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“Dall’Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni” (Pisa, Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani”, 19 febbraio – 31 agosto 2022)

Testa di statua femminile in calcare, XIX din; parte di sarcofago in granito nero, fine XVIII din.; frammento di rilievo dalla tomba dello sculture Ken di Deir el-Medina, XIX din. (Opera della Primaziale Pisana)

Questa mattina, presso l’Aula Magna Nuova di Palazzo della Sapienza, è stata presentata la mostra “Dall’Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni” che, dal 19 febbraio al 30 agosto 2022, si terrà nella sede delle Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani” dell’Università di Pisa. Prima di tagliare il nastro, sono intervenuti Paolo Maria Mancarella, Rettore dell’Università di Pisa, Gianluca De Felice, Segretario Generale dell’Opera della Primaziale Pisana, Pierpaolo Magnani, Assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Salvatore Settis, Accademico dei Lincei e professore emerito della Scuola Normale Superiore, Marilina Betrò, Presidente del Corso di laurea magistrale di Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente all’Università di Pisa, Chiara Bodei, Presidente del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa, e Flora Silvano, Direttrice delle Collezioni Egittologiche, che hanno ricordato la storica tradizione egittologica dell’ateneo toscano e illustrato le sinergie che hanno portato all’organizzazione dell’esposizione.

La mostra, infatti, vede la riunione di due nuclei di antichità egizie che erano rimasti separati per due secoli, seppur se solo, almeno negli ultimi decenni, da poche centinaia di metri: la Collezione Picozzi e tre oggetti in prestito dall’Opera della Primaziale Pisana.

Il patrimonio delle Collezioni egittologiche dell’Università di Pisa, che festeggiano proprio oggi i 60 anni dalla fondazione, comprende tra l’altro un gruppo di oggetti arrivati in Italia nel 1829 grazie a Gaetano Rosellini, zio del più noto Ippolito e membro della Spedizione franco-toscana in Egitto. Se il grosso dei reperti – circa 2000 – provenienti da quella missione finì al Museo Egizio di Firenze, una piccola parte rimase a Gaetano, ma oggi possiamo ammirarla in via San Frediano 12 perché fu donata all’Università di Pisa nel 1962 dalla nipote Laura Birga Picozzi.

Tuttavia, Gaetano Rosellini aveva già ceduto nel 1830 alcuni pezzi della sua raccolta privata a Carlo Lisinio, celebre incisore e conservatore del Camposanto Monumentale. Questo piccolo nucleo di oggetti egizi è stato conservato dal 1986 presso il Museo dell’Opera del Duomo, fino a quando, con il recente riallestimento, è stato spostato nei locali dell’OPA in attesa di una nuova sede espositiva.

Da oggi, quindi, tre di quei 10 reperti (foto in alto) si trovano per la prima volta accanto al meraviglioso mobiletto egittizzante che custodisce la Collezione Picozzi, riunendo così temporanemante un prezioso patrimonio archeologico poco conosciuto, ma che merita senz’altro di essere visto.

Orario di visita della mostra

  • Martedì: 9:00 – 13:00
  • Mercoledì – venerdì: 9:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00
  • Sabato, domenica: 10:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00
  • Lunedì: chiusura settimanale

https://www.egitto.sma.unipi.it/dall-egitto-a-pisa/

Per maggiori info sulle collezioni egizie a Pisa: https://djedmedu.wordpress.com/2014/05/07/legitto-di-provincia-le-collezioni-di-pisa/

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TEMA – la Toscana Egittologica tra Musei e Archivi

Giuseppe Angelelli, La Spedizione franco-toscana in Egitto, 1836 (particolare)

Quando Champollion diceva che “La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”, sottolineando l’importanza del Museo Egizio da poco inaugurato, sicuramente aveva in mente la tappa precedente, dove transitarono alcune tra le più importanti collezioni egittologiche d’Europa: la Toscana.

Durante il XIX secolo, infatti, il porto franco di Livorno era la vera porta del continente verso il Mediterraneo orientale, lo scalo obbligato delle navi che, insieme a grano, spezie e prodotti esotici, trasportavano anche merci particolari come reperti archeologici e mummie. Nel porto labronico arrivarono i nuclei di antichità che poi confluirono verso altri centri toscani e i grandi musei di Torino, Parigi, Londra, Berlino, Leida ecc. Lo stesso Champollion si era recato nei magazzini del porto – che bisogna immaginare straripanti di statue, sarcofagi e stele – per selezionare pezzi da portare al Louvre. Il passaggio di questi bastimenti e la notizia dei loro carichi speciali sono ancora presenti nei registri originali conservati presso l’Archivio di Stato di Livorno.

