Articoli con tag: Irene Morfini

La collezione egizia dell’Avana

Il Museo Nacional de Bellas Artes de La Habana

Museo Nacional de Bellas Artes de La Habana

Chi segue costantemente questo blog avrà capito, attraverso la rubrica “L’Egitto di Provincia”, che si possono incontrare reperti egizi un po’ ovunque, anche nei posti più impensabili. E non solo in Italia. Questo concetto, infatti, può essere allargato a tutto il mondo; non deve stupire, quindi, che una cospicua collezione egizia si trovi anche ai Caraibi.

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Canopi di Nes-shu-tefnut, XXVI din., ph. David Rodriguez Camacho

Nel Museo Nacional de Bellas Artes dell’Avana è possibile ammirare una raccolta di oltre 100 pezzi provenienti dalla Valle del Nilo che, per questo, viene considerata la più importante del Sud America. Il grosso di questo nucleo, composto da rilievi di Nuovo Regno, statue di divinità, amuleti, stele funerarie, ushabti, vasi canopi e un libro dei morti della XXI dinastia, fu ceduta al museo nel 1956, insieme ad altri reperti greci e romani, dal collezionista Joaquín Gumà Herrera, Conte de Lagunillas (1909-1980). Nel 1976, si unì anche il sarcofago di Tashebet, donato dal governo egiziano per la partecipazione di Cuba alla campagna di salvataggio UNESCO dei monumenti nubiani messi in pericolo dalle acque del lago Nasser.

Tra i pezzi più importanti, si possono annoverare: i quattro vasi canopi in alabastro di Nes-shu-tefnut della XXVI dinastia (vedi foto in alto); il set di sarcofagi e cartonnage (foto in basso) di Tashebet, XXII dinastia, scoperto durante lo scavo della tomba di Kheruef (TT192) nell’Assasif; la testa in basalto di Amon, fine Periodo Tardo, dal Tempio di Montu a Medamud. Il resto del corpo del dio curiosamente si trova al Louvre (E. 12988) perché ritrovato dalla missione francese già rotto, forse intenzionalmente in età copta.

Irene Morfini e Mila ALvarez. Foto di David Rodriguez Camacho.jpg

ph. David Rodriguez Camacho

La collezione è stata recentemente studiata e pubblicata dalle egittologhe Milagros Álvarez Sosa e Irene Morfini (foto in alto insieme al sarcofago di Tashebet), nell’ambito delle attività del “Min Project” (ricorderete la scoperta del modello di tomba di Osiride a Qurna). Da questa ricerca, in collaborazione con la curatrice della sezione egizia del museo Aymée Chicuri Lastra, è nato anche il catalogo, “La Colección Egipcia del Museo Nacional de Bellas Artes de La Habana”, che in copertina presenta la bella testa di Amon.

Copertina Catalogo L'Habana

 

 

 

 

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Luxor, scoperta riproduzione della tomba di Osiride

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@Paolo Bondielli

Buon 2015 a tutti! E’ solo il 1° Gennaio, ma partiamo subito con una bella notizia! La Missione Canario-Toscana, diretta da Mila Álvarez Sosa e da Irene Morfini, ha scoperto una riproduzione della tomba di Osiride. Già lo scorso anno, la squadra del “Min Project”, progetto nato per lo studio e la pubblicazione della tomba TT109 e della sua estensione inedita, Kampp -327-, nella necropoli di Sheikh Abd El-Qurna (Tebe Ovest), aveva individuato una tomba di XVIII dinastia.

L’ultima campagna di scavo ha rivelato quanto proprio la Kampp -327- sia complessa. Dopo una sala ipostila trasversale, si scende nella roccia con una scalinata verso una cappella con l’immagine di Osiride (vedi foto). L’ambiente e coperto da una volta a botte ed è circondato da un corridoio che rappresenta il canale d’acqua dell’Osireion di Abido. Di fronte alla statua, si apre un pozzo che, dopo 9 metri, porta a una camera con un secondo pozzo di 6 m che raggiunge il punto più profondo della struttura. Nel lato ovest del corridoio, invece, c’è un terzo pozzo di 7 m che raggiunge due stanze vuote sui lati N e S e, ancora più giù, due ambienti pieni di detriti sull’asse E-O, di cui almeno quello orientale è una camera funeraria decorata da rilievi con demoni e divinità tutelari.

La presenza di un simile sacrario serviva a identificare il defunto con Osiride ed è una caratteristica tipica delle sepolture di XXV-XXVI din. della necropoli dell’Assasif (come quella di Harwa, TT37), particolare che permette di datare la tomba.

 

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