Articoli con tag: Elefantina

Due scoperte dalla provincia di Assuan

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Source: MoA

Nel giorno del Black Friday, due scoperte al prezzo di una: Mostafa Waziry, Segretario Generale dello SCA, ha annunciato due ritrovamenti effettuati nel governatorato di Assuan, all’estremo sud dell’Egitto.

Proprio nel capoluogo della provincia, più precisamente sull’isola di Elefantina, la missione svizzero-tedesca (Schweizerisches Institut für Ägyptische Bauforschung und Altertumskunde in Kairo e Deutsches Archäologisches Institut in Kairo) diretta da Cornelius von Pilgrim ha individuato un laboratorio di carpenteria risalente alla XVIII dinastia. In particolare, l’ultima fase di frequentazione dell’edificio è collocabile tra il regno di Thutmosi III (1458-1425 a.C.) e i primi anni di Amenofi II (1425-1401). Tra i vari attrezzi recuperati dagli archeologi, spiccano due asce, in bronzo e rame, deposte in un piccolo pozzo. La prima (foto in basso), simmetrica con l’estremità allungate, appartiene a una tipologia che comparve nel II Periodo Intermedio (1650-1550 circa). Il suo cattivo stato di conservazione ha necessitato l’intervento di un restauratore. La seconda (foto in alto), invece, è decisamente più interessante perché non sarebbe di produzione locale ma levantina. Questo tipo, mai trovato prima d’ora in Egitto, presenta un foro per l’inserimento del manico (tecnica non egiziana) e 4 punte nella parte opposta alla lama che gli danno il nome di Nackenkammäxten (ascia dal collo a pettine). Pilgrim ha affermato che due esemplari molto simili, ma più tardi, sono stati scoperti a Ugarit (Ras Shamra, costa settentrionale della Siria) e in un santuario di Beit Shean (Israele nord).

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Source: MoA

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Source: MoA

Circa 40 km più a nord, a Kom Ombo, durante i lavori di abbassamento del livello della falda freatica che minaccia il sito archeologico, è stato portato alla luce un blocco in arenaria (83 x 55 x 32 cm) con iscrizione geroglifica. Il nome nei cartigli appartiene a un faraone poco noto ai più, Filippo III Arrideo (323-317), sovrano che regnò sui territori conquistati dal fratellastro Alessandro Magno nella fase di transizione verso la dinastia tolemaica vera e propria. Il testo presenta invocazioni al dio coccodrillo Sobek – parte, insieme ad Hathor e  Khonsu, di una delle due triadi a cui era dedicato il santuario (l’altra era composta da Horoeris, Tasenetnofret e Panebtawy) –  ed è compreso tra la raffigurazione di Nekhbet sotto forma di avvoltoio e la testa di Filippo con la corona rossa del Basso Egitto. Tale attribuzione sposta indietro la costruzione del Tempio di Kom Ombo, nel quale il primo faraone attestato finora era Tolomeo VI  (163-145).

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Assuan: scoperta tomba intatta di Medio Regno

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Source: MoA

Grandissima scoperta quella effettuata a chiusura di missione del Proyecto Qubbet el-Hawa”, ad Assuan Ovest. Gli archeologi spagnoli diretti da Alejandro Jiménez-Serrano (Universitad de Jaén) hanno individuato una ricca tomba intatta (QH34bb) di Medio Regno appartenente a un certo Shemai, figlio di Khema, nomarca sotto Amenemhat II (1919-1885), e di Saterhotep e soprattutto fratello di Sarenput II, uno dei più importanti governatori di Elefantina della XII dinastia, in carica sotto i regni di Sesostri II (1885-1878) e Sesostri III (1878-1846).

