Articoli con tag: Egitto

Meir, scoperti monastero copto e tombe di epoca tarda

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Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Una missione egiziana che lavora nel sito di Meir (governatorato di Assiut, Medio Egitto), noto per la necropoli rupestre dei nomarchi della fine dell’Antico e del Medio Regno, ha individuato una stratificazione archeologica che copre quasi un millennio, dal Periodo Tardo (VII-IV sec. a.C.) all’epoca bizantina (IV-VII sec. d.C.).

Sul livello superiore sono state scavate diverse celle in mattoni di fango, disposte attorno a una corte aperta e in cui vivevano monaci copti. L’identificazione è stata possibile anche grazie a un’iscrizione in copto di otto righe che reca suppliche e preghiere a Dio in pittura nera su una delle pareti dell’edificio. Altri ambienti erano adibiti a cucina e a libreria o archivio con ripiani che dovevano servire a conservare i manoscritti.

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Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Nella parte più bassa, invece, gli archeologi hanno scoperto tombe risalenti al Periodo Tardo. Le inumazioni in sarcofagi di legno
sono in pessimo stato di conservazione, ma è stato identificato il corpo di una donna coperto ancora da una maschera in cartonnage e accompagnato da vasi ceramici, conchiglie e perline di diversi materiali e due specchi in rame.


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Scoperta antica statua di Buddha sulla costa egiziana del Mar Rosso

Quando lo sconfinato pantheon faraonico non basta più, in Egitto si ricorre anche a figure religiose orientali! È il caso di una statua di Buddha, ritrovata a Berenice Trogloditica dalla missione americano-polacca, diretta da Steven Sidebotham (University of Delaware) e Mariusz Gwiazda (Uniwersytet Warszawski). Berenice era un’importantissima città portuale fondata nel 275 a.C. da Tolomeo II (285-246) come punto di partenza dalla costa del Mar Rosso per le spedizioni commerciali verso il Corno d’Africa, l’Arabia e l’India e non è un caso che la scoperta sia stata effettuata proprio lì.

La scultura in marmo anatolico è alta 71 cm e raffigura il Buddha in piedi, mentre regge con la mano sinistra la sua veste. Lo stile è quello della scuola del Gandhara, fortemente influenzata dai modelli greci e riconoscibile da alcuni segni caratteristici: forma slanciata, volto sereno, palpebre abbassate in meditazione, panneggio dell’himation che copre entrambe le spalle, urna (un ciuffetto di peli bianchi sulla fronte), capelli ricci, uanida (protuberanza o ciuffo di capelli in cima alla testa), lobi allungati (appartenenza a una casta sociale superiore), nimbo irradiato a simboleggiare l’illuminazione. Accanto al piede si trova un loto, fiore che secondo la tradizione nasceva ad ogni suo passo quando era bambino.

Il reperto risalirebbe al II sec. d.C. ed era nella corte del più importante tempio di epoca romana di Berenice, consacrato a Iside, forse lasciato da uno o più mercanti indiani che vivevano in città. A sottolinere i fiorenti collegamenti commerciali verso est, sono stati ritrovati nella stessa area un’iscrizione in sanscrito più tarda, risalente iscrizione in sanscrito databile all’impero di Filippo l’Arabo (244-249), due due monete del II sec. d.C. dal regno dell’India centrale dei Satavahana, oltre a iscrizioni in greco che vanno dall’inizio del I sec. d.C. al 305.

Seppur raro, non è la prima volta che a Berenice o in altri siti della costa del Mar Rosso, come Adulis in Eritrea, vengono effettuati ritrovamenti simili, ma, secondo i membri della missione, questa sarebbe la testimonianza più importante del buddhismo in Egitto.

https://pcma.uw.edu.pl/en/2023/04/27/buddha-statue-found-at-berenike-egypt/

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Eletto un nuovo ministro del Turismo e delle Antichità

Oggi la Camera dei rappresentanti – l’equivalente egiziano della nostra Camera dei deputati – ha decretato un corposo rimpasto di Governo cambiando 13 ministri su un totale di 31 dicasteri.

