Articoli con tag: Gebel el Silsila

Scoperto il porto da dove partivano le barche che trasportavano l’arenaria di Gebel el-Silsila

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Source: MoA

Spesso parlo delle scoperte effettuate dalla missione svedese a Gebel el-Silsila, esteso sito di cave di arenaria situato tra Edfu e Kom Ombo. Questa volta, però, protagonista del ritrovamento è stata una squadra egiziana che ha individuato il porto principale da cui i blocchi estratti nelle vicine cave partivano per il resto dell’Egitto.

La struttura, estesa 100 metri e distante solo 200 dalla grande cava n° 34, si trova sulla riva orientale del Nilo ed era nascosta dalla vegetazione e uno spesso strato di limo. Una volta ripulita l’area, è stato evidenziato il punto di approdo delle barche con diverse iscrizioni e fori per gli ormeggi.

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Gebel el-Silsila, scavata sfinge colossale dalla testa di ariete

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Source: luxortimes.com

Se negli ultimi anni ci eravamo abituati soprattutto a ritrovamenti di contesti funerari, con l’ultima scoperta si torna alla funzione più nota di Gebel el-Silsila, cioè quella di sito di cave di arenaria. Infatti, il team diretto da Maria Nilsson e John Ward (Lund University, Svezia) ha individuato un centro di lavorazione della pietra di Nuovo Regno, probabilmente databile al regno di Amenofi III (1386-1349 a.C.).

Numerosi sono gli scarti di produzione e oggetti non finiti che, per un motivo o l’altro, sono stati abbandonati nella cava. Spicca una gigantesca criosfinge (sfinge dalla testa di ariete) di arenaria, lunga circa 5 metri, larga 1,5 e alta 3,5, appena sbozzata e pronta per il trasporto – le operazioni di fino avvenivano nel luogo di destinazione – se non si fosse fratturata prima del completamento. La statua è stata poi ricoperta, salvo per la sommità della testa, per 2000 anni dai detriti d’estrazione di epoca romana. Nelle vicinanze è stato ritrovata anche una porzione di un modello più piccolo della sfinge (foto in basso), simile ad altri esempi già noti da tempo a Silsila. All’esemplare più grande, invece, apparterrebbe anche un ureo considerato parte della corona.

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Source: National Geographic

Inoltre, gli archeologi hanno scavato diversi frammenti iscritti attribuibili a un naos distrutto di Amenofi III, una parte di obelisco con il pyramidion e pezzi di sculture come quella di un falco.

http://gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.com/

 

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Gebel el-Silsila, scoperta tomba di XVIII dinastia (sotto l’acqua)

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Source: MoA

Normalmente, se si parla di egittologia, si pensa a scavi archeologici effettuati in luoghi sabbiosi al margine del deserto. Non sempre… Basta vedere l’ultima scoperta effettuata a Gebel el-Silsila dal team di Maria Nilsson e John Ward (Lund University, Svezia) che, nel loro consueto lavoro di survey nell’esteso sito di cave di arenaria situato tra Edfu e Kom Ombo, hanno individuato una tomba completamente sommersa da acqua e fango.

La struttura, risalente alla XVIII dinastia (1550-1292 a.C.), è scavata nella roccia con un pozzo profondo 5 metri che conduce a due camere funerarie. Per questo, gli archeologi l’hanno ritrovata in gran parte riempita da limo e dall’acqua freatica (come si vede nella foto in basso) che, ovviamente, ha causato danni ai corpi deposti e agli oggetti del corredo. Inoltre, la struttura era stata già visitata da tombaroli.

Nonostante le difficoltà, è stato possibile recuperare resti ossei relativi a circa 60 persone – sintomo di una sepoltura familiare di tre generazioni (da Thutmosi II a Amenofi II) -, tre sarcofagi in arenaria di cui uno per un neonato (foto in alto), ceramica, ushabti, scarabei e diversi amuleti.

http://gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.com/

 

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3 scoperte nella provincia di Assuan

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Source: MoA

Stamattina Mostafa Waziry, segretario generale del Supreme Council of Antiquities, ha annunciato non una, non due, ma ben tre scoperte effettuate nella provincia di Assuan.

