Articoli con tag: Deir el-Bersha

Individuato il più antico esempio di “Libro delle Due Vie”

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Source: Willems H., in JEA 105 (2019), p. 3

Se il mondo è difficile, l’Aldilà lo è ancora di più. O almeno così la pensavano gli antichi Egizi che immaginavano un’esistenza ultraterrena zeppa di animali velenosi, laghi infuocati e demoni ostili pronti a decapitarti con lunghi coltelli. Per tutelare i defunti da tutti questi pericoli furono elaborate numerose formule protettive e invocazioni a divinità raccolte in corpus religiosi piuttosto eterogenei. Tra questi, più o meno dalla fine dell’Antico Regno alla fine del Medio Regno, si svilupparono i cosiddetti Testi dei Sarcofagi (il titolo originale era “Formule di glorificazione”), evoluzione più “democratica” (scritto tra mille virgolette) dei Testi delle Piramidi perché non più appannaggio dei soli faraoni e regine.

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ph. M. Mancini

Come dice il nome stesso, il principale supporto per questo gruppo di 1185 formule erano le facce interne dei sarcofagi lignei. In particolare, alcune varianti provenienti da Deir el-Bersha (Medio Egitto) presentano il cosiddetto “Libro delle Due Vie”, una vera e propria raccolta topografica d’informazioni che conducono il defunto nella Duat. Intorno alla rappresentazione grafica dei due possibili percorsi, via terra e via fiume, si susseguono formule, titoli, nomi e didascalie che riempiono ogni spazio vuoto (a sinistra, l’esempio del sarcofago di Gua, XII din., ora al British Museum). Di solito si trovava nella parte interna della base dei sarcofagi, così che il morto potesse consultare più agevolmente la mappa sotto di lui.

Un recente studio, pubblicato da Harco Willems (KU Leuven, tra i maggiori esperti dei Testi dei Sarcofagi) sull’ultimo numero del Journal of Egyptian Archaeology, avrebbe individuato il più antico esemplare del Libro delle Due Vie, risalente a 50 anni prima degli altri esempi conosciuti. Il testo è vergato su due frammenti di sarcofago trovati nel 2012 proprio a Deir el-Bersha, in uno dei pozzi funerari del complesso funerario di Ahanakht I, nomarca all’inizio del Medio Regno, sotto il faraone Mentuhotep II (2064-2013 a.C.). Inizialmente il sarcofago era stato attribuito ad Djehutynakht, predecessore di Ahanakht, ma poi si è visto che invece apparteneva a una donna chiamata Ankh.

Seppur trovato ancora in situ, lo stato del sarcofago era pessimo a causa dell’azione degli antichi tombaroli e dei parassiti, ma le tracce di pittura rimaste su due frammenti di legno hanno permesso di leggere le formule CT 1128 e 1130 con la conseguente identificazione di un Libro delle Due Vie di oltre 4000 anni.

https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/0307513319856848  (link non più valido, quindi provate qui: https://www.researchgate.net/publication/336012918_A_Fragment_of_an_Early_Book_of_Two_Ways_on_the_Coffin_of_Ankh_from_Dayr_al-Barsha_B4B)

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Deir el-Bersha, tombaroli uccidono due guardiani

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Source: alfaraena.com

Nella notte del 20 febbraio, un gravissimo atto criminale ha insanguinato l’area archeologica di Deir el-Bersha (governatorato di El-Minya, Medio Egitto). Due guardiani del sito sono stati uccisi durante un conflitto a fuoco con un gruppo di tombaroli scoperti a saccheggiare una tomba; una terza guardia è rimasta ferita. Ashrawy Kamel Jad, 45 anni, è morto sul colpo, mentre Ali Khalef Shaker, 37 anni, se n’è andato il giorno dopo a causa delle gravi ferite riportate.

Già lo scorso maggio, la tomba di Djehutyhotep, la più importante della necropoli, aveva subito il furto di una porzione di pittura parietale, fatto che conferma una prassi purtroppo consolidata nella zona. Come riconoscimento della lealtà dei due uomini che hanno perso la vita per proteggere il patrimonio storico egiziano, il Ministero delle Antichità risarcirà le loro famiglie con 1.180 euro (al ferito ne andranno 580), cifra che appare francamente esigua e che è stata subito superata dalla raccolta fondi organizzata dal team del “Dayr al-Barsha Project”, missione belga diretta da Harco Willems (Katholieke Universiteit Leuven) che lavora nel sito dal 2002:

http://dayralbarsha.com/node/301

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Confermato il furto di un rilievo dalla tomba di Djehutyhotep

Source: KU Leuven - Egyptologie

Source: KU Leuven – Egyptologie

Purtroppo è arrivata la conferma. L’allarme lanciato due settimane fa dall’egittologa Monica Hanna sul presunto furto di una porzione di decorazione parietale dalla tomba di Djehutyhotep (Deir el-Bersha) ora è supportato da prove fotografiche fornite dalla pagina facebook del Dip. di Egittologia della Katholieke Universiteit Leuven.

Sembra che il danno, anche se grave, sia meno esteso di quanto preventivato: è stato asportato un blocco in cui era rappresentato un uomo recante una cassa in offerta al defunto purificato da altri servitori (in basso si può vedere la scena fotografata nel 2014). Nell’immagine a sinistra è segnalata la posizione della porzione mancante sulla parete sud-est, mentre la grande lacuna centrale risale alla fine dell’800. Quindi, non sarebbero due i rilievi rubati, come affermavano alcune fonti, e la famosa scena del trasporto della statua colossale dovrebbe essere stata risparmiata, ma mancano, per il momento, foto recenti delle altre parti della tomba.

Source: KU Leuven - Egyptologie

Source: KU Leuven – Egyptologie

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Saccheggiata la tomba di Djehutyhotep (?)

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Source: osirisnet.net

Ieri, l’egittologa Monica Hanna e il gruppo facebook Egypt’s Heritage Task Force hanno lanciato una notizia che, se confermata, sarebbe terribile. La tomba di Djehutyhotep (17L20/1), la più importante e meglio conservata della necropoli di Deir el-Bersha (governatorato di el-Minya, Medio Egitto), sarebbe stata depredata una decina di giorni fa da saccheggiatori che avrebbero portato via porzioni delle splendide decorazioni parietali. Ancora non si hanno foto che documentino il misfatto né dichiarazioni ufficiali da parte del Ministero delle Antichità, ma pare che il cancello della tomba, non custodito, sia stato divelto. Non si sa nemmeno quale parte sia stata asportata, ma si spera che non si tratti della scena più famosa, il trasporto di una statua di 7 metri su slitta trainata da 172 uomini. Il colosso rappresenterebbe Djehutyhotep stesso che era governatore del 12° nomos dell’Alto Egitto durante la XII dinastia (1900 a.C. circa). La lacuna che si può vedere nell’immagine, invece, era già presente già alla fine dell’800.

Naturalmente, vi aggiornerò appena avrò maggiori informazioni.

Per ulteriori dati sulla tomba: http://www.osirisnet.net/tombes/el_bersheh/djehoutyhotep/e_djehoutyhotep_01.htm

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