Articoli con tag: Israele

Un’ancora con geroglifici egizi nel mare d’Israele

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Credit: Laura Lachman / Israel Museum

Che ci fa la dea egizia Seshat nel mare israeliano? Per scoprirlo, bisogna fare qualche passo indietro.

Tra i pezzi attualmente esposti nell’Israel Museum di Gerusalemme per la mostra Emoglyphs – in cui si mettono in relazione i geroglifici con i moderni emoji – c’è il blocco iscritto in calcare ritratto nella foto a sinistra. Il reperto era stato trovato per caso lo scorso anno da un veterinario che stava nuotando a largo della spiaggia di Atlit, piccolo centro costiero del nord d’Israele.

Su una delle facce dell’oggetto sono incisi un testo geroglifico disposto su tre registri e parte della figura della dea della scrittura Seshat con il suo peculiare simbolo sulla testa. Secondo Shirly Ben-Dor Evion, curatrice delle antichità egizie dell’Israel Museum, il blocco proverrebbe da un tempio della XVIII dinastia (XV secolo a.C. circa). Ma allora come è finito lì?

La spiegazione sta nel suo riutilizzo come ancora. L’estremità arrotondata e il foro per la la corda, infatti, sono riscontrabili nelle antiche pietre d’ormeggio che spesso si trovano lungo la costa levantina. Non è nemmena la prima scoperta in zona di un blocco con geroglifici riciclato per questo scopo. Atlit era infatti un importante punto di approdo di navi mercantili provenienti da tutto il Mediterraneo orientale, compreso l’Egitto, durante l’Età del Bronzo.

Sempre secondo la Ben-Dor Evian, l’artigiano che riforgiò il blocco avrebbe volutamente scalpellato anche il volto della dea – indicata nel testo come “Signora della Casa dei Libri” – come forma di rispetto, cioè una sorta di sconsacrazione del pezzo prima del suo riutilizzo pratico.

https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-mysterious-ancient-egyptian-artifact-found-off-israeli-coast-1.8477804

 

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Cambio di nome al Museo del Cairo: da “Stele d’Israele” a “Stele della Vittoria di Merenptah”

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Source: globalegyptianmuseum.org

 

Un paio di giorni fa, è scoppiata una polemica riguardo una decisione apparentemente ‘politica’ presa dalla direzione del Museo Egizio del Cairo. Sabah Abd el-Razek, alla guida del museo di Piazza Tahrir dallo scorso settembre, ha infatti riferito di un cambio di denominazione per uno dei reperti più famosi dell’intera collezione: la cosiddetta “Stele di Israele”. La stele – una lastra in granito nero di 318 x 163 x 32 cm – risale ad Amenofi III (1387-1348 a.C.), ma fu modificata da Merenptah nel suo quinto anno di regno (1209-1208) per descrivere una vittoriosa spedizione contro le tribù libiche dei Libu e dei Meshwesh. Tuttavia, nelle ultime tre righe delle 28 totali, viene menzionata un’ulteriore campagna militare verso la terra di Canaan che è la causa del nome della stele. Infatti, tra i nemici sconfitti dal figlio di Ramesse II, viene annoverato anche il popolo di YsyriAr (evidenziato in arancione nell’immagine in basso presa dalla pubblicazione di Flinders Petrie che scoprì la stele nel 1896 presso il tempio funerario di Merenptah a Tebe Ovest), termine considerato dai più come la più antica menzione di Israele:

“I re sono abbattuti e dicono ‘Salam’. Nessuno tiene alta la testa fra i Nove Archi; la Libia è devastata; Kheta è pacificata; Canaan è depredata con ogni male; Ascalon è deportata; Geser è conquistata; Ionoam è ridotta come ciò che non esiste; Israele è desolato, non c’è più il suo seme. La Palestina è divenuta vedova per l’Egitto: tutte quante le terre sono pacificate, chi era turbolento è stato legato dal re Merenptah, sia egli dotato di vita come Ra, ogni giorno”.