L’alto rango sociale del defunto è sottolineato dal corredo, ritrovato completo all’interno della camera funeraria (2,5 x 1 m) scavata nella roccia in fondo a un pozzo di 2 metri: due sarcofagi in legno di cedro – l’esterno è stato distrutto dalle termiti, mentre l’interno è in ottimo stato di conservazione e reca ancora il nome e i titoli del morto – (foto in alto), una copertura policroma in cartonnage posta sulla mummia con maschera e pettorale, una serie di vasi ceramici e i tipici modellini lignei dell’epoca, che ritraggono imbarcazioni e scene di vita quotidiana.

Purtroppo, al momento, non sono state rilasciate foto di questi oggetti, quindi si aspettano ulteriori informazioni dal Ministero delle Antichità e dal sito della missione: http://uja.molobo.es/.

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Source: MoA

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Source: abc.es

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Riaperto il museo archeologico di Elefantina

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Source: DAI Kairo

Dopo circa 7 anni, martedì scorso (21 febbraio), alla presenza del ministro delle Antichità Khaled el-Enany, è stato ufficialmente riaperto il Museo archeologico di Elefantina, ora diretto da Mustafa Khalil. L’edificio è stato dotato di un nuovo ingresso e di vetrine più funzionali in cui sono esposti oltre 1700 reperti scoperti dalla missione svizzero-tedesca (Schweizerisches Institut für Ägyptische Bauforschung und Altertumskunde in Kairo e Deutsches Archäologisches Institut in Kairo) che lavora sull’isola di Assuan. L’orario di apertura è: 8:30-16:30.

Per altre foto: https://www.facebook.com/DAINST.Kairo/posts/1242480389206093

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Elefantina, scoperta cappella di Hatshepsut per barca sacra

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Source: MSA

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Source: MSA

A quanto pare, le polemiche portano bene. Continuano, infatti, le scoperte degli archeologi svizzeri e tedeschi che lavorano sull’isola di Elefantina. Questa volta, è la missione diretta da Felix Arnold (Deutsches Archäologisches Institut in Kairo) a fregiarsi di un importante ritrovamento: una serie di circa 30 blocchi di un edificio attribuibile ad Hatshepsut (1479-1457). Questa costruzione fu completamente smantellata in antichità e il materiale risultante fu riutilizzato per le fondazioni del tempio di Khnum di Nectanebo II. Altri blocchi erano stati già individuati dalla missione svizzera negli anni precedenti, ma solo ora è chiara la loro origine, anche grazie agli evidenti segni di damnatio memoriae che recano, come si può vedere dai cartigli della regina cancellati sotto il regno di Thutmosi III (a sinistra e in alto).

Secondo Arnold, si tratterebbe di una cappella che fungeva da stazione intermedia per ospitare la barca sacra durante le processioni dedicate a Khnum. Sui pilastri che circondavano l’unica sala, infatti, è raffigurato il dio locale (foto in alto) insieme ad altre divinità. Ma la particolarità del ritrovamento sta nella rappresentazione di Hatshepsut con fattezze femminili – poi rimpiazzate dal figliastro con quelle del defunto padre Thutmosi II (foto in basso) – caratteristica tipica dei suoi primi anni di regno e nota finora solo a Karnak.

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Source: MSA

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Elefantina, scoperta statua di Heqaib

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Source: MSA

Ancora notizie da Elefantina, questa volta prettamente archeologiche. I membri della missione diretta da Cornelius von Pilgrim – che, pochi giorni fa, si era dovuto difendere da accuse infondate a causa della vicenda delle stelle di David – hanno scoperto una statua frammentaria (vedi in alto) che rappresenta Heqaib, nomarca di Elefantina sotto Pepi II (2276-2200 circa) alla fine della VI dinastia. Il governatore di Assuan è noto soprattutto per le sue spedizioni in Nubia descritte nei testi autobiografici della sua tomba a Qubbet el-Hawa. Dopo la morte, Heqaib fu divinizzato e venerato, tra l’XI e la XIII dinastia, in una cappella proprio sull’isola di Elefantina. A questo culto locale, quindi, sarebbe da ricondurre la presenza della statua nelle vicinanze del tempio di Khnum.

