Articoli con tag: Piazza Tahrir

Il nuovo volto di Piazza Tahrir con l’obelisco di Ramesse II e le sfingi di Karnak

20200627190823951Nell’immaginario comune, Piazza Tahrir è il luogo simbolo della rivoluzione egiziana del 2011, dove centinaia di migliaia di persone si sono raggruppate per protestare contro l’allora presidente Hosni Mubarak. L’importanza politica della piazza è rimasta forte almeno fino al 2013, quando è stato vietato ogni tipo di manifestazione pubblica non autorizzata.

In realtà, il suo ruolo centrale risale alla risistemazione urbanistica del Cairo voluta da Ismail Pascià (1863-1879), dalla quale emerse un enorme spazio aperto che nel tempo è stato circondato da alti palazzi (e dal Museo Egizio) e attraversato da strade trafficatissime. L’attuale nome, che significa “Liberazione”,  è stato invece adottato ufficialmente solo nel 1952 per commemorare la rivoluzione del 1919.

Negli ultimi anni è partito un piano di riqualificazione della piazza che punta a trasformarla da congestionato snodo viario a luogo d’interesse per i turisti, anche se l’operazione sembra nascondere secondi fini politici che vorrebbero il luogo ‘ripulito’ del suo recente passato. In ogni caso, oltre al rifacimento delle strade e al restauro delle facciate dei palazzi, è stata risistemata la grande rotonda con scelte che hanno provocato non poche polemiche.

Già da mesi era stato trasportato un obelisco di Ramesse II proveniente da Tanis (San el-Hagar, Delta orientale), più precisamente dal Grande tempio di Amon (Petrie, Tanis I, London 1889, tav. VII, 46). Il monolite in granito, distrutto in antichità a causa di un terremoto, era diviso in 8 blocchi, ma in origine doveva raggiungere i 19 metri d’altezza e le 90 tonnellate di peso. Le parti sono state restaurate e riassemblate al centro della rotonda.

Alla sua base sono poi state collocate quattro sfingi a testa di ariete da Karnak – un po’ come a Piazza del Popolo a Roma – nonostante il parere contrario di diversi egittologi e restauratori e addirittura dell’UNESCO attraverso l’Arab Regional Centre for World Heritage. Alle proteste dirette contro la decontestualizzazione indiscriminata dei reperti, infatti, si è aggiunta anche la preoccupazione sul loro stato di conservazione. In particolare le sfingi, scolpite nella più delicata arenaria, rischiano di subire lo smog della capitale e un clima più piovoso di quello di Luxor. A questo punto stridono le motivazioni che avevano portato a spostare la statua colossale di Ramesse II nel Grand Egyptian Museum per salvarla dall’inquinamento del centro della città.

AFP

Source: AFP

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4 sfingi di Karnak e un obelisco di Tanis verso Piazza Tahrir

ph. Mattia Mancini

Nel tentativo di riqualificare l’ormai iconica Piazza Tahrir – piazza al centro del Cairo dove sorge il Museo Egizio – e renderla un’attrazione turistica, le autorità egiziane hanno predisposto il trasferimento di quattro sfingi criocefale (a testa di ariete) dal tempio di Amon-Ra a Karnak.

82535824_1779790608821024_4988354233674760192_nIl trasloco è stato confermato da Mostafa al-Saghir, direttore generale di Karnak, e ha creato non poche polemiche soprattutto tra gli operatori turistici di Luxor preoccupati per la perdita di reperti spostati dalla città verso la capitale. Alle prime accuse apparse sul web ha risposto il Ministero del Turismo e delle Antichità che ha negato che le statue scelte provengano dal Viale delle Sfingi, la lunga passerella cerimoniale che collegava il santuario al Tempio di Luxor. Le sfingi, invece, appartengono al gruppo di 60 (immagine in alto) che in origine si trovava di fronte al secondo pilone e che fu rimosso tra la XXII e la XXX dinastia con la costruzione del primo pilone e degli edifici di culto presenti nel grande cortile porticato.

Al contrario, i lavori di restauro del Viale delle Sfingi sarebbero al 90% e dovrebbero permettere l’apertura al pubblico nel corso del 2020 (anche se c’è da dire che gli annunci di inaugurazioni vanno avanti dal 2013 e che nell’agosto del 2017 si parlava dell’85%).

