Articoli con tag: Politecnico di Torino

Ricercatori italiani mappano in 3D la Valle dei Re

sensors-20-01552-g013

Porcelli et al., “Integrated Geophysics and Geomatics Surveys in the Valley of the Kings”, in Sensors 20/6 (2020)

Un’area archeologica di circa 30.000 m² è stata scansionata da ricercatori italiani e in futuro sarà disponibile in 3D grazie a un’applicazione. E dal titolo avrete capito che non si tratta di un sito qualunque.

Il progetto “The Complete Geophysical Survey of the Valley of the Kings“, diretto dal prof. Franco Porcelli (Politecnico di Torino) in collaborazione con esperti di Università di Torino, 3DGeoimaging e Geostudi Astier, prevedeva infatti la mappatura completa della Valle dei Re a corredo di indagini nella tomba di Tutankhamon. I risultati della campagna di ricognizione geofisica e geomatica dell’intero ramo orientale della valle e di parte di quello occidentale sono stati recentemente pubblicati sulla rivista “Sensors”.

Il team, ricorderete, aveva confutato la tesi di Reeves e le prime analisi con georadar che sembravano aver rilevato la presenza di camere nascoste oltre i muri nord e ovest della camera funeraria. Ma, al tempo stesso, aveva poi individuato due promettenti anomalie nei pressi della KV62 (ve ne avevo già parlato lo scorso anno). Un’altra anomalia che sembra di origine antropica è stata invece localizzata nel piazzale di fronte all’ingresso della tomba di Ramesse IV (KV2). Come mi ha gentilmente riferito Gianluca Catanzariti, geofisico a capo della 3DGeoimaging e membro della missione, ci sarebbe un livellamento sabbioso che potrebbe celare qualcosa, forse le due capanne in pietra e mattoni crudi di epoca romana e copta segnalate da Theodore Davis ed Edward Ayrton che scavarono lì all’inizio del secolo scorso (David T. M., Ayrton E. R., “The Excavations during the Winter 1905-1906”, in Davis T. M. et al., The Tomb of Siphtah: The Monkey Tomb and the Gold Tomb. The Discovery of the Tombs, London 1908, pag. 7).

Per la mappatura sono stati usati laser scanner e fotogrammetria, più particolari software di gestione ed elaborazione dei dati. Per la parte geofisica dello studio, invece, gli strumenti adottati per “guardare” sotto la superficie del terreno sono stati georadar, magnetometri e la tomografia elettrica di resistività.

Porcelli ha riferito la volontà di continuare il lavoro anche all’interno delle tombe, così da dare la possibilità a tutti di visitarle. Al di là dell’attenzione verso i portatori di handicap e per chi si trovi, per qualsiasi motivo, nell’impossibilità di viaggiare, queste iniziative risultano ancora più importanti alla luce della situazione in cui ci troviamo. Non è un caso che il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità stia lanciando in questi giorni diversi tour virtuali di tombe e altri monumenti  (tomba di Menna a Tebe Ovest, tomba di Meresankh III a Giza, Monastero Rosso di Sohag, Moschea-madrasa del sultano Barquq, Sinagoga di Ben Ezra, tomba di Kheti a Beni Hassan).

 

L’articolo completo: https://www.mdpi.com/1424-8220/20/6/1552

sensors-20-01552-g007

Porcelli et al., “Integrated Geophysics and Geomatics Surveys in the Valley of the Kings”, in Sensors 20/6 (2020)

 

Categorie: web/nuove tecnologie | Tag: , , , , | 2 commenti

Camere nascoste nella/vicino la tomba di Tutankhamon: facciamo chiarezza

123602991-10d82303-4450-428d-a6a4-07d40e5dab60

Kenneth Garrett, National Geographic

Ultimamente, a causa di alcuni articoli diventati abbastanza virali sul web, sono tornate alla ribalta le celeberrime camere nascoste nella Tomba di Tutankhamon. Sapete bene che la questione è stata definitivamente chiusa nel maggio del 2018 con la terza serie di scansioni con georadar, ma la notizia riportata nei succitati articoli è un’altra: la possibile presenza di possibili vuoti nei pressi della KV62.

