Articoli con tag: Snefru

Dahshur, aperta al pubblico la Piramide romboidale e annunciata la scoperta di mummie tarde

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Source: wikipedia.org

Alla ormai consueta presenza di decine di ambasciatori stranieri e giornalisti, ieri il ministro delle Antichità Khaled el-Enany ha tenuto una cerimonia ufficiale a Dahshur, necropoli reale a sud del Cairo, durante la quale ha inaugurato l’apertura al pubblico della cosiddetta Piramide romboidale e della sua piramide satellite.

La piramide, alta circa 105 metri, deve il suo nome alla particolare forma a doppia pendenza che dai 55° iniziali passa a un’inclinazione di 44°. Questo cambiamento probabilmente è stato causato da una riprogettazione in corso d’opera degli architetti incaricati dal faraone Snefru (2630-2609 a.C.) che si accorsero di un possibile collasso della struttura con il disegno originario. In ogni caso, la struttura ha una grande importanza nella storia dell’architettura funeraria religiosa egizia perché coincide con una fase di transizione tra le piramidi a gradoni e quelle classiche; inoltre, è la prima a presentare tutte le caratteristiche del tradizionale schema di sepoltura piramidale: tempio a valle, rampa processionale, tempio funerario e piramide satellite, anche quest’ultima aperta per la prima volta al pubblico.

I due monumenti sono stati restaurati per accogliere i turisti grazie al consolidamento della struttura interna, l’istallazione di sistemi d’illuminazione e di passerelle di legno.

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Source: MoA

Durante la conferenza stampa, il ministro e Mostafa Waziry, segretario generale del Supreme Council of Antiquities, hanno annunciato anche la scoperta di un muro di Medio Regno che si estende per 60 m a sud della piramide di Amenemhat II e di una serie di sarcofagi di Periodo Tardo in calcare, terracotta e legno ancora contenenti mummie in buono stato di conservazione. Alcuni dei corpi presentano variopinte coperture in cartonnage e perfino vere ghirlande di fiori, proprio come quelli molto simili scoperti nella stessa area lo scorso novembre.

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Meidum, scoperta tomba di tredicenne di oltre 4500 anni fa

Source: MoA

Si è appena tornati a scavare all’ombra della Piramide di Meidum, quasi 100 km a sud del Cairo, e subito è venuta fuori una tomba di oltre 4500 anni e depositi rituali.

La missione egiziana diretta da Omar Zahi, capo delle Antichità del governatorato di Beni Suef, ha infatti da poco ripreso l’indagine archeologica nella necropoli principale che si sviluppa a nord-est del complesso piramidale probabilmente iniziato da Huni (ultimo faraone della III dinastia, 2599-2575 a.C.) e completato dal successore Snefru (IV din., 2575-2551). In particolare, a est dell’anonima Mastaba 17 , è emerso un gruppo di deposizioni rituali che comprende due crani di buoi (foto a sinistra) e tre vasetti ancora sigillati il cui contenuto sarà presto studiato (foto in basso).

Non è chiaro se tali offerte siano in relazione con la tomba di una ragazza di 13 anni, sepolta in posizione fetale, che risalirebbe alla fine della III dinastia (foto in basso a destra). Inoltre, sono stati individuati resti del muro in mattoni crudi che fungeva da recinto alla Mastaba 17, scavata oltre un secolo fa da Flinders Petrie e forse da attribuire a uno dei figli di Snefru.

Il sito di Meidum è celebre per quella che sarebbe la più antica piramide “canonica” – anche se, a causa del collasso della copertura, ora è visibile solo la struttura originaria a gradoni – e per le famosissime Oche, pittura parietale scoperta da Mariette 1871 nella mastaba di Nefermaat e oggi conservata presso il Museo Egizio del Cairo.

Source: MoA
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“ScanPyramids”: al via la misurazione dei muoni

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Source: MSA

“ScanPyramids” va avanti verso la scoperta di dati ancora sconosciuti sulle grandi piramidi della IV dinastia. Dopo le analisi termografiche che, un mese fa, hanno rilevato interessanti anomalie, soprattutto alla base della Piramide di Cheope (un nuovo corridoio?), si è appena passati alla fase tecnologicamente più avanzata del progetto: la radiografia muonica. Tale tecnica permette di misurare la quantità assorbita di muoni, particelle con carica negativa che si formano dallo scontro dei raggi cosmici con gli atomi dell’atmosfera, dopo il loro attraversamento di strutture solide. Il metodo è stato elaborato in Giappone per il monitoraggio dei vulcani (recentemente anche per il Vesuvio) ed è stato applicato perfino per verificare, a distanza di sicurezza, la situazione dei reattori di Fukushima dopo l’incidente nucleare del 2011. In questo modo, posizionando sensori in punti strategici nelle piramidi, è possibile studiarne il nucleo interno e individuare eventuali spazi vuoti come camere o passaggi. Il team del Prof. Kunihiro Morishima (Nagoya University), dopo aver realizzato una serie di test per tarare le strumentazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche dell’area (temperatura, umidità, materiali usati, ecc.), ha già terminato l’istallazione del sistema di rilevamento nella camera inferiore della “Piramide romboidale” di Dashur. Quaranta piastre, per una superficie totale di 3 m² (vedi foto in alto), presentano ognuna due pellicole con un’emulsione sensibile ai muoni che permetterà di quantificarne l’assorbimento e la deviazione nelle prime settimane del 2016. La stessa istallazione sta per essere completata anche nella “Camera della Regina” della Grande Piramide di Giza.