Ma l’importanza della Toscana nella formazione della disciplina egittologica non si limita al mero ruolo di snodo commerciale. A Ippolito Rosellini nel 1826 fu affidata la prima cattedra di Egittologia al mondo presso l’Università di Pisa. Successivamente, l’orientalista pisano riuscì a convincere il Granduca Leopoldo II a finanziare – insieme al re Carlo X di Francia – la prima vera spedizione scientifica in Egitto del 1828-1829 (i “savant” di Napoleone non sapevano ancora leggere il geroglifico) che diresse insieme all’amico Champollion. Da questa missione arrivarono un’eccezionale mole di documenti, manoscritti e splendidi disegni, oggi conservati presso la Biblioteca Universitaria di Pisa, e i circa 2000 reperti che formarono il nucleo principale del Museo Egizio di Firenze. Altri oggetti, invece, rimasero a Pisa e oggi fanno parte del patrimonio delle Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa e dell’Opera della Primaziale Pisana.

Dal 1° settembre ho il piacere di lavorare proprio su questo argomento, nell’ambito di un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, cofinanziato dalla Regione Toscana (POR FSE 2014-2020). Nello specifico, il progetto TEMA – la Toscana Egittologica tra Musei e Archivi, diretto dalla prof.ssa Marilina Betrò, si propone di creare una rete di connessioni tra quegli operatori culturali della regione che conservano materiale sulla missione di Rosellini e sulla formazione delle collezioni egizie esistenti o comunque passate per la Toscana. In particolare, si vuole studiare, digitalizzare e indicizzare i documenti della Biblioteca Universitaria di Pisa e dell’Archivio di Stato di Livorno relativi alle collezioni giunte dall’Egitto nella prima metà dell’800, e collegarli tra loro e con gli oggetti stessi tramite un web database e un sito web creati appositamente. Inoltre, coniugando il digital storytelling su diversi formati (testi, immagini HD, video, modelli 3D dei reperti dell’Opera della Primaziale Pisana e delle Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa) si racconteranno tutti i passaggi che dalla Valle del Nilo hanno portato alla creazione di altri grandi musei.

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PERET: il nuovo sito dei giovani egittologi e nubiologi italiani

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Il 14 e il 15 dicembre 2017, oltre 20 giovani egittologi e nubiologi italiani si sono incontrati a Pisa per illustrare le loro ricerche e per creare una rete di contatti con lo scopo di portare avanti possibili progetti condivisi. Da questo evento, organizzato e finanziato dall’associazione culturale VOLO – Viaggiando Oltre L’Orizzonte, è nata l’idea di realizzare un sito internet dove raccogliere l’esperienza, una sorta di vetrina virtuale in cui dottorandi e post-doc potessero presentarsi e mostrare i loro ambiti di ricerca. Il nome scelto, PERET, rievoca volutamente la stagione dell’anno che segnava l’emergere delle terre coltivabili al ritirarsi delle acque del Nilo, nella speranza di far ‘sbocciare’ nuovi contatti, aprire stimolanti confronti e generare scambi di idee e opinioni.

https://peretresearchers.wordpress.com/

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“I social media per la cultura: istruzioni per l’uso” (Pisa, 1 dicembre 2017)

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Le “Bufale eGGizie” lasciano internet per un giorno e passano offline grazie all’associazione studentesca VOLO – Viaggiando Oltre L’Orizzonte – di cui sono presidente – che, in collaborazione con l’Università di Pisa, organizza un workshop dal titolo I social media per la cultura: istruzioni per l’uso. Il 1° dicembre, presso la Gipsoteca di Arte Antica (piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa), una serie di esperti di comunicazione digitale parleranno della divulgazione culturale attraverso il web e in particolare i social network. Saranno toccati argomenti come arte, cinema, teatro, letteratura, musei e archeologia. Io aprirò gli interventi della giornata illustrando l’ormai consolidata veicolazione virtuale di fake news e cattiva informazione anche nell’archeologia, per una volta non limitandomi all’antico Egitto.