In realtà, anche in questo caso non c’è niente di nuovo perché il rilevamento di anomalie geofisiche nelle immediate vicinanze della tomba di Tutankhamon risale al 2017 ed è il frutto del lavoro dello stesso team italiano che ha bocciato la tesi di Nicholas Reeves. Diretto dal prof. Franco Porcelli (Politecnico di Torino), in collaborazione con esperti di Università di Torino, 3DGeoimaging di Torino, Geostudi Astier di Livorno, l’inglese Terravision e, per la consulenza egittologica, Centro Archeologico Italiano al Cairo (Istituto Italiano di Cultura), il “Progetto VdR Luxor”, mirato all’intera mappatura geofisica della Valle dei Re, era partito proprio dall’indagine della tomba più famosa d’Egitto. In quest’ottica, era stata usata la tomografia di resistività elettrica (ERT) sulla superficie esterna come metodo diagnostico complementare al georadar nella camera funeraria ed erano stati acquisiti dati interessanti.

Io ve ne avevo già parlato l’anno scorso (potete comunque leggere l’articolo scientifico pubblicato sul Journal of Cultural Heritage) e poi ho avuto la fortuna di approfondire il discorso direttamente con Porcelli durante l’incontro che ho mediato alla Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto. Ma, vista la recente attenzione ri-scoppiata e la gentilezza del professore che mi ha inviato l’ultima pubblicazione del suo team, vale la pena far chiarezza una volta per tutte.

1-s2.0-S1296207418303479-gr2

Fischanger F. et al., Geophysical anomalies detected by electrical resistivity tomography in the area surrounding Tutankhamun’s tomb, in JCH 36 (2019), fig. 2, p. 65

La ricerca con ERT è stata effettuata nel maggio del 2017 in un’area che comprende il piazzale di fronte gli ingressi delle tombe di Tutankhamon e di Ramesse V e Ramesse VI (KV9), la collina in cui sono state scavate le due sepolture (foto in alto) e parte del canyon che porta alla tomba di Merenptah (KV8). In un complesso mix di depositi alluvionali naturali e rimaneggiamenti antropici dovuti a secoli di scavi, sono emerse due anomalie che potrebbero avere importanti risvolti archeologici (immagine in basso). L’Anomalia 1, di circa 5 x 8 metri, si trova a una profondità di 6 metri sotto la collina, a 12 metri dal muro nord della camera funeraria di Tut. Le dimensioni e i valori di resistività portano a pensare che si tratti di un vuoto di origine umana in un’area mai interessata da scavi archeologici, vicino alla KV62 ma – importante sottolinearlo – non direttamente connesso. L’Anomalia 2, invece, è più difficile da inquadrare: ha una forma di ellisse allungata di 15 x 4 m a una profondità di 5 metri sotto il piazzale ai piedi della collina, in una zona quindi già scavata. Questi esami ovviamente non sono sufficienti a tirare conclusioni definitive, per questo la squadra è tornata a Luxor nell’autunno del 2018 per nuove prospezioni.

1-s2.0-S1296207418303479-gr8

Ivi, fig. 8, p. 69

Tornando invece alla terza serie di scansioni con georadar nella tomba di Tutankhamon, ho potuto leggere la pubblicazione dello studio – ancora in fase di stampa (una versione digitale è consultabile qui: Sambuelli L. et al., The third KV62 radar scan: Searching for hidden chambers adjacent to Tutankhamun’s tomb, in JCH, in press) – gentilmente inviatami dal prof. Porcelli.

123602459-dbd1874a-6090-4c3a-a653-28398e58e9d0

Kenneth Garrett, National Geographic

Chiamato a dare un’opinione definitiva dopo le discordanti campagne giapponesi e americane, il team italiano ha realizzato nel febbraio 2018 una serie di scansioni con tre tipologie di frequenza, così da poter avere un numero maggiore di dati da incrociare: basse (15-200 MHz), medie (600-900 MHz) e alte (1500-3000 MHz). Dopo la calibrazione degli strumenti su vuoti noti (Annesso e Tesoro), si è passati alle misurazioni verso le pareti nord e ovest della camera funeraria che, secondo Reeves, avrebbero nascosto l’accesso a ulteriori vani. Le autorità egiziane non hanno permesso che i georadar fossero poggiati direttamente sulle superfici dipinte, quindi sono stati posizionati a 5-10 cm dai muri. I risultati li conoscete già, ma entriamo nel dettaglio.

1-s2.0-S1296207418308124-gr3

Sambuelli et al. 2019, Fig. 3

Le misurazioni fatte ad alte frequenze non hanno rilevato discontinuità sul piano verticale tra la roccia naturale e le ipotetiche porte tamponate in muratura. Quelle a media e bassa frequenza, invece, hanno avuto una risposta omogenea per 3 o 4 metri di profondità. Tradotto: non ci sono stanze né altri tipi di vuoti. Le uniche anomalie riscontrate sono state una frattura naturale (C nell’immagine in basso) due metri dietro la parete nord e un antico appianamento della stessa (A) che era già conosciuto dagli egittologi.