Inoltre, gli archeologi svizzeri hanno individuato un’altra statua – anch’essa di Antico Regno e mancante della parte superiore – e una stele d’offerta in arenaria (40 x 60 cm) risalente alla XVIII dinastia (foto in basso).

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Source: MSA

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Source: MSA

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Elefantina, le stelle di David sono autentiche

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Source: elde26.wix.com

Come previsto, la vicenda del blocco  asportato da Elefantina perché recante due “stelle di David” si è chiusa con una figuraccia delle autorità egiziane.

Il comitato scientifico, composto dal ministro delle Antichità Khaled El-Enany, dal dir. gen. delle Antichità Nubiane Nasr Salama, dal dir. gen. dell’area di Assuan Ahmed Saleh, dal dir. gen. del Museo Copto Atef Nagib Hanna, dall’ispettore delle Antichità Islamiche di Assuan Aladin Suleiman e dal direttore della missione svizzero-tedesca (accusata delle incisioni) Cornelius von Pilgrim, ha stabilito che le stelle sono autentiche e che dovrebbero risalire al VI sec. d.C. o prima. Seguiranno ulteriori studi per giungere a una datazione più precisa.

Il blocco incriminato (Y44) era stato scoperto già nel 1985 e, diversamente da quanto riferito in precedenza, apparteneva al “Tempio Y”, consacrato in epoca romana a Osiride Nesmeti, figlio di Khnum. La struttura comprendeva un naos di 6 x 9 metri e un pronao di 5 x 9 m con interventi decorativi riconducibili a diversi imperatori romani (Nerone, Vespasiano, Domiziano, Traiano). Dell’edificio originale, però, non restano che i blocchi riutilizzati intorno al VI-VII secolo d.C per la realizzazione del muro di un molo lungo la costa N-E dell’isola. Per questo, la missione svizzero-tedesca sta lavorando alla sua ricostruzione dal 2011.

http://www.christianubertini.net/en/pages/works/2002_ty_en.html

http://www.rug.nl/research/portal/files/2921163/c10.pdf

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Elefantina, rimosso blocco con stelle di David

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Source: MSA

Situazione paradossale quella che si sta verificando a ElefantinaAssuan. In una nota ufficiale, il Ministero delle Antichità ha annunciato la rimozione di un blocco del Tempio di Khnum perché forse vandalizzato da graffiti la cui origine è ancora da appurare. Si tratta di due stelle di David di circa 10 cm, scoperte da un ispettore del ministero sicuro che prima non ci fossero. Gli organi di stampa egiziani si sono divisi attribuendo la responsabilità a visitatori o addirittura a un presunto archeologo straniero ebreo, membro della missione svizzero-tedesca (il Deutsches Archäologisches Institut in Kairo in collaborazione con lo Schweizerisches Institut für Ägyptische Bauforschung und Altertumskunde in Kairo) che da decenni scava sull’isola e si occupa della ricostruzione del santuario.

Infatti, per ordine di Mamdouh Afifi, capo del dip. di Antichità Egizie del ministero, il team è stato costretto a smontare la pietra imputata e a compilare un resoconto dettagliato per discolparsi dell’incidente. Nasr Salama, direttore generale dell’area di Assuan, si è perfino spinto oltre minacciando di revocare la concessione di scavo ai Tedeschi perché non convinto delle loro spiegazioni che vedrebbero una possibile origine islamica dei simboli (qui la sua intervista in arabo). Il blocco rimosso ora è nel deposito archeologico di Assuan in attesa di verifiche. Ma era necessaria un’indagine simile? Secondo me, si sta andando verso una probabile figuraccia. Il Tempio di Khnum è stato edificato durante la XVIII dinastia (Hatshepsut/Thutmosi III), anche se ebbe origini molto più antiche perché il dio dalla testa di ariete, insieme a Satis e Anuket, componeva la triade divina locale. Fonti archeologiche e, soprattutto, i Papiri di Elefantina, scritti anche in aramaico, attestano che l’isola, probabilmente dal VII secolo a.C., fu abitata da una colonia giudaica che consacrò un piccolo tempio a Yahweh. L’edificio fu poi inglobato dal tempio di Khnum ampliato sotto Nectanebo II (360-343). Le stelle, quindi, potrebbero essere semplicemente una testimonianza di quel periodo o di un successivo riutilizzo musulmano della struttura (non è raro, infatti, trovare questi segni anche in moschee).

