Articoli con tag: magazzini

Kom Ombo, scoperti oltre 20 silos per il grano risalenti al Primo Periodo Intermedio

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

A Kom Ombo, la missione austro-egiziana diretta da Irene Forstner-Müller (Österreichisches Archäologisches Institut) ha individuato un centro amministrativo di Primo Periodo Intermedio (2216-2025 a.C.) con oltre 20 silos in mattoni crudi. L’edificio, i cui muri sono ben conservati fino a 2 metri d’altezza, serviva per immagazzinare e redistribuire cereali per un gran numero di persone.

La struttura si trova a nord-ovest del santuario dedicato alle due triadi, Sobek-Hathor-Khonsu e Haroeris-Tasenetnofret-Panebtaui, e conferma quindi l’importanza agricola e commerciale della città, di cui il team si era accorto già nel 2018, ben prima della realizzazione del tempio tolemaico. All’interno dei silos sono state ritrovate molte ossa ed escrementi di roditori che evidentemente infestavano i magazzini.

Lo scavo è continuato anche sulla cima della vicina collina portando alla luce resti decisamente più recenti, cioè le fondamenta di un fortino britannico utilizzato come punto di avvistamento durante la guerra mahdista del 1881-1899 e che anche in questo caso era stato individuato durante le campagne degli anni scorsi.

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Scoperti nel Delta N-O magazzini di Ramesse II per la conservazione del cibo

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Source: MoA

Il team di archeologi egiziani che lavora a Tell Abqain, governatorato di Buharya, ha individuato due magazzini per lo stoccaggio di alimenti databili al regno di Ramesse II (1279-1212 a.C.). Il sito si trova nella città di Housh Eissa, nel Delta nord-occidentale, e corrisponde a una fortezza fatta costruire dal celebre faraone di XIX dinastia per proteggere il confine est dagli attacchi dei Libici. Non a caso, oltre ai due magazzini, sono stati scavati anche un tratto delle mura esterne, torri di avvistamento e un finto cortile di accesso che sarebbe servito a ingannare eventuali invasori.

In ogni caso, le due strutture in mattoni crudi erano suddivise in piccole celle come un alveare. Separati da un’area aperta murata, i magazzini erano protetti da due ambienti adibiti alle guardie. All’interno sono stati ritrovati diversi contenitori ceramici e resti di ossa di animali e pesci. Inoltre, alcuni forni di argilla adiacenti alle strutture potrebbero essere stati utilizzati per tostare il grano, così da eliminare parassiti e umidità e, di conseguenza, prolungare la conservazione dei cereali. Tra i ritrovamenti ci sono anche diversi amuleti protettivi (foto in basso).

 

 

 

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Novità da Napoli e Torino: riapre la sezione egiziana del MANN e Catania potrebbe avere alcuni reperti dell’Egizio

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Source: slideshare.net/Aflo

Finalmente, dopo oltre 5 anni di chiusura per “lavori di adeguamento degli impianti” (così riporta il sito ufficiale), il 7 ottobre riaprirà la sezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (vedi foto). Ad annunciarlo è stato il nuovo direttore del museo, Paolo Giulierini, durante la presentazione della Giornata Internazionale della Guida Turistica. La collezione di Napoli è tra le più importanti e antiche d’Italia, costituitasi intorno agli anni ’20 dell’Ottocento grazie a pezzi appartenuti a privati (soprattutto il Cardinale Stefano Borgia e il viaggiatore Giuseppe Picchianti) e provenienti dagli scavi borbonici nell’area vesuviana e flegrea. I pezzi sono esposti nelle sale 18-23 che si trovano nel piano seminterrato. Questa novità non sarà l’unica iniziativa faraonica del MANN perché, dal 4 marzo, 40 reperti verranno prestati al Museo Egizio di Torino per la mostra «Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano» di cui parlerò nei prossimi giorni.

A proposito di Museo Egizio di Torino, nell’edizione serale del TG1 di ieri (il video del servizio), Evelina Christillin ha anticipato un possibile progetto che vedrebbe la realizzazione di una sorta di succursale siciliana della collezione piemontese. Secondo quanto detto dalla presidentessa della Fondazione Museo delle Antichità Egizie, infatti, il sindaco di Catania Enzo Bianco avrebbe messo a disposizione un edificio per esporre alcuni tra i 26.000 oggetti conservati nei magazzini dell’Egizio. Sarebbe una collaborazione molto interessante che permetterebbe di ammirare opere che, a Torino,  difficilmente avrebbero spazio nonostante le recenti Gallerie della Cultura Materiale.

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Museo Egizio del Cairo, in mostra reperti mai esposti

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Source: MSA

Khaled el-Enany, supervisione generale del Museo Egizio del Cairo, ha annunciato che, a partire dal 1 dicembre, saranno esposti alcuni reperti mai mostrati al pubblico. Tra i pezzi che si potranno ammirare, ci sono uno scheletro preistorico da sempre chiuso in una cassa e uno dei modellini lignei di barca risalenti al Medio Regno sequestrati lo scorso aprile dalle autorità doganali statunitensi (vedi foto), oltre a due statuette di Tutankhamon che sono state restaurate dopo i danni subiti durante l’assalto al museo del 28 gennaio 2011. L’iniziativa fa parte di un progetto che prevede l’esposizione a rotazione di oggetti mai visti, due al mese, provenienti dagli sconfinati magazzini del museo o da recuperi di opere illegalmente esportate.

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Scoperti magazzini ramessidi a Sais

Source: MSA

Source: MSA

La missione congiunta dell’Egypt Exploration Society e della Durham University, in collaborazione con il Ministero delle Antichità, ha scoperto una serie di magazzini di tarda età ramesside (fine XX din., XII sec. a.C.) a Sa el-Hagar, l’antica Sais, capoluogo del V nomo del Basso Egitto (Delta occidentale) e capitale delle dinastie XXIV (727-715) e XXVI (664-525). Una delle strutture, di 6 x 6 metri, conteneva una gran quantità di ceramica per la preparazione e la conservazione dei cibi (vedi foto) oltre ad anfore cananee. Un deposito simile deve essere ancora scavato. Nelle vicinanze, sono state individuate anche le tracce di silos in mattoni crudi per lo stoccaggio dei cereali. Secondo Penny Wilson, direttrice della missione che lavora nell’area dal 1997, il soffitto dei magazzini sarebbe crollato a causa di un evento naturale che avrebbe portato alla distruzione dell’intera città di Nuovo Regno, sulle macerie della quale si è poi istallata una successiva occupazione di III Periodo Intermedio. Grazie a questo studio, infatti, si è visto che, prima della capitale di Psammetico I, di cui non rimane quasi niente, esistevano almeno due fasi d’urbanizzazione.

http://community.dur.ac.uk/penelope.wilson/sais.html

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