[traduzione: BRESCIANI E., Letteratura e Poesia dell’Antico Egitto, Torino 1969, p. 277]

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ph. Mattia Mancini

Tornando alla polemica, lunedì scorso è stato annunciato che la decennale didascalia del reperto (JE 31408) è stata modificata inserendo la dicitura “Stele della Vittoria di Merenptah” al posto di “Stele d’Israele” (vedi a sinistra). Alla base della decisione presa da un comitato scientifico creato ad hoc, sembra ci fosse un non ben specificato sbaglio nel testo della descrizione, forse un’errata datazione al regno di Ramesse II. In ogni caso, pur non trattandosi di un vero e proprio cambiamento concettuale (gli egittologi utilizzano entrambi i nomi o anche semplicemente “Stele di Merenptah”), in molti hanno visto nel provvedimento l’ennesimo sintomo della politica sempre più nazionalistica del regime militare egiziano e un segno delle storiche tensioni con Israele – basti pensare solo alla Guerra dei sei giorni (5-10 giugno 1967) – pur comunque attenuatesi negli ultimi anni.

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tratto da: William M. Flinders Petrie, Six Temples at Thebes. 1896, London 1897, pl. 14

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Hazor (Israele), scoperto frammento di statua egizia

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Source: jpost.com

A distanza di tre anni, nello stesso luogo, un altro importante e inaspettato ritrovamento. A Tel Hazor, sito UNESCO israeliano a nord del Mar di Galilea, gli archeologi dell’Hebrew University of Jerusalem hanno scoperto un frammento di base di una statua egizia, proprio nello stesso edificio dove, nel 2013, era stato individuato un pezzo di sfinge di Micerino. Probabile, quindi, che il palazzo fosse il centro amministrativo di Hazor, una delle più importanti città cananee del Tardo Bronzo e Stato vassallo dell’Egitto. Il forte legame con la Valle del Nilo è testimoniato dai frammenti di 18 statue egizie scavati nel tell in 30 anni che corrispondono alla più cospicua quantità di ritrovamenti del genere in Israele.

Il reperto di calcare misura 45 x 40 cm e ritrae un funzionario, forse di Menfi, in una posizione abbastanza rara, cioè seduto con la gamba sinistra piegata sul petto e la gamba destra poggiata a terra. Questa iconografia (qui un esempio) fu introdotta nell’Antico Regno, periodo cui è collocato l’oggetto dai membri della missione. Se fosse confermata questa datazione, si tratterebbe – insieme alla sfinge di Micerino – dell’unica statua egizia di III millennio ritrovata nel Levante. In ogni caso, maggiori informazioni in tal senso arriveranno dalla traduzione dalle iscrizioni geroglifiche perché, al momento, si sa solo che contengono formule funerarie che assicurano offerte per l’uomo raffigurato di cui ancora non si conoscono nome e carica. Invece, la distruzione della scultura, come quella delle altre del palazzo, è probabilmente deliberata da parte di chi (Popoli del Mare?) ha conquistato e raso al suolo la città nel XIII secolo a.C.

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Ascalona, scoperta necropoli filistea

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Source: repubblica.it

Gli archeologi della Leon Levy Expedition to Ashkelon hanno individuato lungo la costa meridionale d’Israele la prima necropoli filistea. Finora, infatti, dei Filistei si conoscevano solo poche tombe, tra cui le 5 scoperte da Petrie nel “Cimitero 500” di Tell el-Far’ah databili tra la metà del XII e la fine dell’XI secolo. Proprio a questo periodo risale l’insediamento in Palestina di questo nuovo popolo che dà il nome all’area e che è noto soprattutto dalle informazioni fornite dalla Bibbia. Come si legge nel Libro di Giosuè (13:3), i ‘cattivi’ per antonomasia si sarebbero divisi in una serie di città-Stato tra cui le principali, la cosiddetta pentapoli filistea, erano Ashdod, Ekron, Gath, Gaza e, per l’appunto, Ascalona.

Qui, nei pressi del porto, la missione diretta da Daniel MasterLawrence Stager ha scavato le sepolture di 211 individui – uomini, donne e pochi bambini – che il radiocarbonio colloca tra l’XI e l’VIII secolo. Si riscontra una gran varietà di pratiche funerarie: inumazione e cremazione; tombe a camera, a fossa, a pozzo o a cista; singole o multiple; corpi deposti supini o proni. Ma, a differenza dei predecessori Cananei o dei vicini Israeliti, i Filistei non adottarono sepolture secondarie, cioè non prendevano le ossa dopo un anno dalla morte per trasferirle altrove. Una caratteristica interessante è la presenza nel corredo di piccoli contenitori di profumo posti al lato della testa o vicino al naso (vedi foto) in una chiara scelta simbolica.