Ma allora cosa aveva visto Watanabe nel novembre del 2015? Non dovevano esserci una camera e un corridoio, con addirittura tracce di oggetti in legno e metallo? A quanto pare, i risultati della prima scansione sono stati fuorviati da “segnali fantasma”. Per prima cosa, lo spazio tra antenna e muro ha abbassato l’accuratezza di misurazione della posizione. Ma la vera causa dell’errore starebbe nelle diverse proprietà elettromagnetiche dell’intonaco dipinto rispetto a quelle della roccia calcarea. Contenente umidità e materiale organico (paglia), il supporto delle pitture è molto probabilmente in grado di condurre elettricità provocando così il fenomemo fisico della guida d’onda. Infatti, solo una parte delle onde elettromagnetiche emesse dallo scanner ha attraversato la roccia; molte altre sono scivolate lungo l’intonaco e, viste anche le ridotte dimensioni della camera funeraria (6 x 4 x 3 m), sono rimbalzate sulla parete opposta o sul grande sarcofago in quarzite portando all’antenna dello strumento un risultato ovviamente sballato.

1-s2.0-S1296207418308124-gr5

Sambuelli et al. 2019, Fig. 5

 

 

 

Categorie: approfondimenti | Tag: , , , , , | 5 commenti

Valle dei Re, ripartono le ricerche del Politecnico di Torino

42f1e1f6-63c8-11e8-b95e-dd52101f52a2_2164692_1518625712-kM5E-U11101127219704NXF-1024x576@LaStampa.it

Source: lastampa.it

Messa definitivamente (?) da parte la questione delle camere nascoste nella Tomba di Tutankhamon, le ricerche del Politecnico di Torino non si concludono. Anzi, a giugno, il team diretto da Franco Porcelli tornerà in Egitto per completare il vero compito che gli era stato affidato dal Ministero delle Antichità, cioè la mappatura completa della Valle dei Re. Il “Progetto VdR Luxor”, infatti – portato avanti con la collaborazione di Università di Torino, 3DGeoimaging di Torino, Geostudi Astier di Livorno, l’azienda inglese Terravision e con la consulenza egittologica del Centro Archeologico Italiano al Cairo – prevede l’utilizzo delle più avanzate tecnologie per lo studio di entrambi i rami della Valle.

In particolare, il lavoro si concentrerà nella cosiddetta Valle delle Scimmie, quella occidentale, dove Zahi Hawass ha già iniziato a scavare da gennaio nei pressi della tomba di  Ay per confermare la presenza di una nuova sepoltura che potrebbe essere stata rilevata dai georadar italiani. Nella più nota Valle Orientale, invece, si rischia di finire di nuovo nel turbinio di clamorose ipotesi perché, come ammette lo stesso Porcelli in un’intervista a La Stampa«La tomba di Nefertiti non è dove avevano ipotizzato alcuni archeologi, ma nel corso dei nostri rilevamenti abbiamo trovato delle “anomalie” intorno al luogo di sepoltura di Tutankhamun. In particolare nelle due aree sotto la collina che sovrasta la tomba, non collegate da tunnel sotterranei, come invece si presumeva. Finora non siamo riusciti a capire cosa possano nascondere».

Quindi, ancora possibili vuoti, forse quelli anticipati nel libro di Brando Quilici, attorno alla KV62: non finirà mai questa storia!

Categorie: ricerche | Tag: , , , , | 2 commenti

Colpo di scena: nessuna stanza nascosta nella tomba di Tutankhamon

32072966_1772518269460482_1866311672642142208_n

Source: MoA

Tanto rumore per nulla. Dopo quasi tre anni, un’analisi con termocamera e tre con georadar, tre squadre di tecnici impiegate, sembrerebbe che la tesi di Nicholas Reeves sia da rigettare definitivamente: non esiste alcuna stanza nascosta nella tomba di Tutankhamon! La notizia è stata annunciata oggi da Mostafa Waziry, segretario generale del Supreme Council of Antiquities, durante la 4a Tutankhamun International Conference presso il Grand Egyptian Museum. A mettere una pietra tombale (mai definizione fu più azzeccata) sulla querelle è stato Franco Porcelli, docente di Fisica presso il Politecnico di Torino e direttore della missione italiana a cui è stata affidata l’ultima prospezione nella camera funeraria della KV62.

