Articoli con tag: Edfu

Tell Edfu, individuata base per le spedizioni nel deserto orientale del faraone Djedkara Isesi

26904342_1648834881828822_6657524744149112772_n

Source: MoA

A Tell Edfu, governatorato di Assuan, la missione americana diretta da Nadine Moeller e Gregory Marouard (Oriental Institute – University of Chicago) ha individuato i resti di due edifici monumentali in mattoni crudi risalenti alla fine della V dinastia. Nonostante la vicinanza – soli 20 metri – con il celebre tempio di Horus, il sito non aveva funzioni cultuali ma amministrative; si trattava, infatti, di una base logistica per le spedizioni minerarie verso il deserto orientale e di un centro di stoccaggio delle materie prime conseguentemente recuperate. I muri sono ben conservati con alzati che arrivano fino a 2 metri e, in un caso, con uno spessore di 2,5 metri. Le due costruzioni sono circondate da mura difensive e cortili in cui si effettuavano diversi tipi di attività, come la produzione di pane e birra e la fusione dei metalli.

2018-636512679840510379-51

Source: MoA

Lo scopo di questo centro era legato alla posizione strategica della città di Behdet, punto di partenza delle vie carovaniere che univano la Valle del Nilo al Mar Rosso e al Sinai. Inoltre, si tratta della più antica frequentazione del sito finora scoperta (precedentemente ci si era fermati alla seconda metà della VI dinastia) che corrisponde al regno di Djedkara Isesi (circa 2400-2350). Il nome del faraone compare su 220 sigilli impressi sui mattoni (nella foto a sinistra, il suo nome di Horo: Djedkhau), insieme a titoli ufficiali che menzionano i sementiu, un gruppo di lavoratori specializzati nella ricerca di miniere e nelle attività estrattive. Non a caso, il re è ricordato per la sua intensa politica ‘estera’, avendo organizzato diverse spedizioni verso lo Wadi Maghara (Sinai S-O) per l’approvvigionamento di turchese e rame, Abu Simbel per la diorite, Biblo (attuale Libano) per il legname e la favolosa terra di Punt per prodotti esotici. Il ‘bottino’ di questi viaggi – conchiglie del Mar Rosso, ceramica nubiana e nuclei di rame grezzo – sono stati ritrovati nei magazzini e nelle aree aperte della struttura.

https://telledfu.uchicago.edu/news/press-release-jan-2018-submitted-dec-2017

26229376_1648835095162134_1659823149562035911_n

Source: MoA

 

Categorie: scoperte | Tag: , , , , , , | Lascia un commento

Edfu, sequestrata statua di Amenofi III

580392_449235268614956_4173136501179434545_n

Source: MSA

Ultima scoperta dell’anno. O meglio, ultimo sequestro. Nell’abitazione di un trafficante di droga e armi nel villaggio di Al-Nakhl, nei pressi di Edfu, la polizia locale ha individuato una bella statua di Amenofi III (1387-1348), evidentemente pronta per il mercato nero. I funzionari del Ministero delle Antichità hanno già autenticato il reperto e lo hanno trasferito nel magazzino del vicino sito archeologico per il restauro. La scultura di granito nero è alta circa 150 cm e rappresenta il faraone stante con nemes e shendyt tenuto da una cintura in cui è inciso il cartiglio come sulla base (tipologia molto simile a un’altra statua di Amenofi III, poi usurpata da Merenptah, oggi conservata presso il Luxor Museum). Sul pilastro dorsale, invece, è presente la titolatura reale completa che, da quello che si può vedere in foto, dice:

nsw  bity  nb  tA.wy  nb  ir.t  x(.t)  <nb-mAa.t-ra>  sA ra  <Imn-Htp  HqA-wAs.t>  di  anx  [Dd  wAs  mi  ra  D.t]

“Re dell’Alto e del Basso Egitto, Signore delle Due Terre, Signore del Compimento del Rituale <Neb-Maat-Ra>, Figlio di Ra <Amenhotep, Signore di Tebe>, che sia dotato di vita [stabilità e potere come Ra per sempre*]”

*La porzione d’iscrizione tagliata nella foto è visibile in questo video.