La riforma ha riguardato anche il Ministero del Turismo e delle Antichità, con Khaled el-Enany che è stato sostituito da Ahmed Eissa Abou Hussein (foto a sinistra), ex Direttore esecutivo del settore del commercio al dettaglio presso la Commercial International Bank.

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el-Asasif, scoperte due tombe con i resti di oltre 100 corpi

Source: National Geographic “Lost Treasures of Egypt” 03×03

In attesa che sia annunciata ufficialmente la scoperta di una tomba a el-Asasif, a Luxor, anticipata durante la cerimonia d’inaugurazione del Viale delle Sfingi, tre episodi della serie National Geographic Lost Treasures of Egypt ne hanno spoilerate altre due nella stessa necropoli.

A giudicare dalle immagini, entrambe le sepolture sembrano trovarsi sotto la Metropolitan Museum House, oggi base della missione archeologica polacca, piuttosto vicine all’area di parcheggio del Tempio di Deir el-Bahari. Nello specifico, durante la 3a puntata sono stati mostrati i risultati della missione diretta da Fathi Yaseen, direttore generale delle antichità di Tebe Ovest, che seguono il ritrovamento, durante la precedente stagione, di un sarcofago in cartonnage. Da quel punto il team egiziano ha individuato un corridoio fiancheggiato da un muro in mattoni crudi lungo 20 metri che conduce all’ingresso scavato nella roccia. Una stanza non decorata di 7 x 4 metri, ancora piena di detriti, ha rivelato per il momento pochi reperti, tra cui vasi di ceramica e ceste in fibra vegetali (immagine in alto) che, secondo Yaseen, sarebbero da ricondurre a donazioni di cibo effettuate in epoca ramesside.

Source: National Geographic “Lost Treasures of Egypt” 03×01

Più monumentale è la tomba individuata poco lontano da un’altra missione egiziana, questa volta diretta da Ezz el-Noby. La sepoltura risale probabilmente alla XXV-XXVI dinastia (VIII-VI sec. a.C.) e, a giudicare dalla presenza di lucerne, è stata utilizzata almeno fino al periodo romano.

La scoperta viene annunciata nella prima puntata della serie, già trasmessa anche in Italia, in cui un po’ forzosamente è collegata con Tutankhamon, tema dell’episodio. La struttura è composta da una corte aperta quadrata, dall’ingresso ricavato da una grande nicchia con volta a botte scavata nella roccia (immagini in basso) e da un’anticamera con falsa porta da cui si accede ad altre stanze.

Nel documentario si vede come tutto l’ipogeo fosse pieno di resti ossei sparsi appartenenti a oltre un centinaio di morti (immagine in alto). Questo indica sia, come detto, il riutilizzo della tomba sia la visita di ladri che già in antichità hanno pesantemente disturbato il contesto. Al momento, in mancanza d’iscrizioni, non è stato possibile risalire al nome del proprietario originario a cui, secondo el-Noby, potrebbe appartenere l’unica mummia mostrata, trovata in cattivo stato di conservazione in un angolo dell’anticamera.

Nella sesta puntata si continua a parlare della stessa tomba, ma di nuovo per bocca di Fathi Yaseen. L’indagine si estende agli ambienti accessori e alla camera funeraria scavata in un livello più basso e raggiungibile attraverso un pozzo. Anche in questo caso i tombaroli hanno chiaramente lasciato il segno svuotando la stanza e, probabilmente, portando una mummia in ottimo stato di conservazione nell’anticamera (immagine in basso). È possibile, infatti, che il corpo – forse del proprietario della tomba – sia stato spostato nei pressi dell’ingresso per essere depredato di tutti gli amuleti. Non a caso, in corrispondenza del cuore, il punto più promettente per chi era in cerca di preziosi, c’è un foro.

Source: National Geographic “Lost Treasures of Egypt” 03×06
Source: National Geographic “Lost Treasures of Egypt” 03×06
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Verso la riapertura dei musei e dei siti archeologici in Egitto

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Source: Wikimedia Commons

L’Egitto si prepara a riaccogliere i turisti stranieri dopo il lungo periodo di lockdown dovuto al COVID-19. Il Ministo del Turismo e delle Antichità, Khaled el-Enany, ha annunciato che dal 7 luglio riapriranno, oltre alle località balneari, anche le piramidi di Giza, i templi di Karnak e Abu Simbel, l’isola di File e il Museo Egizio del Cairo. Per il resto dei siti e dei musei bisognerà aspettare settembre. In ogni caso, sarà prorogato fino al 31 ottobre lo sconto del 50% alle aree archeologiche e ai musei dei governatorati di Qena, Luxor e Assuan (qui la lista di tutti i prezzi).

