Articoli con tag: periodo tardo

Meir, scoperti monastero copto e tombe di epoca tarda

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Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Una missione egiziana che lavora nel sito di Meir (governatorato di Assiut, Medio Egitto), noto per la necropoli rupestre dei nomarchi della fine dell’Antico e del Medio Regno, ha individuato una stratificazione archeologica che copre quasi un millennio, dal Periodo Tardo (VII-IV sec. a.C.) all’epoca bizantina (IV-VII sec. d.C.).

Sul livello superiore sono state scavate diverse celle in mattoni di fango, disposte attorno a una corte aperta e in cui vivevano monaci copti. L’identificazione è stata possibile anche grazie a un’iscrizione in copto di otto righe che reca suppliche e preghiere a Dio in pittura nera su una delle pareti dell’edificio. Altri ambienti erano adibiti a cucina e a libreria o archivio con ripiani che dovevano servire a conservare i manoscritti.

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Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Nella parte più bassa, invece, gli archeologi hanno scoperto tombe risalenti al Periodo Tardo. Le inumazioni in sarcofagi di legno
sono in pessimo stato di conservazione, ma è stato identificato il corpo di una donna coperto ancora da una maschera in cartonnage e accompagnato da vasi ceramici, conchiglie e perline di diversi materiali e due specchi in rame.


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Ossirinco, scoperte tombe di Periodo Tardo, epoca romana e copta

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

La missione egiziano-spagnola diretta da Hassan Amer (Università del Cairo) e da Maite Mascort i Roca (Università di Barcellona) ed Esther Pons Mellado (curatrice della sezione egizia del Museo Arqueológico Nacional di Madrid), ha scoperto tombe risalenti a diversi periodi a El-Behnasa, nella provincia di el-Minya, luogo in cui sorgeva l’antica Ossirinco. Tre sepolture si datano alla XXVII dinastia (525-405 a.C.), tre al periodo romano e 16 all’epoca copta. Le prime (foto in basso a sinistra) sono prive di corredo perché depredate già in antichità; le seconde sono realizzate in calcare con una copertura a volta; quelle copte, invece, consistono in fosse rettangolari scavate nel terreno rivolte verso est e accompagnate da alcuni vasi di ceramica e lucerne.

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Sarcofago di Epoca Tarda restituito all’Egitto dagli USA

Source:  bbc.com

Inauguriamo il 2023 con una notizia riguardante la restituzione all’Egitto di un sarcofago illegalmente esportato negli USA. Il mercato nero di antichità, che è cresciuto esponenzialmente subito dopo la rivoluzione del 2011, ha spinto le autorità egiziane a istituire un dipartimento apposito che negli ultimi 10 anni è riuscito a recuperare circa 29.300 oggetti.

Questa volta il successo è dovuto alla collaborazione con gli Stati Uniti e in particolare al lavoro della Procura distrettuale di Manhattan, già coinvolta nelle indagini sul sarcofago dorato di Nedjemankh, finito al Metropolitan Museum, e su altri reperti egizi. Il canale attraverso cui tutti questi pezzi sono arrivati in America è infatti lo stesso e passava per la Germania. Nel caso specifico, secondo quanto riferito dal procuratore distrettuale Alvin Bragg, il sarcofago sarebbe stato trafugato nell’area di Abusir, necropoli a sud del Cairo, e contrabbandato nel 2008. Successivamente è stato prestato da un collezionista privato prima al Michael C. Carlos Museum della Emory University e dal 2013 al Museo di Scienze Naturali di Houston, Texas, che ovviamente non si è opposto al rimpatrio dopo aver appurato l’origine illegale dell’oggetto.

Il sarcofago antropoide in legno, lungo 294 e largo 90 cm, apparteneva a un sacerdote di nome Ankhenmaat, vissuto a Eracleopoli in Epoca Tarda (664-332 a.C.). Il “Green Giant”, così ribattezzato per il caratteristico colore verde del volto e per le dimensioni (il coperchio pesa circa 500 kg), in realtà era stato già restituito a settembre, ma la cerimonia ufficiale di consegna si è tenuta solo ieri al Cairo, alla presenza del ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukry, il ministro del Turismo e delle Antichità, Ahmed Eissa, il segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità, Mostafa Waziry, e di Daniel Rubinstein, l’incaricato d’affari americano in Egitto.

https://eg.usembassy.gov/u-s-embassy-egyptian-government-celebrate-the-return-of-historic-sarcophagus-to-the-egyptian-people/

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Damietta, scoperte 20 tombe di Epoca Tarda

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

A Tell el-Deir, sito archeologico della città costiera di Damietta, la missione del Supremo Consiglio delle Antichità egiziane ha individuato 20 tombe di Epoca Tarda, risalenti soprattutto alla XXVI dinastia (672-525 a.C.). Le sepolture consistono in deposizioni all’interno di strutture in mattoni crudi o in pozzi funerari.