Gli esami erano stati effettuati dal 31 gennaio al 6 febbraio del 2018 e ci sono voluti mesi per elaborare i dati che sono stati consegnati al Ministero delle Antichità dal team del Politecnico in collaborazione con l’Università di Torino3DGeoimaging di Torino, Geostudi Astier di Livorno, l’azienda inglese Terravision e, per la consulenza egittologica, il Centro Archeologico Italiano al Cairo (Istituto Italiano di Cultura).  In contrapposizione con i risultati delle analisi precedenti del giapponese Hirokatsu Watanabe e della National Geographic, la relazione indicherebbe la non discontinuità tra roccia naturale e mattoni nelle pareti nord e ovest della camera funeraria e, dato ancor più importante, l’assoluta mancanza di prove che attestino vuoti celati.

Quindi, nonostante le grandi aspettative fomentate dalla precedente direzione del Ministero delle Antichità, al 99% non ci sarebbero né stanze segrete né corridoi bloccati verso tombe riutilizzate. Secondo Porcelli, le anomalie riscontrate nelle precedenti prospezioni potrebbero essere dovute a “segnali fantasma”, cioè a comportamenti difformi delle onde radar che, invece di penetrare nella roccia, sono scivolate lungo la superficie dell’intonaco dipinto conduttore di elettricità.

Categorie: news | Tag: , , , , , | 17 commenti

Riparte la ricerca delle camere nascoste nella Tomba di Tutankhamon

1458213994_441716_1458232884_noticia_fotograma

Source: Khaled Desouki (AFP) | Atlas

Dopo quasi un anno di fremente attesa, riparte la ricerca delle fantomatiche stanze nascoste nella tomba di Tutankhamon e, con essa, si rimette in moto il gigantesco circo mediatico che ha caratterizzato la vicenda fin dall’inizio. I tecnici italiani diretti da Franco Porcelli (Politecnico di Torino) hanno finalmente ricevuto il via libera dalle autorità egiziane per l’utilizzo del georadar all’interno della KV62. Ci eravamo lasciati a maggio scorso con prospezioni effettuate dall’esterno della tomba grazie al metodo della tomografia di resistività elettrica (ERT: Electrical Resistivity Tomography) e i cui risultati erano stati anticipati per vie traverse già a luglio: due forti anomalie (vuoti?) sarebbero state individuate a nord e a ovest della camera funeraria.

I nuovi esami, che si protrarranno da oggi 31 gennaio fino al 6 febbraio, serviranno proprio a confermare al 99% (parola di Porcelli) queste anomalie e a verificare che siano effettivamente collegate alla tomba e non semplici cavità naturali. La squadra del Politecnico (dipartimenti di “Scienza Applicata e Tecnologia” e “Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture”) utilizzerà tre diversi sistemi di radar con la collaborazione di Università di Torino3DGeoimaging di Torino, Geostudi Astier di Livorno, l’azienda inglese Terravision e, per la consulenza egittologica, del Centro Archeologico Italiano al Cairo (Istituto Italiano di Cultura). Ovviamente, saranno presenti anche membri del Ministero delle Antichità, compreso l’ex ministro Mamdouh Eldamaty che aveva seguito la prima fase della ricerca.

https://poliflash.polito.it/ricerca_e_innovazione/archeo_fisica_della_tomba_di_tutankhamun_da_torino_a_luxor

Categorie: news | Tag: , , , , , | Lascia un commento

Scoperta una nuova sepoltura nella Valle dei Re? E che fine hanno fatto le camere segrete della Tomba di Tutankhamon?

tutankhamon-1030x615

Source: panorama.it

Sono stato a lungo combattuto sullo scrivere o meno questo articolo perché, come ormai sta succedendo dall’agosto del 2015, si va avanti con annunci sensazionalistici seguiti da clamorose smentite. Il tutto senza lo straccio di un dato scientifico condiviso. Sto parlando naturalmente della gestione, a dir poco confusionaria, dell’affaire “Tutfertiti”, ribattezzato così dopo che Nicholas Reeves aveva affermato che la tomba di Tutankhamon potesse nascondere quella di Nefertiti. Tuttavia, date le vostre numerose e legittime richieste d’informazioni in merito, vi riporterò le ultime news anche se non certe al 100%.