Intanto sono state diramate da Mostafa Waziry, segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità, anche le regole sanitarie che le missioni archeologiche dovranno adottare durante gli scavi. Nelle aree all’aperto non si potranno utilizzare più di 30 lavoratori, mentre si dovrà stare al massimo in quattro – compreso l’ispettore del Ministero – in strutture chiuse come le tombe. Saranno inoltre obbligatori guanti e mascherine e la sanificazione frequente degli strumenti di lavoro.

 

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Un anno (il 6°) di Djed Medu: le scoperte archeologiche più importanti in Egitto del 2019

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Source: Khaled Desouki/AFP

Ed eccoci, come ogni 29 dicembre, a celebrare il compleanno di Djed Medu e soprattutto a fare il bilancio dei più importanti eventi egittologici verificatisi durante l’anno. Il 2019, ancor più del 2018, è stato un anno caratterizzato dall’impennata mediatica raggiunta dalle missioni archeologiche egiziane che hanno spesso messo in ombra i risultati, seppur importantissimi, dei team stranieri a cui è stata concessa molta meno visibilità. Per questo, la presenza di scoperte di egittologi locali è (e lo sarà sempre di più) decisamente maggioritaria nella lista che presenterò.

Dal punto di vista del blog, è continuata l’esponenziale crescita di pubblico – nonostante il numero di articoli sia diminuito a causa di impegni lavorativi personali – e di questo non posso che ringraziarvi. In tal senso, ad esempio, la pagina Facebook “Djed Medu – Blog di Egittologia” ha da poco raggiunto e superato i 10.000 follower (se non lo avete ancora fatto, unitevi e mettete anche voi un like alla pagina per rimanere sempre aggiornati e fruire di numerosi contenuti che non trovate qui).

Piccola nota negativa, invece, è stata il passaggio di gestione editoriale del sito nationalgeographic.it che, per il lancio della nuova versione responsive ed ottimizzata per i dispositivi mobile, ha rinnovato la veste grafica e i contenuti. Quindi, per il momento, tutti i vecchi articoli, compresi i miei, non sono più disponibili, ma dovrebbero essere ripubblicati prossimamente. È un po’ un dispiacere non leggere più il mio nome su quel prestigioso sito, ma ho comunque recuperato tutti i miei pezzi e li ho messi qui sul blog raggruppandoli sotto la categoria “National Geographic” (la trovate nella colonna di destra). Ringrazio la redazione di National Geographic Magazine Italia, e in particolare Alessandra, per avermi concesso l’onore di collaborare per più di due anni con un’istituzione che da sempre è l’eccellenza nella divulgazione scientifico-culturale mondiale, un magazine che si affida solo ad esperti del settore per la redazione degli articoli, che evita facili sensazionalismi e che indica ogni volta le fonti, verificandole, delle notizie segnalate.

Ma partiamo con la carrellata delle più importanti notizie egittologiche mese per mese:

GENNAIO

immDopo oltre 10 anni di lavoro, sono terminati i restauri delle pitture della Tomba di Tutankhamon effettuati dal Getty Conservation Institute di Los Angeles. I colori sono quindi tornati al loro splendore (quasi) originario, soprattutto grazie a un nuovo trattamento delle macchioline marroni che li coprivano.

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FEBBRAIO

183334779-946895a9-297f-4894-8bed-9db200b724b3Prima, delle tante, scoperte egiziane annunciate con conferenza stampa è stata quella di due tombe, di epoca tolemaica, con oltre 40 mummie di sacerdoti a Tuna el-Gebel. Il ritrovamento segue quelli effettuati nella stessa necropoli consacrata al dio Thot nel 2017 e nel 2018.

