americano-polacca diretta da Steven Sidebotham (University of Delaware) e Iwona Zych (Uniwersytet Warszawski). I primati erano sepolti in una speciale necropoli dedicata ad animali domestici individuata nel 2011.

Dal cimitero, databile al periodo romano (I-II sec. d.C.), provengono i resti di gatti, cani, un maialino e diversi primati che, in un primo momento, erano stati considerati tutti africani. Se nel caso del babbuino verde (Papio anubis) non ci sono stati dubbi, le ossa attribuite a cercopitechi locali hanno avuto un’identificazione più problematica. Infatti, realizzando i modelli 3D degli scheletri e confrontandoli con quelli di altre scimmie, è emerso che in realtà appartenessero a macachi reshus (Macaca mulatta), specie endemica di India, Nepal, Bangladesh, sud della Cina e alcune zone del Sud-est asiatico.

Che in Egitto le scimmie fossero usate come animali da compagnia non è una novità; lo testimoniano diverse pitture tombali e la mummia di babbuino trovata nella KV50 della Valle dei Re. Ma è la prima volta che si trovano esemplari importati dall’Asia. Evidentemente, i macachi avevano dovuto sopportare un lungo viaggio via mare per poi, però, morire subito dopo. Tutti i primati, infatti, sono giovani perché, secondo l’archeozoologa Marta Osypińska, non si sarebbero adattati al clima e al cibo locali.

In ogni caso, si nota una certa cura nella deposizione degli animali: un macaco era coperto da un telo di lana, un altro era adornato da grandi conchiglie dall’Oceano Indiano; il alcuni casi, le scimmie hanno le zampe anteriori portate al muso in una posizione che, secondo i membri della missione, imiterebbe quella in cui erano sepolti i bambini.

Il sito della missione: https://pcma.uw.edu.pl/en/2019/04/17/berenike-2/

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Il cimitero degli animali domestici di Berenice

cat-burial

Source: ibtimes.co.uk

Vi avevo già parlato del curioso ritrovamento di una serie di sepolture animali a Berenice, importantissima città portuale fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II (285-246) come punto di partenza dalla costa del Mar Rosso per le spedizioni commerciali verso il Corno d’Africa, l’Arabia e l’India. La speciale necropoli, scoperta nel 2011 dalla missione americano-polacca diretta da Steven Sidebotham (University of Delaware) e Iwona Zych (Uniwersytet Warszawski), si trova a nord-est del porto e ora, al completamento dello scavo dell’area, permette uno studio complessivo da parte dell’archeozoologa Marta Osypińska (Polska Akademia Nauk, Poznań). Le piccole fosse contengono corpi deposti con cura, ma non mummificati, di 86 gatti domestici, 9 cani, 3 cercopitechi e 1 babbuino verde (il cui nome scientifico, Papio anubis, è un chiaro riferimento alla somiglianza con il dio). Le sepolture, tranne che per tre casi, sono tutte individuali, sottolineando l’importanza che era stata data agli inumati. Due gatti sono stati ritrovati con un pendente in madreperla al collo, mentre altri tre felini e una scimmia avevano ancora un collare in ferro. Pare delinearsi, quindi, un vero e proprio cimitero di animali domestici utilizzato tra l’ultimo quarto del I sec. d.C. e la prima metà del II. Infatti, al contrario di quello che si poteva pensare all’inizio, non si tratta di una fossa comune per le vittime di una epidemia perché non sono state individuate patologie diffuse (tuttavia, interessante è il più antico caso di tumore in un cane); né tanto meno si può parlare di deposito cultuale di ex voto alle divinità perché non sono stati riscontrati segni di uccisione intenzionale, pratica largamente diffusa nel Periodo Tardo e in quello greco-romano.

L’articolo originale pubblicato nell’ultimo numero di Antiquity (90,354, dicembre 2016): https://www.cambridge.org/core/services/aop-cambridge-core/content/view/3E9F9F08ABB32E00E56595C8D1187B0B/S0003598X16001812a.pdf/div-class-title-pet-cats-at-the-early-roman-red-sea-port-of-berenike-egypt-div.pdf

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Individuato in Egitto il più antico cane con tracce di tumore

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Source: scienceinpoland.pap.pl

Risale agli anni ’70 del I secolo d.C. il più antico cane finora individuato con chiare tracce di un tumore. L’esemplare in questione fa parte dei circa cento animali domestici sepolti a Berenice, importantissima città portuale fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II (285-246) come punto di partenza dalla costa del Mar Rosso – più o meno all’altezza di Assuan – per le spedizioni commerciali verso il Corno d’Africa, l’Arabia e l’India. La speciale necropoli, scoperta nel 2011 dalla missione americano-polacca diretta da Steven Sidebotham (University of Delaware) e Iwona Zych (Uniwersytet Warszawski), si trova a nord-est del porto e ha restituito i corpi deposti con cura di cani, gatti, cercopitechi e babbuini, alcuni dei quali con un collare metallico.