Ma perché parlare qui di questa scoperta? I Filistei altro non sono che i Peleset delle fonti egiziane, presentati come mercenari alleati o, più spesso, come nemici invasori dal caratteristico copricapo piumato (o a strisce di cuoio). Li troviamo anche nelle rappresentazioni della battaglia di Qadesh di Ramesse II e, soprattutto, nei rilievi del tempio di Medinet Habu di Ramesse III. La loro origine, come per il resto dei Popoli del Mare, non è molto chiara e, in generale, è indicata nell’area egea – come dimostrano le influenze micenee nella ceramica filistea -. Quindi le analisi del DNA dei corpi scoperti sarà fondamentale per dirimere questi dubbi.

http://digashkelon.com/

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Israele restituisce all’Egitto due coperchi di sarcofago

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Source: haaretz.com

Finalmente tornano a casa i due reperti egizi sequestrati nel 2012 in un negozio di antiquariato della città vecchia di Gerusalemme. Si tratta di coperchi di sarcofagi in legno di palma ricoperti in stucco dipinto e datati, tramite il C14, al XVI-XIV e al X-VIII sec. a.C. Secondo l’Israel Antiquities Authority, i due pezzi, segati a metà per facilitarne il trasporto, sono stati scavati illegalmente nel deserto occidentale per poi essere esportati a Dubai e poi in un paese europeo prima di finire in Israele. La restituzione – la prima del genere dagli anni ’90 – è stata resa possibile grazie all’intervento dell’Interpol e ad accordi diplomatici tra i due paesi, tornati a dialogare lo scorso settembre con la riapertura dell’ambasciata israeliana al Cairo. I coperchi ora si trovano nei magazzini del Museo Egizio di Piazza Tahrir per il restauro, in attesa di essere esposti nello stesso museo o nel Grand Egyptian Museum di Giza.

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Israele, scoperto scarabeo di un tesoriere della XIII dinastia

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Source: jpost.com

Rimaniamo in Israele perché, una settimana dopo la scoperta di un amuleto di Thutmosi III a Gerusalemme, abbiamo il ritrovamento di un altro reperto egizio effettuato casualmente, proprio come già era avvenuto nel febbraio scorso con un pezzo simile. Si tratta, infatti, di uno scarabeo-sigillo in pietra dura individuato da un uomo che stava facendo birdwatching a Tel Dor, 30 km a sud di Haifa. Lo scarabeo è stato poi consegnato agli archeologi della University of Haifa che scavano dal 2003 nel sito costiero. Come si legge nella colonna centrale del testo geroglifico, l’amuleto apparteneva ad Amenhotep, “Porta-sigilli del Re del Basso Egitto” e “Soprintendente del tesoro reale”, titoli che ne denotano l’importante ruolo a corte. L’ufficiale potrebbe essere così l’Amenhotep tesoriere durante la XIII dinastia e sepolto a Dashur, nei pressi della piramide di Amenemhat II. Purtroppo, non si può risalire al contesto originario perché l’oggetto è rotolato dall’alto a causa dell’erosione del terreno.

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Gerusalemme, scoperto amuleto egizio con cartiglio di Thutmosi III

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Source: jpost.com

Neshama Spielman a soli 12 anni può già dirsi soddisfatta della sua prima esperienza con l’archeologia. La bambina, infatti, è tra i volontari del Temple Mount Sifting Project che, fin dal 2004, sotto la guida di Gabriel Barkay e Zachi Dvira (Bar-Ilan University), stanno setacciando tonnellate e tonnellate di terra scaricata illegalmente sulle pendici occidentali del Monte Scopus, altura che si trova a nord-est di Gerusalemme. Nonostante sia un terreno ormai fuori contesto, contiene centinaia di migliaia di reperti perché proviene dal Monte del Tempio dove, nel 1999-2000, senza badare all’importanza storica e religiosa del luogo e senza il controllo di alcun archeologo, sono stati effettuati pesanti interventi edili. Nell’ambito del salvataggio di questi dati rimasti, Neshama ha trovato sul suo retino metallico un amuleto egizio frammentario con parte del cartiglio di Thutmosi III (1479-1424). Sul pendaglio, infatti, si legge la parte superiore del prenomen del faraone, Men-Kheper-Ra. Ora l’oggetto sarà studiato da Baruch Brandl, egittologo dell’Israel Antiquities Authoriy. Ricordo che uno scarabeo di Thutmosi III è stato scoperto in Israele nel febbraio scorso.