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MARZO

55470261_2216871728358465_5526619953484005376_nIl team della New York University Epigraphical Expedition ha effettuato una scoperta che ha ridisegnato la pianta del tempio di Ramesse II ad Abido. Il nuovo ambiente reale, realizzato in mattoni crudi e lastre di calcare, si trova di fronte all’ingresso S-O.

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APRILE

5-khwys-tomb_antechamber-east-and-north-wall-photo-by-mohamed-megahed-1Aprile è stato il mese più pregno di scoperte, dal Nord all’estremo Sud dell’Egitto. Si parte dalla variopinta tomba di un funzionario di V din. a Saqqara (in foto), per poi passare alla sepoltura tolemaica piena di mummie animali a Sohag e alla più grande tomba a saff di Teve Ovest, per finire con i ritrovamenti della nuova missione milanese ad Assuan.

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MAGGIO

1352195-2A Giza, la missione diretta dal segretario generale dello SCA, Mostafa Waziry, ha individuato le tombe di due funzionari di V dinastia, Pehenuika e Nui , riutilizzate in Epoca Tarda, per la deposizione di diversi sarcofagi antropoidi che conservano ancora alla perfezione i colori e le relative mummie al loro interno.

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GIUGNO

immagineAncora a Saqqara, sempre nei pressi del complesso funerario di Djoser, la missione polacca dell’Istituto di Egittologia dell’Università di Varsavia ha scoperto una trentina di mummie di oltre 2000 anni (seppur la notizia annunciata risalga al settembre precedente).

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LUGLIO

2019_CKS_17042_0110_005(an_egyptian_brown_quartzite_head_of_the_god_amen_with_the_features_of)Grande risalto mediatico ha avuto la vendita durante un’asta Christie’s  di una testa in quarzite di Tutankhamon in forma di Amon che è stata battuta per 4 milioni di sterline. Le autorità egiziane hanno provato in tutti i modi di bloccare l’asta senza riuscirci.

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AGOSTO

67564675_2438283262883976_129881129585999872_nDopo oltre 95 anni dalla sua scoperta, uno degli ultimi oggetti del corredo funerario di Tutankhamon rimasti ancora in situ ha lasciato la Valle dei Re per essere trasportato nei laboratori del Grand Egyptian Museum. Così è iniziato il restauro del sarcofago esterno in legno dorato di Tut.

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SETTEMBRE

immagineRispetto a molte altre notizie che presento sul blog, questa sembrerebbe meno importante, ma il relativo articolo è diventato il più letto dell’anno e tra quelli più condivisi in assoluto. Nel mare di Pozzuoli, un sub ha scoperto la parte inferiore di una statua egizia naofora in granito.

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OTTOBRE

assasif-wooden-coffin-discovery-by-luxor-times-01I risultati dell’articolo appena citato sono ancora più incomprensibili se paragonati alla portata della scoperta effettuata nella necropoli tebana di el-Asasif: una cachette con ben 30 sarcofagi lignei, ancora sigillati e perfettamente conservati, risalenti all’inizio della XXII dinastia.

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NOVEMBRE

171328394-8a395aa3-2338-45f2-badd-f21dc7eccf01L’altra grande scoperta dell’anno è stata quella di un deposito di Epoca Tarda, nell’area del Bubasteion di Saqqara, con decine di mummie animali, tra cui 5 appartenti a cuccioli di leoni (identificazione confermata da radiografie), numerose statue in legno e bronzo e un grande scarabeo in pietra.

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DICEMBRE

merlin_165794211_9960cc80-2390-4a77-9d43-34e0bdc8182f-jumboL’anno si è chiuso con una ricerca che potrebbe aver messo fine a decenni di dibattito tra egittologi. I caratteristici “coni di profumo“, presenti in numerosi dipinti funerari e non solo, sono stati effettivamente individuati in due tombe di Tell el-Amarna.

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“Il carro da caccia di Firenze” (Frammenti d’Egitto 2)

Ho il piacere di presentarvi il primo episodio della seconda stagione di “Frammenti d’Egitto”, progetto di video didattici sull’antico Egitto dell’associazione studentesca VOLO – Viaggiando Oltre L’Orizzonte.