P.S. Colgo l’occasione per prendere in prestito la parte finale della titolatura e augurare anche a tutti voi “vita, forza e salute” per un buon 2016.

Categorie: traffico di antichità | Tag: , , | Lascia un commento

Edfu, Tombarolo scava cappella tolemaica sotto casa

blogger-image--1607581622

Source: luxortimesmagazine.blogspot.com

Quando si suol dire casa e lavoro. La Polizia per il Turismo e le Antichità ha arrestato un gruppo di tombaroli che stava effettuando scavi abusivi sotto un’abitazione nei pressi del Tempio di Edfu, fatto non nuovo nella zona. Tra gli uomini fermati, figura anche il sessantenne proprietario dell’immobile che è stato trovato in possesso di reperti archeologici pronti per il mercato nero. Nasr Salama, direttore delle Antichità di Assuan, ha affermato che la banda di saccheggiatori ha individuato una cappella risalente al regno di Tolomeo VIII (170-116 a.C.). Il faraone è rappresentato mentre porge il simbolo della Maat a Horus (dio a cui è dedicato il vicino santuario), in presenza di Hathor. La buca è profonda 5 metri, ma, guardando l’estensione dei rilievi (di cui, purtroppo, non sono riuscito a trovare foto migliori), la parete dovrebbe proseguire per altri 7 metri. I muri della cappella continuano anche sotto le case vicine quindi, per il momento, non è possibile continuare lo scavo.

Categorie: traffico di antichità | Tag: , , , , | 1 commento

Presentati i risultati sugli scavi della Piramide di Edfu

Al recente simposio di egittologia organizzato a Toronto dalla Society for the Study of Egyptian Antiquities, Gregory Marouard ha presentato i risultato delle ultime campagne del Tell Edfu Project (Oriental Institute of Chicago). L’attenzione si è focalizzata, in particolare, sulla piccola piramide scavata fin dal 2010.

La struttura fa parte del gruppo delle cosiddette sette “piramidi provinciali”, monumenti privi di stanze interne fatti costruire da Huni (III din., 2635-2610  a.C.) o Snefru (IV din., 2610-2590) in Medio e Alto Egitto: Seila, Zawiet al-Meitin, Sinki, Naqada, al-Kula, Edfu ed Elefantina. Almeno sei su sette hanno dimensioni simili, quindi sembra che le piramidi siano state realizzate con un progetto unico atto a confermare il potere del sovrano nelle province meridionali. 

La costruzione di Edfu era alta, in origine, 17 metri, anche se ora ne raggiunge a mala pena 5 a causa del saccheggio dei blocchi e dell’erosione degli agenti atmosferici. Infatti, gli archeologi diretti da Marouard non pensavano nemmeno che fosse una piramide quando hanno cominciato a liberarla dalla sabbia e dai rifiuti moderni (la zona è pericolosamente vicina a un cimitero contemporaneo). I locali pensavano che corrispondesse addirittura alla tomba di un santo islamico. La tipologia era “a gradoni”, come la piramide di Djoser a Saqqara, e il materiale veniva prelevato da una cava di arenaria lontana solo 800 m a nord. Il carattere cultuale dell’area, invece, è stato confermato dalla presenza sul lato est di un impianto con tracce di offerte di cibo.

Il culto del faraone, però, sembra essere stato abbandonato già una cinquantina di anni dopo, quando Cheope (2590-2563), sicuro della situazione dell’Egitto del sud, concentrò tutte le risorse sulla Grande Piramide di Giza. La struttura perse il suo ruolo originario e, ai suoi piedi, cominciarono ad essere sepolti neonati e bambini accompagnati da iscrizioni geroglifiche incise sulle facciate dei blocchi esterni.

http://oi.uchicago.edu/research/projects/edfu/

Categorie: rapporti di scavo | Tag: , , , , | Lascia un commento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.