https://templemount.wordpress.com/2016/04/19/rare-egyptian-amulet-bearing-name-of-ancient-pharaoh-found-in-earth-discarded-from-temple-mount/

 

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Israele, escursionista scopre scarabeo di Thutmosi III

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Source: israelnationalnews.com/News/News.aspx/207422#.VrErkNLhBdi

Durante un’escursione con la famiglia ai Corni di Hattin, colline del sud della Galilea, un uomo ha trovato per caso uno scarabeo di Thutmosi III (1479-1424). Il piccolo sigillo (complimenti allo scopritore per la vista!), anche se non in buono stato di conservazione, mostra il faraone seduto in trono di fronte al suo cartiglio. Fortunatamente, il reperto è stato subito consegnato all’Israel Antiquities Authority (complimenti anche per l’onestà) che lo ha fatto autenticare da Daphna Ben-Tor, curatrice del dipartimento di antico Egitto presso l’Israel Museum di Gerusalemme. Non è la prima volta che vengono effettuate scoperte del genere in quell’area perché, anche durante il regno di Thutmosi III, le terre di Canaan erano sotto il controllo dell’Egitto.

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Israele, scoperti scarabei e amuleti egizi

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Source: ynetnews.com

Dopo la ceramica da birra della scorsa settimana, nuovi reperti egizi sono stati scoperti in Israele. Questa volta, il ritrovamento è stato effettuato più a sud, a Tel Halif, nel deserto del Negev. Qui, l’Unità per la prevenzione dei furti di antichità dell’Israel Antiquities Authority ha effettuato scavi di emergenza dopo aver individuato tracce del passaggio di tombaroli. Amir Ganor, Direttore dell’Unità, ha affermato che dal cantiere sono usciti circa 300 contenitori ceramici, molti dei quali ancora intatti, alcune dozzine di ornamenti in bronzo, conchiglia o faience, sigilli, cretule e altri oggetti che vanno dal Tardo Bronzo (1500 a.C.) all’Età del Ferro (1000 a.C.). Tra la cultura materiale attribuibile alla Tribù di Giuda, è stata individuata una ventina di reperti provenienti dall’Egitto, come scarabei in pietra semi-preziosa, due anelli-sigillo e alcuni amuleti di divinità in faience. Secondo Dapha Ben-Tor, curatrice della sezione di egittologia presso l’Israel Museum di Gerusalemme, il gruppo è databile per lo più al XV-XIV sec. a.C.; infatti, su due scarabei sono incisi i cartigli di Thutmosi III e Amenofi III. In ogni caso, non c’è niente di sensazionale nella scoperta perché, durante questo periodo, la terra di Canaan era proprio sotto il dominio egiziano.

http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4643349,00.html

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Israele, scoperto sarcofago “egittizzante”

Source: jewsnews.co.il

Source: jewsnews.co.il

A Tel Shadud, nella Valle di Jezreel (Nord Israele), è stata scoperta una tomba in stile egiziano del XIII sec. a.C. Lo scheletro di un adulto era sepolto in un sarcofago cilindrico in terracotta con coperchio antropoide (vedi foto). L’area, nel Tardo Bronzo, era sotto il controllo dell’Egitto; per questo, i direttori dello scavo, Edwin van deb Brink, Dan Kirzner e Ron Be’eri, pensano che il defunto possa essere un funzionario di origine cananea che lavorava per il governo faraonico. Ma in realtà, potrebbe trattarsi semplicemente di un membro dell’élite locale che ha voluto imitare i costumi funerari egizi. Il corredo comprende, oltre a vasi e oggetti di bronzo, anche un anello d’oro con uno scarabeo recante il cartiglio di Seti I (1290-1279). Inoltre, nelle vicinanze, sono state trovate le tombe di due donne e di altri due uomini, forse familiari.

http://www.jewsnews.co.il/2014/04/09/ancient-egytian-coffin-unearthed-in-jezreel-valley-in-israel/

 

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