Attraverso brevi filmati si parlerà in modo semplice e diretto della civiltà faraonica e, in particolare, si descriveranno alcuni tra i reperti più rappresentativi della collezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, la seconda in Italia dopo quella di Torino.

Nel primo episodio vi parlo del Carro da caccia di Firenze, uno dei reperti più importanti dell’intera raccolta egizia del MAF. Questa puntata di apertura è visibibile sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/associazioneVOLO/) e sul canale YouTube di VOLO (https://www.youtube.com/ user/VOLOAssociazione) e sarà seguita da altri 7 episodi.

 

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Il Metropolitan restituisce all’Egitto il sarcofago di Nedjemankh

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Source: Daily Mail

Lo scorso febbraio, con un vero e proprio colpo di scena, il Metropolitan Museum of Art di New York chiudeva in anticipo la fortunata mostra temporanea “Nedjemankh and His Gilded Coffin” che si avviava a superare il mezzo milione di visitatori in soli sei mesi. Infatti, il pezzo principale dell’esposizione, il sarcofago dorato di Nedjemankh per l’appunto, risultava essere uscito illegalmente dall’Egitto e arrivato negli USA attraverso il mercato nero. Così, una volta appurata la falsità dei documenti ottenuti con l’acquisto, il presidente del MET, Daniel Weiss, aveva subito chiesto scusa al popolo egiziano e si era impegnato a restituire al più presto il prezioso reperto.

Ieri si è finalmente concretizzata questa promessa con una conferenza stampa e la consegna ufficiale dell’oggetto alle autorità egiziane, alla presenza del ministro degli Esteri, Sameh Hassan Shoukry, del procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance, e dell’agente incaricato della Homeland Security Investigations, Peter C. Fitzhugh.

La novità dell’operazione sta proprio nei protagonisti che, per una volta, non si sono mossi dopo una richiesta di restituzione dall’Egitto ma attraverso una serie di indagini interne dell’Antiquities Trafficking Unit che ha scandagliato a lungo i percorsi sommersi che portano opere d’arte a gallerie, case d’asta e musei della Grande Mela.

Nedjemankh era sommo sacerdote del dio dalla testa di ariete Herishef, vissuto nel I secolo a.C. a Herakleopolis, città a sud del Fayyum. Il grande valore del suo sarcofago non è dato solo dal materiale con cui è realizzato, ma soprattutto dalla rarità del modello. L’intera superficie della bara, infatti, è coperta da testi e scene religiose incise su uno strato dorato di cartonnage che, a sua volta, decora la struttura in legno. Nella parte interna si trova, a protezione del volto del defunto, addirittura una foglia d’argento, metallo che in Egitto era ancora più prezioso dell’oro.

Il sarcofago è stato probabilmente trafugato durante il caos scaturito dopo la rivoluzione del 2011 nell’area di Minya. In quel periodo perfino il museo della città era stato assaltato da una folla senza controllo e non tutti i suoi reperti sono stati ancora recuperati. In ogni caso, il sarcofago sarebbe finito prima negli Emirati Arabi, poi in Germania e infine a Parigi, in particolare nella casa d’aste Christophe Kunicki dove è stato acquistato dal Metropolitan nel 2017, per 4 milioni di dollari.

Ad accompagnare il pezzo c’era una serie di documenti rivelatisi falsi, come una licenza di esportazione del 1971, data precedente alla promulgazione della legge 117 del 1983 sulla tutela delle antichità egiziane.

Secondo quanto detto dal ministro Shoukry, il sarcofago sarà rimpatriato nei prossimi giorni in Egitto, dove sarà esposto nel 2020

Aggiornamento (01/10/2019):

Arrivato in Egitto, stamattina il sarcofago di Nedjemankh è stato ufficialmente presentato a stampa e ambasciatori stranieri presso il National Museum of Egyptian Civilization di Fustat, museo dove sarà esposto al pubblico già nei prossimi mesi.

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Source: MoA

Aggiornamento (30/06/2020):

Le indagini sono andate avanti in Francia e hanno coinvolto nomi altisonanti, non tutti fatti trapelare: sono stati arrestati il noto esperto d’archeologia del Mediterraneo e membro del comitato della Société Française d’Égyptologie Christophe Kunicki e il marito e socio Richard Sampaire, un ex curatore del dipartimento del Vicino Oriente del Louvre, il presidente della Pierre Bergé & Associés, una delle case d’asta più amose al mondo e un altro banditore parigino.
 