Qui il programma della giornata:

9:15 – Saluti di VOLO; introduce e modera Azzurra Scarci

9:30 – Mattia Mancini (Djed Medu, Pisa), Alieni e piramidi: fake news e cattiva informazione web in archeologia

9:55 – Marina Lo Blundo (MAN Firenze), Il museo è un luogo social(e)! Comunicare i musei nel web 2.0 e nei social media

10:20 – Michela Santoro (Mlac-Roma), Arte e social media: un mondo reale di reti virtuali

10:45 – Domande e curiosità

11:00 – Pausa

11:15 – Margherita Mattei (Cinema Arsenale, Pisa), “A qualcuno piace social” – La comunicazione online del Cinema Arsenale

11:40 – Antonella Criscuolo (ARTeiNWolrd), Hashtag Puccini: l’Opera è Social

12:05 – Cristina Maranzano, Alice Gennari, Caterina Pinzauti, Gianluca Cometa (Radioeco, Pisa), La comunicazione 2.0: tra web-radio e social

12:30 – Francesco Feola (Francesco Feola Blog letterario, Pisa), La letteratura ai tempi dei social: un fortunato esperimento di blogging

12:55 – Domande e curiosità

http://www.associazionevolo.it/attivita-2/attivita-in-programma/workshop-i-social-media-per-la-cultura-istruzioni-per-luso/

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“Egitto e Vicino Oriente Antichi. Tra passato e futuro”: gli orientalisti italiani s’incontrano a Pisa

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All’ombra della Torre pendente, si prospetta un evento da non perdere. A Pisa (Polo Carmignani, Aula 2 – Piazza dei Cavalieri 8), il 5 e 6 giugno, si riuniranno tutti i principali studiosi italiani della macroarea dell’Egitto e del Vicino Oriente antichi per discutere del passato e, soprattutto, del futuro dell’Orientalistica del nostro Paese. In un ambito che, per divisioni geografiche e cronologiche, comprende mondi spesso molto distanti, si è finalmente capito l’importanza del dialogo e della condivisione delle esperienze per arrivare a scopi comuni e a un miglioramento della ricerca. Tutto questo grazie alla spinta catalizzatrice del Comitato organizzativo (Prof. Marilina Betrò, Dr. Gianluca Miniaci, Prof. Stefano De Martino, Prof. Frances Pinnock) e dell’Università di Pisa, ateneo dalle gloriose tradizioni nel settore (solo per fare un esempio – per niente casuale! – proprio qui, nel 1826, fu istituita la prima cattedra di Egittologia al mondo con Ippolito Rosellini).

Tra l’apertura di Edda Bresciani e Paolo Matthiae e la chiusura di Mario Liverani (immagino siano superflue le presentazioni), una due-giorni fitta d’interessanti interventi vedrà il confronto tra grandi nomi delle diverse discipline orientalistiche e giovani studiosi formatisi in Italia e all’estero. Non a caso, la formula adottata sarà innovativa perché, accanto alle presentazioni di famosi relatori invitati a rappresentare l’Anatolistica (Clelia Mora e Stefano De Martino), l’Archeologia del Vicino Oriente (Stefania Mazzoni), l’Assiriologia (Francesco Pomponio), l’Egittologia (Patrizia Piacentini), la Semitistica (Riccardo Contini) e la Storia del Vicino Oriente antico (Lucio Milano), brevi sessioni tematiche lasceranno il tempo per un dibattito condiviso anche con il pubblico. Infatti, dal 15 maggio, sarà possibile scaricare i testi degli interventi (link) così da approfondire i diversi temi trattati e da partecipare attivamente al Convegno con interventi, domande, discussioni.

Questo spirito di apertura e partecipazione si rispecchia anche nella presenza di studenti e dottorandi dell’Università di Pisa (tra cui ho il piacere di figurare per la gestione del sito web e dei social) nell’organizzazione dell’evento. Come detto, tutti – addetti ai lavori e semplici appassionati – possono partecipare gratuitamente al Convegno, ma è necessaria la registrazione, entro il 15 maggio, tramite il seguente link:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-egitto-e-vicino-oriente-antichi-tra-passato-e-futuro-33113747109

Invece, chi non sarà presente di persona, oltre al mio blog, potrà seguire aggiornamenti live e, probabilmente, la diretta streaming sui social network ufficiali: la pagina Facebook (Egittologia UniPi) e il profilo Twitter (@evoa2017).