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Il blocco rimosso

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Bloccata vendita all’asta di una statuetta d’avorio rubata a Elefantina

Source: MSA

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L’ennesimo reperto egizio proveniente dal mercato nero era destinato a un’asta presso l’Aton Gallery di Oberhausen in Germania. Ma, questa volta, il Dipartimento Rimpatrio Antichità è riuscito a bloccarne la vendita. Si tratta di una statuetta frammentaria in avorio alta 11,5 cm, risalente al Periodo tardo e che rappresenta un uomo che porta un’antilope sulle spalle. Scoperta nel 2008 nel tempio di Khnum a Elefantina dalla missione del Schweizerisches Institut für Ägyptische Bauforschung und Altertumskunde in Kairo, era stata rubata dai magazzini dell’isola nel 2013 insieme a un’altra dozzina di pezzi.

Il ministro El-DamatyAly Ahmed, capo del Dipartimento, si sono rivolti all’Interpol segnalando l’esportazione illegale del manufatto e chiedendo l’accertamento dei documenti di proprietà. Intanto, sono state intavolate le negoziazioni diplomatiche con le autorità tedesche per richiedere la restituzione immediata della statuetta.

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Liberate le 4 tombe di Assuan Nord dagli occupanti armati (troppo tardi?)

Lo scorso giugno, sono apparsi in rete un video e scatti spettacolari di tombe rupestri mai viste prima ad Assuan. Queste sepolture si trovano sulla riva occidentale del Nilo, nella zona nord della città a 1 km dal sito di Qubbet el-Hawa. Ma, fino ad ora, la notizia è rimasta vaga perché la scoperta era stata effettuata casualmente da alcuni abitanti del vicino villaggio nubiano di Gharb Aswan che, armati, si erano impossessati delle tombe allontanando autorità e studiosi.

Finalmente, il ministro Ibrahim ha annunciato che la Polizia Turistica è riuscita a scacciare gli occupanti abusivi e che è pronto un fondo per restaurare le quattro tombe (anche se in un primo momento si era parlato di 6) e per continuare gli scavi dell’area. Sembra che il sito fosse una necropoli dedicata ai governatori di Elefantina della XVIII din. o, più in generale, del Nuovo Regno. La tomba più importante, apparteneva al nomarca User, “Sovrintendente della Terra dell’Oro”, ed è caratterizzata da pitture parietali dai colori ancora brillanti (nella foto, il defunto si trova di fronte a una tavola d’offerte e a un nutrito gruppo di servitori). Nelle altre, erano sepolti gli alti funzionari Amenhotep, governatore e “Portatore del Sigillo dell’Alto Egitto”, Banefer, principe e “Sovrintendente dei Sacerdoti del Dio in Elefantina”, e il nomarca User Uadjet.

Come detto, il sito ora è al sicuro, ma è evidente che sia stato sottoposto a mesi di saccheggi e risulta, quindi, irrimediabilmente compromesso. Lo si può vedere nel reportage scritto dagli egittologi  Marco Chioffi e Giuliana Rigamonti che, con non poche difficoltà, sono riusciti a documentare lo stato delle tombe nell’ottobre 2013: http://www.egyptologyforum.org/bbs/USERARCE.pdf

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