Tra gli oggetti del corredo scoperti spiccano alcuni amuleti in lamina d’oro rappresentanti divinità come Horus sotto forma di falco, Iside, Nefti, Bastet come gatto e altri simboli divini come l’occhio udjat, il pilastro djed, il nodo d’Iside, l’orizzonte Akhet ecc. Sono stati ritrovati anche diversi scarabei, statuette dei quattro Figli di Horus e modelli miniaturistici di vasi canopi (immagine in basso), tutto materiale coerente con quello rinvenuto nelle missioni degli anni scorsi.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities
Source: Ministry of Tourism and Antiquities
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Abusir, scoperta tomba di un comandante del Periodo Tardo

Photo: Petr Košárek; archives of the Czech Institute of Egyptology, Charles University

Continuano le scoperte “di profondità” della missione ad Abusir (30 km a sud di Giza) dell’Istituto Ceco di Egittologia della Univerzita Karlova di Praga. Dopo il pozzo con materiale per la mummificazione, il team diretto da Miroslav Bárta ha individuato la tomba per cui probabilmente era stato usato quel deposito. Si conferma quindi, come precedentemente ipotizzato, l’attribuzione della sepoltura a Wahibrameryneith, figlio di Irturu, il cui nome era inciso su vasi canopi già ritrovati nella scorsa stagione. L’importante dignitario, vissuto tra XXVI e XXVII dinastia (inizio del V sec. a.C.), reca tra i titoli quello di “Comandante dei mercenari stranieri” e probabilmente guidava soldati provenienti dall’area dell’Egeo e dell’Asia Minore.

Photo: Petr Košárek; archives of the Czech Institute of Egyptology, Charles University

La tomba si trova in un grande pozzo quadrato con i lati di circa 14 metri che, a una profondità di 6 metri, si divide in tunnel secondari. In quello centrale, con orientamento est-ovest e con una base di 6,5 ​​per 3,3 metri, scendendo di altri 16 metri si arriva un doppio sarcofago in pietra (foto in basso). Putroppo la sepoltura è risultata visitata da saccheggiatori probabilmente intorno al IV-V secolo d.C. Il sarcofago esterno parallelepipedo in calcare presenta un incavo in cui è posizionato quello interno antropoide, di 2,3 x 1,9 m, realizzato in basalto. Il pesante coperchio reca iscritto il capitolo 72 del Libro dei Morti ed è danneggiato proprio in corrispondenza del volto. Al suo interno sono stati ritrovati solo un bellissimo scarabeo del cuore anepigrafe (foto in alto) e un amuleto in forma di poggiatesta. Sul lato est, invece, si trovava ciò che rimaneva del corredo funerario ancora nella posizione originaria: due cassette di legno contenenti 402 ushabti in faience, due vasi canopi in alabastro anepigrafi, un modello in faience di un’offerta tavola, dieci vasetti miniaturistici in alabastro e un ostracon in calcare iscritto in ieratico con brevi estratti dal Libro dei Morti.

Photo: Petr Košárek; archives of the Czech Institute of Egyptology, Charles University
Photo: Petr Košárek; archives of the Czech Institute of Egyptology, Charles University

Un particolare, all’apparenza meno interessante, sottolinea invece le tecniche che gli antichi Egizi utilizzavano per spostare oggetti monumentali. Il doppio sarcofago si trova infatti ancora adagiato su uno strato di sabbia che inizialmente doveva riempire completamente il pozzo e che gradualmente è stato rimosso facendo scendere il pesante reperto fino in fondo.

https://cegu.ff.cuni.cz/en/2022/07/15/the-tomb-of-wahibre-mery-neith-discovered-by-the-czech-archaeological-mission-in-abusir/

Photo: Petr Košárek; archives of the Czech Institute of Egyptology, Charles University
Photo: Petr Košárek; archives of the Czech Institute of Egyptology, Charles University.
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Saqqara, scoperti 250 sarcofagi e 150 statuette in bronzo

ph. Nada El Sawy / The National

Ormai scrivi Saqqara e leggi Sarcofagi. Quando ieri Mostafa Waziry, segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità, ha anticipato sui suoi social che oggi sarebbe stata annunciata una grande scoperta nell’importante sito archeologico, ho subito pensato a nuove sepolture.

E così è stato: ben 250 sarcofagi antropoidi in legno con le loro mummie di circa 2500 anni! I sarcofagi, in ottimo stato di conservazione, erano stipati in fondo a due pozzi funerari nell’area del Bubasteion, il santuario dedicato alla dea Bastet.