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Per maggiori info: evoa.pisa@gmail.com, http://egittologia.cfs.unipi.it/it/convegno-di-orientalistica/

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Il programma di “Egitto e Vicino Oriente antichi: Tra passato e futuro”:

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“L’Egitto di Provincia”: le collezioni di Pisa

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Non poteva mancare un articolo che parlasse delle collezioni di Pisa, una delle due città dove ho studiato e, merito decisamente più rilevante, patria dell’egittologia italiana e non solo. È proprio qui, infatti, che nel 1826 il pisano Ippolito Rosellini fondò la prima cattedra di egittologia al mondo. L’anno prima, il giovane professore di Letterature Orientali e Lingua Ebraica aveva conosciuto Jean François Champollion del quale divenne discepolo e poi grande amico. I due organizzarono insieme la Spedizione franco-toscana (31 luglio 1828 – 27 novembre 1829), seconda grande campagna scientifica in Egitto dopo quella dei “savants” di Napoleone del 1798. Finanziati da re Carlo X di Francia e dal Granduca di Toscana Leopoldo II, Rosellini e Champollion (nel quadro di Giuseppe Angelelli in alto, sono al centro, rispettivamente l’uomo in piedi con la barba rossa e quello seduto con la barba nera) viaggiarono lungo il Nilo fino ad arrivare in Nubia e portarono in Europa una grandissima quantità di materiale proveniente da scavi e da acquisizioni. Quasi tutti i reperti andarono ad arricchire il Louvre di Parigi e il Museo Egizio di Firenze, ma una parte è ancora a Pisa, divisa tra le Collezioni Egittologiche dell’Ateneo e il Museo dell’Opera del Duomo.

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Il Museo dell’Opera del Duomo fu fondato nel 1986 nella ex sede del Seminario Vescovile che si affaccia su Piazza dei Miracoli. Qui sono raccolti i reperti che erano esposti nel Camposanto Monumentale da quando, nel 1807, Carlo Lasinio (1759-1838) ne divenne il conservatore. L’incisore ne fece un vero e proprio museo riunendo le opere di proprietà della curia e tutti i reperti archeologici (etruschi, romani e delle civiltà del Mediterraneo) che aveva acquistato in 30 anni di attività. All’inizio, l’unico oggetto egiziano era una sfinge tolemaica; nel 1830, però, Gaetano Rosellini, zio di Ippolito e disegnatore della missione, donò a Lisinio una piccola parte della sua collezione privata che ora si trova nella Sala XXIII del museo.

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Il gruppo era composto da 11 pezzi (ma un coperchio di vaso canopo venne trafugato durante la seconda guerra mondiale), tutti databili al Nuovo Regno ad eccezione di una stele e di un’altra sfinge del periodo tolemaico: due frammenti di decorazione parietale da tombe di Deir el Medina (dello scultore Ken e del medico Neferenmaat), una porzione di sarcofago in granito nero della XVIII din. (a destra nella foto), un bassorilievo in granito grigio con Seti I (a sinistra), due stele in calcare dipinto, una testa femminile con parrucca e fiore di loto e un altro frammento di statua.

Aggiornamento (18/10/2019):

Dopo 5 anni di chiusura per restauro, ho visitato il museo all’inaugurazione del rinnovato percorso espositivo che non comprende più i reperti archeologici, inclusi quelli egizi. Per il nuovo progetto museale, infatti, è stata fatta la scelta più omogenea di dare spazio al solo tesoro del Duomo e ai pezzi relativi ai monumenti di Piazza dei Miracoli. Gli oggetti egizi saranno prossimamente collocati in un’altra sede ancora da stabilire.

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http://www.opapisa.it/it/la-piazza-dei-miracoli/museo-dellopera-del-duomo/ledificio.html

 