Sulle prime, la clamorosa ipotesi, o almeno quella della presenza di due camere nascoste, sembrava essere confermata da indagini al georadar; poi il repentino cambio di atteggiamento da parte delle autorità del Ministero delle Antichità, con addirittura l’estromissione di Reeves dalle ricerche, aveva fatto pensare il contrario. La fantomatica terza prospezione, quella risolutiva, è stata rimandata per mesi senza che ci fosse alcun annuncio dal MoA, se si escludono alcune indiscrezioni rilasciate da Zahi Hawass. Sappiamo benissimo come il celebre archeologo egiziano non si sia mai attenuto al protocollo ufficiale lasciandosi andare a dichiarazioni mediatiche, spesso non seguite da riscontri oggettivi. Così è successo anche quando, intervistato da una trasmissione inglese, ruppe il silenzio di mesi dicendo che la terza scansione al georadar nella KV62 sarebbe stata affidata per il novembre 2016 a una squadra russa. E invece si è arrivati al coinvolgimento di un team italiano diretto da Franco Porcelli, docente di Fisica presso il Politecnico di Torino. Infatti, i tecnici del “Progetto VdR Luxor” (Università di Torino, Geostudi Aster di Livorno e Fondazione Novara Sviluppo), utilizzando tre sistemi di radar con frequenze dai 200 Mhz ai 2 Ghz, dovrebbero aver analizzato la camera funeraria di Tutankhamon intorno alla fine di febbraio/inizi di marzo. Ma, anche in questo caso, non si è saputo più niente.

Fino al 7 luglio quando, per la presentazione del suo libro su Nefertiti scritto insieme ad Hawass, il documentarista  Brando Quilici – su La Repubblica e, con maggiori dettagli su National Geographic Italia (articolo misteriosamente sparito mentre sto pubblicando questo post) – si è forse lasciato sfuggire prima del Ministero delle Antichità quello che tutti aspettavamo da tempo. Secondo Quilici, la squadra del Prof. Porcelli (Politecnico di Torino) e dell’Ing. Gianfranco Morelli (Geostudi Astier), supervisionata dal direttore del Mallawi Museum Ahmed El-Laithy, avrebbe effettuato tra febbraio e maggio una prospezione dall’esterno della tomba con la tomografia di resistività elettrica (ERT: Electrical Resistivity Tomography), tecnica ritenuta più adatta del Ground Penetrating Radar per un terreno irregolare come quello della Valle. Nonostante l’iniziale scetticismo di Porcelli, sembra che sia stata rilevata, cito testualmente, «una forte anomalia conduttiva (zone di vuoto nella roccia) a circa quattro metri dalla parete Nord della tomba di Tut. Un “qualcosa” grande almeno sei metri». A quanto pare, quindi, riprende quota l’ipotesi di una continuazione della tomba dopo la camera sepolcrale; ma ho imparato a non pronunciarmi più su questa vicenda. Le ricerche dovrebbero riprendere a settembre con nuovi esami agli infrarossi e, finalmente, con la terza scansione al georadar.

artifacts-valley-of-kings-1

Source: livescience.com

Non è tutto. I tecnici italiani sono stati scelti anche per fare una mappatura tridimensionale dell’intera Valle dei Re e, nell’ambito di questa procedura, avrebbero effettuato una grande scoperta sempre annunciata da Quilici, ma stavolta confermata da Hawass in persona intervistato da Live Science: una nuova tomba. Nel ramo occidentale della necropoli reale, detto anche “Valle delle Scimmie”, più precisamente accanto alla tomba di Ay (KV23; 1323-1319), l’ERT avrebbe rilevato anomalie conduttive della roccia riconducibili a una nuova sepoltura. Hawass si è detto sicuro della presenza di una nuova tomba reale – per poi in parte ritrattare ammettendo che, per la certezza assoluta, ci sarà bisogno di uno scavo archeologico – perché proprio in quella zona, tra il 2007 e il 2009, aveva scoperto quattro depositi di fondazione, fosse votive di 1 m² ciascuna che contenevano oggetti ceramici e in faience, attrezzi in selce con manico di legno e un cranio di mucca (vedi foto). Questi depositi servivano a delimitare l’area di costruzione di un tempio o, per l’appunto, di scavo di un ipogeo che non era stato individuato per l’interruzione della missione allo scoppio della rivoluzione del 2011. In ogni caso, seguendo l’onda lunga dei proclami ad effetto, l’ex Segretario generale dello SCA ha presentato la possibilità che la tomba possa appartenere ad Ankhesenamon, sposa di Tutankhamon che, alla morte del ‘faraone bambino’, si sarebbe unita al successore Ay e, per questo, sarebbe stata poi inumata accanto alla KV23.