Studiando i resti ossei di un grosso molossoide, l’archeozoologa Marta Osypińska (Polska Akademia Nauk, Poznań) ha osservato lesioni su un omero e su una tibia (indicate dalle frecce nella foto) riconducibili a un osteosarcoma, tra i più aggressivi e mortali cancri che colpiscono ancora oggi i cani. Lo sfortunato animale era stato avvolto con foglie di palma e coperto da un’anfora cipriota spaccata a metà. L’autopsia ha permesso addirittura di scoprirne l’ultimo pasto: un pesce di acqua salata e carne di capra.

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Presentate le ultime scoperte della missione polacco-americana a Berenice

Photo by S.E. Sidebotham

Photo by S.E. Sidebotham

Il ministro El-Damaty ha presentato i risultati dell’ultima campagna (20 dicembre 2014 – 9 febbraio 2015) del Berenike Project” diretto da Steven Sidebotham (University of Delaware) e Iwona Zych (Uniwersytet Warszawski). Il corposo team internazionale lavora dal 1996 a Berenice, importantissima città portuale fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II (285-246) come punto di partenza dalla costa del Mar Rosso (più o meno, all’altezza di Assuan) per le spedizioni commerciali verso il Corno d’Africa, l’Arabia e l’India. Durante lo scorso inverno, è stata portata avanti una ricognizione con prospezioni geomagnetiche e sono state scavate 12 trincee esplorative, soprattutto nell’area industriale e in corrispondenza di un tempio romano tardo, cosiddetto “di Serapide”.

Photo by

Photo by S.E. Sidebotham

Nel primo caso, è stato individuato l’ennesimo impianto per lo smontaggio e la riparazione delle navi, risalente al I sec. d.C. e riconoscibile grazie alla presenza di legname e corde. Da questa zona, proviene anche una bellissima gemma ovale in corniola del I sec. a.C., una volta incastonata in una collana o in un anello, con incisa la figura di una divinità femminile (vedi immagine a sinistra). Nel tempio di III sec. d.C., invece, sono state scoperte diverse iscrizioni dedicatorie monumentali dei tempi di Settimio Severo (193-211) e Caracalla (211-217), numerose stele egittizzanti e il frammento di una stele di Medio Regno con il il cartiglio di Amenemhat IV (1809-1800, in alto a sinistra), ritrovamento che attesta una frequentazione della città molto più antica rispetto alla fondazione greca. Inoltre, sono state scavate anche opere difensive tolemaiche e idrauliche romane e tre tombe del I sec. d.C., due maschili e una femminile.

Per maggiori informazioni: http://honorfrostfoundation.org/wp/wp-content/uploads/2015/03/Report-to-the-Honor-Frost-Foundation-on-the-winter-2014.pdf

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Scoperta nave romana a Berenice

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Source: Berenike Project

A Berenice, gli archeologi diretti da Iwona Zych (Center of Mediterranean Archaeology of Warsaw) e da Steven Sidebotham (University of Delaware) hanno scoperto uno scafo intatto di una nave di epoca romana (nella foto, la ricostruzione), il primo completamente conservato in Egitto per questo periodo. La nave era stata smontata e riposta in magazzino in attesa del prossimo viaggio. Un ritrovamento del genere non poteva che essere effettuato a Berenice, importantissima città portuale fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II (285-246) come punto di partenza dalla costa del Mar Rosso per le spedizioni commerciali verso il Corno d’Africa, l’Arabia e l’India.

Inoltre, a SE del porto, è stata individuata anche un’ampia area di sepoltura per 60 piccoli animali (soprattutto gatti più qualche cane, due cercopitechi, uno dei quali indossava un collare di metallo, e un babbuino) posti in contenitori ceramici. Secondo gli esperti del Berenike Project, il sito potrebbe corrispondere a una fossa per esemplari colpiti da un’epidemia o, più verosimilmente, la testimonianza di sacrifici per un rito religioso.

http://naukawpolsce.pap.pl/aktualnosci/news,401493,polscy-archeolodzy-w-czerwonomorskim-porcie.html

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