Articoli con tag: Nectanebo I

Eliopoli, scoperti blocchi in basalto del tempio di Nectanebo I

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Come ogni anno, sono qui a riportare le ultime scoperte effettuate dalla missione egiziano-tedesca a Matariya – sobborgo del Cairo in cui sorgeva l’antica Eliopoli – che è sempre fonte di interessanti risultati. Durante l’ultima missione, il team diretto da Aiman Ashmawy (Supremo Consiglio delle Antichità) e Dietrich Raue (Università di Lipsia) – di cui ho avuto il piacere di far parte nel 2019 – si è concentrato sull’Area 221 (foto in alto), dove era stato già individuato un tempio di Nectanebo I (380-362 a.C.). In particolare sono stati ritrovati nuovi blocchi di basalto appartenenenti alle facciate occidentale e settentrionale, oltre a un’estensione sul lato nord, probabilmente atta a raccordare l’edificio all’asse del Grande tempio del Sole. Su alcuni di questi blocchi sono scolpiti rilievi con le personificazioni delle provincie del Basso Egitto (foto in basso; in particolare, sulla destra è riportato proprio il 13° nomo, di cui Eliopoli era la capitale). Le iscrizioni, invece, forniscono una precisa datazione della costruzione, o comunque di quella determinata decorazione, cioè il 13° e il 14° anno di regno di Nectanebo I (368-367 a.C.). Altri invece sono completamente lisci, forse perché l’intervento si concluse dopo la morte del faraone.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Altri elementi architettonici e frammenti di statue presentano i nomi di Ramesse II (1279-1213) – al cui regno risale anche uno splendido intarsio in diaspro (foto in basso) -, Merenptah (1213-1201), Seti II (1204-1198) e Apries (589-570), a testimonianza della presenza di un tempio più antico e di una continuità dell’attività edilizia reale nel corso dei secoli.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Un secondo fronte di scavo è stato aperto a ovest del tempio, dove sono state ritrovate tracce di frequentazione relative a diverse epoche, come edifici di Medio Regno, una tavola d’offerta per Thutmosi III (479-1425; immagine in bassi a sinistra), frammenti di statua di Ramesse II (in alto a destra), porzioni di un obelisco in quarzite di Osorkon I (925-890), un santuario dedicato a Shu e Tefnut dell’era di Psammetico II (595-589), botteghe di scultura di scultura e di produzione di ushabti (due stampi per la faience sono visibili in basso al centro) e altri oggetti risalenti al periodo tolemaico e romano (foto in basso a destra).

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Il sito della missione: http://www.heliopolisproject.org/

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Scoperti nuovi templi a Eliopoli

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Source: MSA

Conferme e novità dalla missione egiziano-tedesca a Eliopoli, l’odierna Matariya, nella periferia nord del Cairo  Gli archeologi diretti da Dietrich Raue (Universität Leipzig) hanno infatti scoperto altri blocchi di basalto riconducibili alla cappella di Nectanebo I (XXX din., 380-362 a.C.) individuata lo scorso anno (link 1, link 2), sempre decorati con scene rituali con le personificazioni di sei nomoi (province) dell’Alto Egitto e il dio Hapi (immagine in basso). Questi blocchi dovevano costituire la base dei muri in calcare di un tempio della XXX dinastia nel recinto sacro di Eliopoli, frequentato anche in età tolemaica, come testimonia la presenza di statuette bronzee di Bastet e altri oggetti di culto.

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Source: MSA

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Source: MSA

Inoltre, tra questo santuario e quello solare già noto di Ramesse II a Suq el-Khamis (l’edificio più a ovest indicato nello schema in alto), sono stati trovati grandi blocchi e frammenti di statue colossali, possibili tracce di un secondo tempio del faraone della XIX dinastia.

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Eliopoli, Scoperti altri blocchi della cappella di Nectanebo I

Source: english.ahram.org.eg

Source: english.ahram.org.eg

A distanza di mesi, la missione egiziano-tedesca diretta da Dietrich Raue (Universität Leipzig) è tornata a scavare nel tempio solare di Eliopoli e, come previsto, ha effettuato subito importanti scoperte. Lo scorso aprile, infatti, nel sito di el-Matariya, periferia nord del Cairo, era stata individuata la base di una cappella reale costruita sotto il regno di Nectanebo I (XXX din., 380-362 a.C.), ma, a causa dell’acqua freatica, i lavori si erano interrotti. Ora, dal fango sono emersi altri blocchi in basalto, di 75-125 cm, appartenenti alla struttura. Sulla superficie della pietra, sono incisi i nomi di alcuni nomoi (le province egiziane) e la figura del dio Hapi che sorregge offerte al Nilo. Inoltre, sono stati trovati anche frammenti del soffitto decorati con stelle e una serie di colonne.

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Scoperta cappella di Nectanebo I nel tempio solare di Eliopoli

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Source: MSA

Il team tedesco-egiziano diretto da Dietrich Raue (Universität Leipzig) ha individuato la base di una cappella reale nel perimetro del tempio solare di Eliopoli (el-Matariya, periferia nord del Cairo). La cappella, la prima a essere trovata nel santuario, risale al regno di Nectanebo I (XXX din., 380-362 a.C.) ed è composta da blocchi in basalto con iscrizioni geroglifiche. La struttura era messa in connessione con una statua di Merenptah (1212-1202) in atto di offerta verso una divinità. A causa dell’alto livello dell’acqua freatica, però, lo scavo verrà completato solo nella prossima campagna di settembre quando, grazie all’impiego di idrovore, ci si aspetta di scoprire il resto del sacello.

http://www.zv.uni-leipzig.de/service/presse/nachrichten.html?ifab_modus=detail&ifab_uid=b47682899220150417093109&ifab_id=6019

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Inaugurati due tratti del “Viale delle Sfingi”

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Source: Bernard M. Adams (egyptmyluxor.weebly.com)

Che sia la volta buona? Dopo cinque anni di rinvii, arriva l’ennesimo annuncio del ministro delle Antichità di turno che dichiara l’apertura al pubblico del “Viale delle Sfingi”. Oggi, infatti, Mamdouh El-Damaty dovrebbe inaugurare il I e il V tratto del viale; ma aveva detto la stessa cosa il precedente ministro, Mohamed Ibrahim, due anni fa (e mi ero mostrato scettico già allora).

L’ambizioso progetto prevede lo scavo, il restauro e la musealizzazione dell’antica via processionale che collegava il Tempio di Luxor al complesso di Karnak. L’attuale percorso corrisponde a quello voluto da Nectanebo I (380-362) che fece restaurare l’originale versione di Amenhotep III aggiungendo ai due lati della strada, per circa 2,7 km, 1350 sfingi (durante la XVIII din. erano a testa di ariete). I lavori di scavo, iniziati nel 2004, non sono stati esenti da polemiche perché, per liberare il Viale, sono state abbattute centinaia di case, moschee e chiese cristiane, spostando migliaia di persone dalle loro abitazioni.

Al di là dell’impatto turistico dell’operazione, dai cantieri sono emersi importantissimi dati archeologici; infatti, sono state scoperte le tracce di interventi di numerosi faraoni, da Hatshepsut a Cleopatra VII, la metà delle sfingi, o ciò che ne rimane, e diverse costruzioni di epoca romana, come cisterne e luoghi di produzione del vino. In particolare, le due sezioni che dovrebbero essere aperte corrispondono al 37% del totale: il I tratto è di 350 m e parte dalla facciata del Tempio di Luxor; il V è lungo 600 m e va dal retro della Biblioteca di Luxor alla strada che conduce all’aeroporto.

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