Source: english.ahram.org.eg
Source: arabyoum.news

I sarcofagi dipinti risalgono al Periodo Tardo ed erano deposti con oggetti del corredo funerario come amuleti, casse canopiche, ushabti, due statue lignee di Iside e Nefti piangenti con il viso dorato (foto a sinistra) e un papiro lungo circa 9 metri ancora sigillato. Iscritto in geroglifico con formule del Libro dei Morti, quello che sarà chiamato Papiro Waziry, in onore del direttore della missione, attualmente si trova nei laboratori del Museo Egizio del Cairo per essere restaurato e studiato.

Gli archeologi egiziani, poco distante dai pozzi, hanno scoperto anche una cachette in cui erano nascosti strumenti rituali come sistri e circa 150 statuine in bronzo raffiguranti diverse divinità quali Osiride, Iside, Horus bambino, Hathor, Anubi, Imhotep. Amon-Min, Neith, Nefertum e, ovviamente, Bastet, sia in forma animale che di donna dalla testa di gatto (foto in basso). Diversamente dai sarcofagi, questi bronzetti sono da legare a un contesto templare essendo ex voto dei fedeli che si recavano nel vicino santuario.

Source: arabyoum.news

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Scoperti a Saqqara oltre 100 sarcofagi ancora sigillati

@AhmedMagdyPage

Pochi minuti fa, con la maestosa Piramide a gradoni di Djoser sullo sfondo, il ministro del Turismo e delle Antichità, Khaled el-Enany, e il segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità e direttore della missione archeologica a Saqqara, Mostafa Waziry, hanno finalmente annunciato quella che era stata definita nei giorni scorsi come “la più grande scoperta archeologica del 2020”: oltre 100 sarcofagi ancora sigillati.

@AhmedMagdyPage

Decine di giornalisti e ambasciatori da tutto il mondo hanno assistito anche all’apertura di una delle bare e all’analisi in diretta della mummia al suo interno tramite uno scanner portatile a raggi-X che ha permesso di osservare il processo di imbalsamazione e alcune caratteristiche identificative dell’età approssimativa e del sesso del defunto (immagini in basso).

القناة الأولى المصرية

Ormai da tre anni siamo abituati a leggere di scoperte straordinarie dalla missione archeologica egiziana nell’area del Bubasteion a Saqqara, spesso annunciate in conferenze stampa-show come quella di stamattina e poi rilanciate dalla stampa internazionale o dal recente documentario di Netflix. In un sito consasacrato nel Periodo Tardo alla dea gatta Bastet, ma utilizzato già 2000 anni prima come luogo di sepoltura, sono state individuate tombe millenarie dalle pitture ancora intatte, depositi con centinaia di mummie animali – alcuni dei quali piuttosto rari, come scarabei, manguste e leoni – e, nell’ultimo anno, cachette con decine e decine di sarcofagi sigillati.

La scoperta odierna era stata anticipata in occasione della visita a Saqqara del Primo Ministro egiziano Mostafa Kemal Madbouly, quando erano state mostrate alcune foto scattate all’interno di 3 pozzi funerari. I sarcofagi, dai colori ancora vividi, erano letteralmente accatastati all’interno di camere sotterranee; alcuni corpi, invece, erano semplicemente deposti in nicchie scavate lungo le pareti. Al loro interno, mummie perfettamente conservate, coperte da variopinti cartonnage e in alcuni casi ancora adornate da ghirlande di veri fiori e piante (foto in basso).

Rispetto a quello che si pensava, però, non tutti i defunti sono vissuti durante il Periodo Tardo. Seppur gran parte dei corpi appartengano a sacerdoti e funzionari della XXVI dinastia (672-525 a.C.), Mostafa Waziry ha affermato che ci sarebbero anche mummie dell’inizio del Periodo tolemaico (IV-III sec. a.C.), indice che i pozzi sarebbero stati usati per secoli. E lo straordinario numero di inumati, superiore alle 100 unità, non sarebbe nemmeno definitivo perché lo scavo non si è ancora concluso.

Insieme ai sarcofagi, gli archeologi egiziani hanno trovato anche ushabti in faience, maschere funerarie, molte casse canopiche per gli organi del defunto (tra cui una dall’inusuale forma piramidale), cassette porta-ushabti e circa 40 statue in legno, molte delle quali di Ptah-Sokar-Osiride. Ma spiccano soprattutto due statue funerarie private, alte 120 e 75 cm, risalenti addirittura all’Antico Regno (4500 anni fa) raffiguranti uomini in posizione stante (foto a sinistra e in basso). Non è chiaro se siano state ritrovate nello stesso contesto che è molto più recente.

Alcuni sarcofagi e oggetti del corredo saranno momentaneamente trasferiti al Museo Egizio del Cairo in occasione, domani 15 novembre, delle celebrazioni per il 118° anniversario dell’apertura del museo in piazza Tahrir.