Una storia che ha sempre più condizionali. Troppi.

Categorie: news, scoperte | Tag: , , , , , , , | 13 commenti

Tomba di Nefertiti-Tutankhamon: saranno ricercatori italiani a chiudere il caso?

Tumba-de-Tutankamón.-EFE.jpg

Nell’affaire “Tutferiti”, ormai non ci si capisce più niente con comunicati e smentite che si rincorrono da oltre un anno. Così, penso sia necessario un ‘riassunto delle puntate precedenti’ (in ogni caso, potete approfondire ogni passaggio cercando l’articolo relativo sul blog):

  • luglio 2015: l’egittologo Nicholas Reeves sconvolge il mondo dell’archeologia con una pubblicazione in cui afferma che, dietro le pareti nord e ovest della camera funeraria di Tutankhamon, si nasconderebbero stanze sconosciute appartenenti alla tomba di Nefertiti;
  • agosto 2015: Reeves si reca in Egitto e convince il ministro delle Antichità, Mamdouh el-Damaty, a iniziare nuove studi nella KV62;
  • settembre 2015: una prima indagine preliminare visiva sembra confermare l’ipotesi, quindi si procede con mezzi archeometrici;
  • 4 novembre 2015: tecnici dell’Università del Cairo e dell’HIP.institute, utilizzando una termocamera, individuano anomalie nelle aree interessate;
  • 28 novembre 2015: El-Damaty annuncia che, dopo tre giorni di scansioni con georadar effettuate dal giapponese Hirokatsu Watanabe, tutto farebbe pensare alla presenza di vuoti dietro i due muri;
  • 17 marzo 2016: vengono ufficializzati i dati elaborati delle prospezioni di Watanabe che si dice sicuro al 90% dell’esistenza delle stanze e addirittura di una serie di oggetti metallici e organici; di conseguenza, il ministro del Turismo si avventura in audaci dichiarazioni parlando già di “tesori nascosti”;
  • 1 aprile 2016: dopo una seconda prospezione con georadar, questa volta ad opera di tecnici americani della National Geographic Society, il nuovo ministro delle Antichità, Khaled el-Enany, a differenza del suo predecessore, non fornisce alcuna informazione rimandando il tutto a una terza scansione prevista per maggio;
  • 8 maggio 2016: durante la Second International Tutankhamun Conference al GEM, el-Damaty, senza entrare nel merito, ammette che i risultati della seconda scansione sono stati inconcludenti e contraddittori, mentre el-Enany rinvia a data da destinarsi il terzo esame;
  • ottobre 2016: i mesi di silenzio sull’argomento vengono rotti da Zahi Hawass, da sempre scettico in merito, che prima annuncia per novembre una nuova prospezione con un georadar russo e poi, invitato alla BMTA di Paestum, sposta la data a dicembre/gennaio.

Ed eccoci finalmente all’attualità. Quando aspettavo novità da Hawass (il 17 febbraio sarà al tourismA di Firenze), esce un articolo de La Stampa con l’intervista a Franco Porcelli, docente di Fisica presso il Politecnico di Torino e già protagonista della ricerca che ha confermato l’origine meteoritica del ferro di uno dei pugnali di Tutankhamon. A quanto pare, a dicembre, il Ministero delle Antichità avrebbe affidato a un team italiano la terza serie di scansioni con georadar che dovrebbe dare il verdetto definitivo. Il “Progetto VdR Luxor”, così, vede il coinvolgimento dell’Università di Torino, di alcune aziende private, come la Geostudi Astier di Livorno, e dalla Fondazione Novara Sviluppo. Oltre alle analisi della KV62, l’obiettivo della missione comprenderebbe anche la nuova mappatura geofisica dell’intera Valle dei Re con strumenti che possono sondare il terreno fino a 10 metri di profondità e, probabilmente, con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana per le immagini da satellite. In attesa di partire per l’Egitto, Porcelli ha affermato che ci vorrà una settimana per acquisire i dati e due per interpretarli al meglio e non fantasiosamente – sospetto della squadra – come nei casi precedenti.

A questo punto, sono ancora più curioso di sentire cosa dirà Hawass a Firenze…

Categorie: news | Tag: , , , , , | 5 commenti

Blog su WordPress.com.