La prima riguarda il Gebel el Silsila Project, diretto da Maria NilssonJohn Ward (Lund University, Svezia), nell’ambito del quale, come all’inizio di quest’anno, sono state ritrovate quattro tombe rupestri di XVIII dinastia (1543-1292 a.C.). Questa volta, ad essere inumati nelle antiche cave di arenaria situate tra Edfu e Kom Ombo, sono dei bambini di 2/3, 6/9, 5/8 e 5/8 anni. I loro corpi mummificati giacevano con resti dei sarcofagi lignei e alcuni oggetti del corredo come amuleti e vasi di ceramica (foto a sinistra).

https://gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.it/

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Source: MoA

Circa 15 km a sud, a Kom Ombo, la missione egiziano-austriaca diretta da Irene Forstner-Müller ha individuato un cimitero risalente al I Periodo Intermedio (2192 – 2055 a.C.), epoca in cui le aree periferiche dell’Egitto acquisirono sempre più potere portando alla frammentazione dell’unità nazionale e alla creazione di ‘dinastie’ locali. Qui i defunti erano sepolti con vasi ceramici in tombe costruite in mattoni crudi (immagine a destra). Tuttavia, sembrerebbe che la necropoli copra resti più antichi, in particolare un insediamento di Antico Regno perché è stata scoperta una porzione del cartiglio con il praenomen di Sahura, faraone di V dinastia (2500-2490): sAH w [ra] (foto in basso).

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Source: MoA

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.https://www.oeaw.ac.at/oeai/forschung/siedlungsarchaeologie-und-urbanistik/kom-ombo-stadt-und-hinterland/

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Source: MoA

Infine, proprio ad Assuan, la missione svizzera diretta da Wolfgang Müller ha scoperto una statua frammentaria di epoca greco-romana. La scultura, realizzata in calcare (14 x 9 cm), manca della testa e dei piedi, ma, grazie alla resa degli abiti, può essere interpretata come la rappresentazione della dea della caccia Artemide, in Egitto assimilata con Bastet o Iside.

http://swissinst.ch/html/forschung_neu.html

 

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Gebel el-Silsila, scoperte tombe rupestri della XVIII dinastia

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Source: MSA

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Source: The Gebel el Silsila Project 2016

A Gebel el-Silsila, gli archeologi diretti da Maria Nilsson e John Ward (Lund University, Svezia), durante la loro missione di survey nell’esteso sito di cave di arenaria situato tra Edfu e Kom Ombo, hanno individuato circa 40 tombe rupestri e una cappella risalenti al Nuovo Regno. Le strutture consistono in una o due stanze con pozzi scavati nel pavimento. Non ci sono iscrizioni, ma gli oggetti ritrovati – come lo scarabeo nella foto a sinistra che reca il cartiglio di Amenofi II (1424-1398) – datano le sepolture alla XVIII dinastia, anche se sembra che siano state riutilizzate durante la XIX. Un’indagine preliminare ha già evidenziato la presenza di ossa umane appartenenti a uomini, donne e bambini. La piccola cappella presenta due stanze e un disco solare a decorazione dell’ingresso.

http://gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.it/

 

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Gebel el-Silsila, scoperti due gruppi scultorei in cappelle rupestri