Una mummia ancora coperta da ghirlande vegetali
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A Saqqara trovati altri tre pozzi funerari con decine di sarcofagi

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

In occasione della visita a Saqqara del Primo Ministro egiziano Mostafa Kemal Madbouly, è stata anticipata la scoperta di altri tre pozzi funerari con decine e decine di sarcofagi di XXVI dinastia ancora sigillati.

Seppur alcune fonti giornalistiche locali parlino di più di 80 sarcofagi, non è ancora chiaro quale sia il loro numero totale. Infatti, i dettagli saranno annunciati solo durante la conferenza stampa ufficiale che si terrà, a documentazione terminata, nelle prossime settimane. Per il momento, dalle foto divulgate si vedono diversi sarcofagi in pietra e legno dipinto, quasi tutti in buono stato di conservazione, accatastati in camere scavate nella roccia. Alcune mummie sono semplicemente deposte in nicchie ricavate dalle pareti. Infine, si notano diverse statuette di Ptah-Sokar-Osiride (in basso a sinistra) e casse canopiche.

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Sono 59 i sarcofagi intatti scoperti a Saqqara

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Non 13, non 27: alla fine i sarcofagi scoperti a Saqqara sono 59… per il momento.

Ieri si è tenuta la conferenza stampa in cui il noto archeologo Zahi Hawass, Mostafa Waziry, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, e il ministro Khaled el-Anany hanno annunciato ufficialmente i dettagli del ritrovamento che era stato anticipato nelle settimane scorse (link 1, 2).

Sapevamo già di dozzine di sarcofagi in legno ancora sigillati, stipati in una camera in fondo a un pozzo funerario. Ma a quanto pare però, i pozzi individuati dalla missione diretta da Waziry nell’area del Bubasteion (santuario della dea gatto Bastet) sono 3 e contenevano 59 bare antropoidi dai colori ancora vividi. La maggior parte di queste è stata disposta a favor di giornalisti nell’ormai consueto schema da funerale multiplo e alcune sono state (ri)aperte in diretta mostrando mummie e coperture in cartonnage in ottimo stato di conservazione. La lettura dei testi geroglifici sui coperchi ha permesso di capire che i defunti erano sacerdoti e alti funzionari, vissuti durante la XXVI e la XXVII dinastia (VII-VI sec. a.C.), che hanno avuto il privilegio di essere sepolti in un’area sacra.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Il ministro del Turismo e delle Antichità ha inoltre dichiarato che tutti i sarcofagi saranno esposti dal prossimo anno in una sala appositamente dedicata nel Grand Egyptian Museum, accanto ai 30 della cachette di el-Asasif. La sala dovrà essere necessariamente molto spaziosa perché Waziry ha anticipato la presenza di ulteriori sarcofagi da Saqqara che non sono ancora stati tirati fuori.

Tra gli oggetti di corredo ci sono ushabti, amuleti, cassette canopiche per gli organi rimossi dalle mummie e 28 statuette in legno di Ptah-Sokar-Osiride, divinità funeraria mummiforme che fonde gli attributi dei tre dèi. Nei piedistalli di queste statuette spesso si trovano cavità in cui sono nascosti papiri iscritti con formule del Libro dei Morti, mummie di animali o figurine in fango (come si vede nella foto in basso a sinistra) che dovevano aiutare il defunto nell’aldilà.

Ma tra i reperti scoperti spicca un bronzetto alto 35 cm di Nefertum (foto a sinistra) di cui colpisce lo stato di conservazione. Restano la base con il nome del dedicante, Padiamon, e gli intarsi in agata rossa, turchese e lapislazzuli che decorano il fiore di loto sulla testa. Nefertum era infatti il dio menfita dei profumi e della rinascita in quanto il loto è il fiore che spunta dalla acque indistinte del Nun (l’oceano primordiale) all’origine della creazione.

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Altri sarcofagi sigillati da Saqqara

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Come anticipato nell’ultimo articolo, la recente scoperta di un pozzo funerario a Saqqara prometteva ulteriori novità. Così, a distanza di pochi giorni, il Ministero del Turismo e delle Antichità ha “centellinato” nuove foto rimandando la comunicazione definitiva a una conferenza stampa ufficiale che dovrebbe tenersi i primi giorni di ottobre.

In ogni caso, ai 13 sarcofagi trovati in precedenza, se ne sono aggiungiunti altri 14 – anch’essi sigillati – sempre risalenti, secondo la nota del Ministero, all’Epoca Tarda. Sembra che le bare provengano da nicchie scavate ai lati del pozzo dove, come si vede dalle foto con il segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità, Mostafa Waziry (in basso), erano accataste con statuette di Ptah-Sokar-Osiride, cassette canopiche e altri oggetti del corredo funebre.

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