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Scoperto raro frammento di statua di Sahura a El-Kab

11193321_906608559384795_4152897284253779136_nA El-Kab, 23 km a nord di Edfu, durante una ricognizione, gli archeologi diretti dal Dott. Dirk Huyge (Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique) hanno scoperto la parte inferiore di una statua reale che presenta la titolatura di Sahura (V din., 2500-2490). Il frammento di calcare è alto 21,7 cm, mentre la scultura originale, che ritraeva il faraone seduto in trono, doveva raggiungere i 70 cm.

La grande importanza del ritrovamento consiste nella rarità delle effigi del re di cui si hanno solo altre due statue, conservate presso il Museo Egizio del Cairo e il Metropolitan Museum di New York. Inoltre, anche la fattezza stessa della statua è inusuale, con i piedi di Sahura che sembrano avvolti dalle bende.

A El-Kab, la missione belga è impegnata soprattutto nello studio e nella pubblicazione delle numerose iscrizioni rupestri presenti, lavoro di cui avevo già parlato in un precedente articolo.

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Una nuova tecnologia per le iscrizioni rupestri di El Kab

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Source: sararoundtheworld.weebly.com/el-kab

Il Ministero delle Antichità ha annunciato la riuscita applicazione di una nuova tecnica nello studio delle iscrizioni rupestri di El-Kab, circa 90 km a sud di Luxor e nella riva opposta del Nilo rispetto a Hierakonpolis. In particolare, la missione americano-belga diretta da John Darnell (Yale University) e da Dirk Huyge (Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique) si è concentrata sullo studio di due siti: Borg el-Hammam e il cosiddetto “Khufu site”.

Il primo (vedi foto) corrisponde a uno sperone roccioso che si staglia nell’orizzonte desertico e che presenta due dozzine di iscrizioni, compresa una predinastica (3500 a.C. circa). Poco più ad est, invece, l’area prende il nome da tre cartigli di Cheope accompagnati dalla rappresentazione di barche, figure umane e animali.

Questi documenti, mai debitamente registrati e pubblicati, potrebbero fornire importanti informazioni sull’attività di Cheope in Alto Egitto e, in generale, sulla storia della IV dinastia. Gli archeologi della missione hanno usato fotografie digitali ad alta risoluzione delle incisioni scattate da diverse angolature e trasformate in modelli tridimensionali grazie al software Agisoft PhotoScan con il sistema del “structure from motion” (= creazione di immagini 3D da dati 2D).

Ringrazio la Dott.ssa Sara Zaia, che ha partecipato al rilievo del sito, per avermi permesso di utilizzare una sua foto.

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