Oltre al sarcofago di Nedjemankh, sarebbero molti altri i reperti provenienti da paesi in guerra o sconvolti dalla primavera araba, come Egitto, Libia, Siria e Yemen, venduti illegalmente a inconsapevoli musei, Louvre di Abu Dhabi o il già citato Metropolitan tra tutti, e privati.
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Le pitture della tomba di Tutu saranno esposte in un museo della nuova capitale

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Source: see.news

Ricorderete la tomba di Tutu, presentata alla stampa lo scorso aprile dopo che era stata scoperta a Sohag nel 2018 da tombaroli e scavata dagli archeologi del Ministero delle Antichità. Nella sepoltura, risalente all’epoca tolemaica, erano state ritrovate mummie umane e oltre 50 animali imbalsamati, tra falchi, gatti, cani e roditori.

Ma a colpire era soprattutto la conservazione delle pitture parietali, i cui colori erano ancora accesissimi (foto in basso). Beh, quelle pitture sono appena state staccate dai muri (in gergo tecnico “strappate”) dai restauratori del Ministero e saranno esposte nel museo che, fra qualche mese, sarà inaugurato nella nuova capitale amministrativa d’Egitto, ancora senza nome e in costruzione a 45 km est dal Cairo.

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“EGITTO”: la nuova collana di volumi De Agostini sulla civiltà egizia

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Quando presento sul blog pubblicazioni scientifiche sulle ultime scoperte archeologiche in Egitto, spesso mi chiedete dove poter reperire le stesse informazioni in modo più semplice e soprattutto meno ingessato dal linguaggio tecnico accademico. Infatti, soprattutto nel panorama italiano, non è semplice trovare seri testi divulgativi che si occupino di storia egizia senza sconfinare nei soliti cliché triti e ritriti o, ancor peggio, in strane teorie alternative.

Così colgo con piacere l’occasione di consigliare a tutti gli egittofili, o a chi semplicemente voglia approfondire la propria conoscenza della civiltà faraonica, la nuova opera editoriale di De Agostini – una sicurezza in questo senso – che uscirà in edicola il 3 agosto 2019. “EGITTO” è una collana di 45 volumi illustrati che toccherà tutti gli aspetti tipici della Valle del Nilo, divisi in 7 categorie: Storia, Arte, Viaggio in Egitto, Vita Quotidiana, Scrittura, Scienza e Riscoperta dell’Egitto e Religione. A quest’ultimo argomento – forse il più peculiare – è dedicata la prima uscita che ho potuto consultare in anteprima per parlarvene.

Articolo 1Il volume tratta, come si legge dal sottotitolo, di riti, mummie e magie. Nell’eterogeno pensiero religioso egiziano, i molteplici culti sono presentati insieme a figure sacerdotali, oggetti e simboli relativi. Ho apprezzato soprattutto il fatto che si parli anche della religione popolare, tanto importante quanto sottovalutata rispetto al canone ufficiale dei grandi templi. Una parte rilevante è riservata al concetto di magia nell’antico Egitto (heka) e al potere della parola, mai così forte nelle altre civiltà del passato. Infine, non poteva mancare una lunga panoramica sulla mummificazione, il rituale che più di tutti cattura la curiosità delle persone, raccontata attraverso la sua origine, la sua evoluzione nel corso dei secoli, i significati pratici e simbolici di ogni passaggio.

In generale, “EGITTO” affronta ogni tema con un linguaggio semplice ma non banale, accompagnato da belle foto che riempiono tutte le pagine; inoltre, nei numerosi approfondimenti si trovano parallelismi con altre culture, riferimenti ai tempi odierni, descrizione delle ultime scoperte e curiosità varie.

Senza aspettare agosto, è già possibile abbonarsi online ad “EGITTO” sul sito https://track.adform.net/C/?bn=30776154. Inoltre, inserendo il codice promozionale REGALOEGITTO entro il 31 luglio 2019, riceverete un omaggio in più oltre ai regali riservati agli abbonati.

 

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