Le quattro sfingi di Karnak andranno ad unirsi all’obelisco di Ramesse II, portato a Piazza Tahrir due mesi fa circa da Tanis (San el-Hagar, Delta orientale). Il monolite in granito era diviso in 8 blocchi (foto in basso), ma in origine doveva raggiungere i 17 metri d’altezza e le 90 tonnellate di peso.

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Source: english.ahram.org.eg

Aggiornamento (30/12/2019):

Haitham Aboul Ezz al-Hariry, membro del parlamento egiziano, ha inviato una lettera al Primo ministro chiedendo l’annullamento immediato del trasloco delle quattro sfingi e dell’obelisco. Il provvedimento d’emergenza fa appello all’art.7 della Carta di Venezia per il restauro e la conservazione di monumenti e siti del 1964 (riferimento principale della Convenzione UNESCO del 1972 che è stata sottoscritta anche dall’Egitto) che dice:

“Il monumento non può essere separato dalla storia della quale è testimone, né dall’ambiente in cui si trova. Lo spostamento di una parte o di tutto il monumento non può quindi essere accettato se non quando la sua salvaguardia lo esiga o quando ciò sia giustificato da cause di eccezionale interesse nazionale o internazionale”.

Aggiornamento (2/01/2020):

Critiche sull’iniziativa sono arrivate anche da ambienti internazionali. Mai bint Mohammed Al Khalifa, presidentessa dell’Autorità per la Cultura e le Antichità del Bahrain e del Comitato per il Patrimonio Mondiale della Regione dei Paesi Arabi, ha condannato il trasferimento e consigliato un piano alternativo dicendo che, prima di effettuare qualsiasi modifica al proprio patrimonio culturale, i rappresentanti di un Paese dovrebbero consultare l’UNESCO.

 

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Nuovo sistema d’illuminazione per il Museo Egizio del Cairo

Cairo - Egyptian Museum by night

Source: mgkhs.com

Ieri, al Museo Egizio del Cairo, è partita l’istallazione di un nuovo sistema d’illuminazione per sostituire il precedente ormai obsoleto e poco funzionale. L’iniziativa è stata voluta dal Ministero delle Antichità anche per supportare future aperture serali del museo. Inoltre, saranno aggiunti ulteriori punti luce nel giardino esterno per permettere alla Polizia Turistica un controllo migliore. In totale, il progetto costerà 2 milioni di lire egiziane (circa 200.000 euro).

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Il Museo Egizio del Cairo torna alle origini

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Source: egyptianmuseum.tumblr.com

Il Museo Egizio del Cairo sta lentamente riacquistando l’aspetto che aveva oltre un secolo fa. E, per una volta, tornare indietro sarebbe un miglioramento rispetto alle pessime condizioni in cui l’edificio si trovava ormai da decenni. Il progetto “Egyptian Museum Revival”, partito nel 2012 con un cospicuo contributo dell’Unione Europea e, in particolare, del governo tedesco, prevede il restauro e il ripristino dell’allestimento del 1902. In questo senso, si stanno eliminando gli strati di pittura più recenti delle pareti scoprendo quello bianco e rosso originale e il tappeto di linoleum che ricopriva il pavimento (vedi foto).

Il rinnovamento del museo comprende anche la sostituzione dei vecchi vetri delle finestre con alcuni capaci di filtrare la luce del sole, l’allestimento di nuovi sistemi antincendio, di sicurezza e di controllo dell’umidità e la demolizione dell’adiacente palazzo del Partito Nazionale Democratico che garantirà nuovi spazi espositivi.  Per il momento, lunedì scorso, alla presenza del ministro delle Antichità, Mamdoh El-Damaty, e del Primo Ministro, Ibrahim Mahlab, sono state inaugurate quattro sale (30, 35, 40 e 45) dell’ala est, nella galleria di Tutankhamon.

Nonostante questi lavori, che dovrebbero concludersi nell’agosto 2015, il museo perderà la sua funzione e migliaia di reperti, compreso il tesoro di Tutankhamon, verranno trasferite presso il Grand Egyptian Museum di Giza (quando e se riusciranno ad aprirlo), mentre le mummie reali di Nuovo Regno passeranno già il prossimo anno al Museo Nazionale della Civiltà Egiziana.

 

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