Articoli con tag: Gerusalemme

Un’ancora con geroglifici egizi nel mare d’Israele

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Credit: Laura Lachman / Israel Museum

Che ci fa la dea egizia Seshat nel mare israeliano? Per scoprirlo, bisogna fare qualche passo indietro.

Tra i pezzi attualmente esposti nell’Israel Museum di Gerusalemme per la mostra Emoglyphs – in cui si mettono in relazione i geroglifici con i moderni emoji – c’è il blocco iscritto in calcare ritratto nella foto a sinistra. Il reperto era stato trovato per caso lo scorso anno da un veterinario che stava nuotando a largo della spiaggia di Atlit, piccolo centro costiero del nord d’Israele.

Su una delle facce dell’oggetto sono incisi un testo geroglifico disposto su tre registri e parte della figura della dea della scrittura Seshat con il suo peculiare simbolo sulla testa. Secondo Shirly Ben-Dor Evion, curatrice delle antichità egizie dell’Israel Museum, il blocco proverrebbe da un tempio della XVIII dinastia (XV secolo a.C. circa). Ma allora come è finito lì?

La spiegazione sta nel suo riutilizzo come ancora. L’estremità arrotondata e il foro per la la corda, infatti, sono riscontrabili nelle antiche pietre d’ormeggio che spesso si trovano lungo la costa levantina. Non è nemmena la prima scoperta in zona di un blocco con geroglifici riciclato per questo scopo. Atlit era infatti un importante punto di approdo di navi mercantili provenienti da tutto il Mediterraneo orientale, compreso l’Egitto, durante l’Età del Bronzo.

Sempre secondo la Ben-Dor Evian, l’artigiano che riforgiò il blocco avrebbe volutamente scalpellato anche il volto della dea – indicata nel testo come “Signora della Casa dei Libri” – come forma di rispetto, cioè una sorta di sconsacrazione del pezzo prima del suo riutilizzo pratico.

https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-mysterious-ancient-egyptian-artifact-found-off-israeli-coast-1.8477804

 

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Hazor (Israele), scoperto frammento di statua egizia

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Source: jpost.com

A distanza di tre anni, nello stesso luogo, un altro importante e inaspettato ritrovamento. A Tel Hazor, sito UNESCO israeliano a nord del Mar di Galilea, gli archeologi dell’Hebrew University of Jerusalem hanno scoperto un frammento di base di una statua egizia, proprio nello stesso edificio dove, nel 2013, era stato individuato un pezzo di sfinge di Micerino. Probabile, quindi, che il palazzo fosse il centro amministrativo di Hazor, una delle più importanti città cananee del Tardo Bronzo e Stato vassallo dell’Egitto. Il forte legame con la Valle del Nilo è testimoniato dai frammenti di 18 statue egizie scavati nel tell in 30 anni che corrispondono alla più cospicua quantità di ritrovamenti del genere in Israele.

Il reperto di calcare misura 45 x 40 cm e ritrae un funzionario, forse di Menfi, in una posizione abbastanza rara, cioè seduto con la gamba sinistra piegata sul petto e la gamba destra poggiata a terra. Questa iconografia (qui un esempio) fu introdotta nell’Antico Regno, periodo cui è collocato l’oggetto dai membri della missione. Se fosse confermata questa datazione, si tratterebbe – insieme alla sfinge di Micerino – dell’unica statua egizia di III millennio ritrovata nel Levante. In ogni caso, maggiori informazioni in tal senso arriveranno dalla traduzione dalle iscrizioni geroglifiche perché, al momento, si sa solo che contengono formule funerarie che assicurano offerte per l’uomo raffigurato di cui ancora non si conoscono nome e carica. Invece, la distruzione della scultura, come quella delle altre del palazzo, è probabilmente deliberata da parte di chi (Popoli del Mare?) ha conquistato e raso al suolo la città nel XIII secolo a.C.

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Israele restituisce all’Egitto due coperchi di sarcofago

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Source: haaretz.com

Finalmente tornano a casa i due reperti egizi sequestrati nel 2012 in un negozio di antiquariato della città vecchia di Gerusalemme. Si tratta di coperchi di sarcofagi in legno di palma ricoperti in stucco dipinto e datati, tramite il C14, al XVI-XIV e al X-VIII sec. a.C. Secondo l’Israel Antiquities Authority, i due pezzi, segati a metà per facilitarne il trasporto, sono stati scavati illegalmente nel deserto occidentale per poi essere esportati a Dubai e poi in un paese europeo prima di finire in Israele. La restituzione – la prima del genere dagli anni ’90 – è stata resa possibile grazie all’intervento dell’Interpol e ad accordi diplomatici tra i due paesi, tornati a dialogare lo scorso settembre con la riapertura dell’ambasciata israeliana al Cairo. I coperchi ora si trovano nei magazzini del Museo Egizio di Piazza Tahrir per il restauro, in attesa di essere esposti nello stesso museo o nel Grand Egyptian Museum di Giza.

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Gerusalemme, scoperto amuleto egizio con cartiglio di Thutmosi III

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Source: jpost.com

Neshama Spielman a soli 12 anni può già dirsi soddisfatta della sua prima esperienza con l’archeologia. La bambina, infatti, è tra i volontari del Temple Mount Sifting Project che, fin dal 2004, sotto la guida di Gabriel Barkay e Zachi Dvira (Bar-Ilan University), stanno setacciando tonnellate e tonnellate di terra scaricata illegalmente sulle pendici occidentali del Monte Scopus, altura che si trova a nord-est di Gerusalemme. Nonostante sia un terreno ormai fuori contesto, contiene centinaia di migliaia di reperti perché proviene dal Monte del Tempio dove, nel 1999-2000, senza badare all’importanza storica e religiosa del luogo e senza il controllo di alcun archeologo, sono stati effettuati pesanti interventi edili. Nell’ambito del salvataggio di questi dati rimasti, Neshama ha trovato sul suo retino metallico un amuleto egizio frammentario con parte del cartiglio di Thutmosi III (1479-1424). Sul pendaglio, infatti, si legge la parte superiore del prenomen del faraone, Men-Kheper-Ra. Ora l’oggetto sarà studiato da Baruch Brandl, egittologo dell’Israel Antiquities Authoriy. Ricordo che uno scarabeo di Thutmosi III è stato scoperto in Israele nel febbraio scorso.

https://templemount.wordpress.com/2016/04/19/rare-egyptian-amulet-bearing-name-of-ancient-pharaoh-found-in-earth-discarded-from-temple-mount/

 

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