Articoli con tag: lino

Il segreto per una piega perfetta è nella cera d’api

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Tunica plissettata, S. 14087, V-VI din., Gebelein (ph: torino.corriere.it)

Una delle cose che stupisce di più i visitatori che si apprestano ad attraversare il secondo piano del Museo Egizio di Torino è lo straordinario stato di conservazione di alcuni abiti che, nonostante i loro 4000 anni, sembrano essere stati confezionati l’altro ieri. In particolare, colpisce come alcune tuniche di lino abbiano mantenuto la plissettatura originaria senza sostanziali danni.

Le tuniche plissettate sono un fiore all’occhiello del museo piemontese che ne conserva il più cospicuo gruppo al mondo, cioè 12 di cui 6 complete. Alcune vestivano mummie, altre erano ripiegate e deposte in tombe, per lo più femminili, che vanno dalla V all’XI dinastia (2500-2000 a.C. circa). Questi capi sono composti da tre pezzi di tela cuciti insieme, uno per la gonna e due per le maniche, e presentano uno scollo a V sia frontale che posteriore. Ma il particolare che colpisce maggiormente riguarda le pieghe, rivolte per metà verso l’alto e per metà verso il basso (per maggiori informazioni: Museo Egizio, 2015, p. 243), che si sono mantenute addirittura meglio di quelle che non riesco a far andar via quando stiro le camicie… Tuttavia, la vera incognita di una così alta perizia sartoriale era la natura della sostanza utilizzata come appretto che, però, sembra sia stata finalmente individuata.

Pochi giorni fa, infatti, durante il X Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr), sono stati presentati i risultati preliminari di uno studio portato avanti da ricercatori di Università di Palermo e Torino, CNR di Messina e Centro conservazione e restauro La Venaria Reale. Dopo analisi con spettroscopia infrarossa e risonanza magnetica nucleare, è emerso che la sostanza che ha reso le pieghe perfette per 4000 anni è la cera d’api. In ogni caso, la ricerca continuerà allargando il campo di studi a ulteriori esemplari.

 

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Il più antico abito del mondo è egiziano

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Source: dailymail.co.uk

Che il cosiddetto “Abito di Tarkhan” fosse molto ‘vecchio’ si sapeva già grazie al luogo di provenienza, l’omonima necropoli predinastica  scoperta nel 1912-13 da  Flinders Petrie circa 50 km a sud del Cairo; ora, però, arriva la conferma dalla datazione al C14 che ne fa il più antico indumento tessuto del mondo.

Questa massa di lino, conservata presso il Petrie Museum di Londra, fu riconosciuta solo nel 1977 quando, decenni dopo il ritrovamento, fu ripulita, restaurata e montata su un supporto di seta dagli esperti dell’Albert and Victoria Museum che rivelarono un vestito perfettamente conservato con collo “a V” e maniche plissettate. La datazione, invece, è stata effettuata nel 2015 in occasione del centenario della collezione egizia dell’UCL; la curatrice Alice Stevenson si è affidata a Michael Dee (Research Laboratory for Archaeology and the History of Art della University of Oxford) che ha prelevato un campione di 2,24 mg datandolo a oltre 5000 anni fa, 3482-3102 a.C., quindi tra il periodo Naqada III e l’inizio della I dinastia.

http://antiquity.ac.uk/projgall/stevenson349

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Luxor, Scoperto lino dipinto con cartiglio di Tolomeo XII, padre di Cleopatra VII

Settimana caratterizzata da grandi risultati di archeologi polacchi in Egitto. Dopo la scoperta delle sepolture neolitiche di Gebel Ramlah e quelle di Tell el-Farcha (in realtà frutto della missione del 2014, ma annunciate come recenti pochi giorni fa dal Ministero delle Antichità), interessanti news arrivano dalla necropoli di Sheikh Abd el-Qurna, Tebe Ovest. Il team diretto da Andrzej Ćwiek (Adam Mickiewicz University e Museo Archeologico di Poznań), tra il 5 febbraio e il 1 marzo 2015, ha trovato un raro frammento di lino dipinto in inchiostro nero con tre colonne di geroglifici che riportano i cartigli di Tolomeo XII (80-58, 55-51 a.C.), padre di Cleopatra VII, e il nome di Iside con alcuni epiteti poco leggibili. La scoperta è avvenuta durante la pulizia di un pozzo profondo 18 metri appartenente a una tomba (MMA1152) di Medio Regno riutilizzata come sepoltura nel III Periodo Intermedio e in Epoca Tarda e, infine, nel VI sec. d.C., come abitazione da monaci copti. Secondo Ćwiek, sarebbero stati proprio questi eremiti a portare lì il telo dalle rovine di un vicino tempio, probabilmente quello di Hathor di Deir el-Medina dove è effettivamente presente anche il nome del sovrano tolemaico. Il faraone potrebbe aver fatto dono al tempio di un velo usato per coprire la statua di una divinità, poi riciclato in età cristiana per scopi ben più pratici e “casalinghi”. Nel pozzo sono stati individuati anche numerosi frammenti di ceramica faraonica e copta, mattoni crudi, perline, amuleti, ushabti, frammenti di cartonnage, corde e ossa umane e animali. Le camere ipogee, invece, saranno indagate dal prossimo febbraio.

http://www.polacynadnilem.uw.edu.pl/sezony/2014-2015/misje-polskie-egipt/245-szejch-abd-el-gurna-szejch-abd-el-gurna/

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