Un’altra parte della raccolta di Gaetano venne lasciata in eredità da Laura Birga, sua nipote, all’Università di Pisa nel 1962 e costituisce il nucleo originario delle Collezioni Egittologiche di Ateneo (via S.Frediano 12). La “Collezione Picozzi” conta un centinaio di piccoli oggetti, soprattutto amuleti, scarabei e statuine di divinità, esposti insieme a prodotti di interesse etnografico (collane, armi e vasi delle tribù locali e 7 barattoli di vetro con la sabbia di diverse località) in un mobiletto in stile egittizzante costruito appositamente. Due anni dopo, si aggiunse la “Collezione Schiff Giorgini”, 400 reperti provenienti dagli scavi sudanesi di Soleb e Sedeinga condotti da Michela Schiff Giorgini e che fanno del museo una delle principali raccolte di antichità meroitiche d’Europa. Spiccano uno specchio in elettro, oro e rame, un grande scarabeo di Amenofi III e quello che è forse l’oggetto più famoso del museo, il calice in vetro blu con decorazione egittizzante e iscrizione in greco (III sec. d.C.; nel centro destra della foto in alto). Poi, nel 1968, le Collezioni acquisirono anche 1500 ostraka in demotico provenienti da Ossirinco (Oasi di Bahariya), ma donazioni e nuovi acquisti non si sono fermati, arrivando fino all’inizio del III millennio.

Aggiornamento:

18010001_1314091138638404_7435540624826839753_nIl 16 dicembre 2014, in occasione dei due anni del Sistema Museale di Ateneo, è stato presentato l’arrivo ufficiale della mummia di Kenamun e del suo sarcofago che resteranno esposti nella prima sala delle Collezioni (immagine a sinistra). Sulla pagina Facebook “Djed Medu – Blog di Egittologia”, potete trovare l’album completo con le foto del nuovo allestimento del museo.

http://www.egittologia.unipi.it/pisaegypt/collezioni.htm

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71399555_941902576175765_5897478310635503616_nMolto probabilmente, appartengono al gruppo di oggetti portati in Toscana da Rosellini anche le due mummie, di cui una corredata di sarcofago, provenienti da Tebe e conservate presso il Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini”. La raccolta, appartenente al Dip. di Ricerca traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, fin dal 1832 possiede una cospicua quantità di reperti archeologici. In particolare, una delle mummie, in perfetto stato di conservazione, mostra gli evidenti segni dell’imbalsamazione come il taglio per l’eviscerazione sul lato sinistro dell’addome e la narice sinistra dilatata per l’estrazione del cervello.

http://museoanatomia.med.unipi.it/

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Call for papers: “Company of images: modelling the ancient Egyptian imaginary world of the Middle Bronze Age (2000-1500 BC)”

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Title of the conference: “Company of images: modelling the ancient Egyptian imaginary world of the Middle Bronze Age (2000-1500 BC)”

Place/Institution: Institute of Archaeology, University College London, London (UK)

Date: 18-20 September 2014

Organising Committee: Dr Gianluca Miniaci, Prof Dr Stephen Quirke, Prof Marilina Betrò, Jan Picton

Executive Board: Gillian Cordall, Marta Krzyżańska, Zsuzsanna Lengyel, Porin Šćukanec Rezniček.

The purpose of this conference is to explore the fertile imaginary world of Middle Bronze Age Egypt through its material culture and the archaeological sources from which such material is recovered. One principal focus will be on figurines in their immediate and wider archaeological context. We also aim to explore other objects that have traditionally been interpreted as tools for the protection of mother and child, all as products of an interwoven world.

The conference is an opportunity to explore how the ancient Egyptians populated their imaginary universe, combining different images, materials, and objects – “Company of Images”.

Key points of discussion will be the following:

  • Iconography
  • Find assemblage
  • Materiality and technology
  • Types of context
  • Rituality and conception

The aim of the conference is also to consider related material from other periods that throw light on the subject.

Abstract deadline: 15 May 2014

Please submit abstracts of no more than 250 words for a proposed 15 minute paper with an additional 10-15 minutes allowed for general discussion, along with your name and institution, to companyofimages@gmail.com.

For further questions, you may contact Dr Gianluca Miniaci at g.miniaci@gmail.com.

The abstracts should contain the title of the paper, the author’s/authors’ name(s) and affiliation. Abstracts will be reviewed by the Organizing Committee, and notification of accepted proposals will be sent out before 15th June 2014.

The proceedings will be published in 2015.

Speakers are not required to pay the conference fee.

The conference is part of the research project EPOCHS – Egyptian Periodisation – Object Categories as Historical Signatures, funded by the European Research Council inside the scheme Marie Curie – Intra European Fellowship.

The conference is supported by the European Research Council, University College London, University of Pisa, Italian Ministry of Research, and the Friends of the Petrie Museum.

http://www.companyofimages.com/

 

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