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Source: MSA

Un’altra notevole scoperta dal sempre prolifico Gebel el Silsila Survey Project. La squadra diretta da Maria Nilsson e John Ward (Lund University, Svezia) ha individuato due gruppi scultorei in rilievo risalenti al Nuovo Regno. Le statue si trovano in fondo a due cappelle rupestri già studiate in precedenza dalla missione epigrafica dell’EES di Ricardo Caminos (1955-1982), ma erano state obliterate da detriti provocati dall’erosione della roccia e da passati terremoti. Il primo gruppo si trova in fondo alla Cappella 30 e rappresenta il proprietario in veste di Osiride seduto insieme alla moglie che gli mette un braccio sulla spalla (vedi in basso). In fondo alla Cappella 31, invece, Neferkhewe (aspetto conferme ufficiali sul nome perché i dispacci del Ministero delle Antichità non sono sempre precisi nelle traslitterazioni), “Supervisore alle terre straniere” sotto Thutmosi III (1479-1424), è ritratto, sempre in foggia osiriaca, insieme alla moglie, al figlio e alla figlia (foto in alto). Gebel el-Silsila, situato tra Edfu e Kom Ombo, è il più grande sito di antiche cave d’arenaria d’Egitto, ma presenta anche numerosi templi, stele e sacelli scavati nelle scarpate ai due lati del Nilo. Tra queste strutture, ci sono proprio una trentina di cappelle private come quelle precedentemente descritte fatte realizzare soprattutto da ufficiali della XVIII dinastia per il culto dei defunti. Per la maggior parte dei casi, si tratta di una facciata decorata con formule di offerta che conduce a una singola stanza quadrata o rettangolare che presenta sul fondo una nicchia con l’effige del committente e di familiari seduti. La posizione difficilmente raggiungibile, però, suggerisce che i riti funebri non fossero effettivamente praticati.

http://gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.it/2015/12/six-nk-statues-and-intact-relief-scenes.html

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Source: MSA 

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(Ri)scoperto tempio a Gebel el Silsila

Source: MSA - The Gebel el Silsila Project 2015

Source: MSA – The Gebel el Silsila Project 2015

La missione epigrafica del “Gebel el Silsila Survey Project”, diretta dalla Dott.ssa Maria Nilsson (Lund University, Svezia), ha ri-trovato un tempio di Nuovo Regno la cui ubicazione si era persa ormai da due secoli. Seguendo le indicazioni fornite dall’esploratore e orientalista svizzero Johann Ludwig Burckhardt (1784-1817), i membri del team si sono imbattuti nelle fondazioni di un luogo di culto che misurava 32,5 x 18,2 m, proprio a NO della stele di Amenofi IV. Da una prima analisi, sono emerse tracce di frequentazione sotto Thutmosi III, Amenofi III, Ramesse II e durante il periodo romano, ma un vero e proprio scavo potrà essere organizzato solo nella prossima campagna.

Gebel el Silsila, tra Edfu e Kom Ombo, è il più grande sito di antiche cave d’arenaria d’Egitto estendendosi per 2,5-3 km² su ogni lato del Nilo. Tutta quest’area, una volta conosciuta come Khenu/Kheny, è disseminata di pittogrammi rupestri preistorici, iscrizioni in geroglifico, ieratico, demotico, greco e copto e marchi di cava. L’obiettivo del progetto è proprio la documentazione fotografica dello sconfinato materiale epigrafico. Quest’ultima scoperta, però, sottolinea il fatto che il sito avesse anche una grande rilevanza religiosa.

http://gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.it/

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Arrampicati a 14 m d’altezza per la stele di Amenofi IV a Silsila

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Source: gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.co.uk

Gebel el Silsila, tra Edfu e Kom Ombo, è il più grande sito di antiche cave d’arenaria d’Egitto estendendosi per 2,5 km su ogni lato del Nilo. Tutta quest’area, una volta conosciuta come Khenu/Kheny, è disseminata di pittogrammi rupestri preistorici, iscrizioni in geroglifico, ieratico, demotico, greco e copto e marchi di cava. L’obiettivo del “Gebel el Silsila Survey Project” è proprio la documentazione fotografica di tutto questo materiale epigrafico, compreso quello più “scomodo” da raggiungere.

Questo è il caso della stele di Amenofi IV (vedi foto) posta a 14 metri d’altezza rispetto all’attuale livello del suolo. Infatti, gli archeologi diretti da Maria Nilsson si sono dovuti arrampicare su scale e ponteggi per copiare e fotografare il testo. La stele celebra l’inaugurazione della cava per il materiale dello “Hut-benben”, tempio solare fatto costruire dal faraone nei pressi di Karnak prima del trasferimento ad Amarna.

http://gebelelsilsilaepigraphicsurveyproject.blogspot.co.uk/2014/04/seven-weeks-in-stela-of-amenhotep-iv.html

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