Il sito del progetto: http://www.scanpyramids.org/

Il video dei primi risultati: https://vimeo.com/148674296

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“ScanPyramids”: le tecnologie più avanzate per scoprire i segreti delle piramidi

Piramide romboidale di Dashur (Source: commons.wikimedia.org)

Piramide romboidale di Dashur (Source: commons.wikimedia.org)

Come insegna la vicenda della tomba di Tutankhamon, ci sono cose che abbiamo sotto il naso da millenni e che ancora non conosciamo a fondo. Tra queste, anche le piramidi di IV dinastia. Studi compiuti nel corso degli anni sulle strutture di questi grandiosi monumenti funerari hanno evidenziato alcune anomalie che fanno pensare a qualcosa celato sotto centinaia di migliaia di tonnellate di pietra. Per dirimere questi dubbi, stamattina, il ministro delle Antichità El-Damaty ha lanciato ufficialmente “ScanPyramids”, progetto internazionale che, con l’ausilio delle tecnologie più avanzate, avrà il compito di analizzare le piramidi di Dashur e Giza e di individuare eventuali camere o corridoi nascosti. La facoltà d’Ingegneria dell’Università del Cairo e il francese HIP.institute (Heritage, Innovation and Preservation) coordineranno una squadra di esperti che arrivano anche dal Canada, Université Laval, e dal Giappone, Nagoya University.

ImmagineDall’inizio di novembre fino alla fine del 2016, verrà attuata tutta una serie di indagini diagnostiche non distruttive che eviteranno carotaggi o aperture di qualsiasi tipo. Si partirà dalla termografia a infrarossi che garantirà una mappatura delle superfici con i vari comportamenti termici dovuti a materiali o densità diverse (es. vuoti sotto le coperture). Poi si passerà alla fase più innovativa grazie alla radiografia muonica, tecnica che misura la quantità assorbita dei muoni (particelle con carica negativa che fanno parte dei raggi cosmici; vedi immagine a sinistra) dopo aver attraversato le piramidi. Questo metodo è stato elaborato in Giappone per il monitoraggio dei vulcani (recentemente anche per il Vesuvio) ed è stato applicato per verificare, a distanza di sicurezza, la situazionedei reattori di Fukushima dopo l’incidente nucleare del 2011. In questo modo, infatti, è possibile “vedere” le strutture interne, compreso il nucleo (in roccia viva o muratura?) ed eventuali camere segrete. Infine, si ricostruiranno in 3D i siti di Dashur e Giza con una precisione al centimetro grazie alla fotogrammetria da drone e ai laser scanner.

La prima piramide a essere “visitata” sarà la “Piramide romboidale” di Snefru (2630-2609) con la sua forma a doppia pendenza (foto in alto). Trovare il motivo di questa caratteristica è proprio uno degli obiettivi della missione. Tra le varie ipotesi, si è pensato che il cambiamento d’inclinazione sia dovuto a una correzione in corso d’opera di un progetto errato, all’accelerazione dei lavori in prossimità della morte del faraone (un angolo meno acuto avrebbe portato a una diminuzione del volume da costruire) o a una precisa scelta per gravare meno su camere e corridoi. Per le ultime due teorie, il passaggio dai 54°46′ ai 43°60′ ha portato a un’altezza di 105 metri invece dei 128,5 se l’andamento fosse stato continuo. ScanPyramids prevede lo studio anche della cosiddetta “Piramide rossa”, sempre di Snefru e a Dashur, e delle piramidi di Cheope (2605-2580) e Chefren (2570-2546?) a Giza.

http://www.scanpyramids.org/

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In restauro la Sfinge di Giza e la Piramide di Meidum

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Source: elmundo.es

Nel progetto di rivalutazione turistica dei siti archeologici egiziani, anche la Grande Sfinge di Giza e la Piramide di Meidum saranno restaurate. La parte anteriore della Sfinge ,già da qualche settimana, è coperta da ponteggi metallici per permettere di lavorare sull’area più delicata, quella tra torace e collo, dove verrà aggiunta nuova malta. Fatta costruire da Chefren (2605-2580), la gigantesca statua subì interventi già in antichità a partire da quelli di Thutmosi IV (come si può leggere dalla “Stele del Sogno” tra le due zampe) e di Ramesse II. Nel 1980, lo scellerato riempimento delle fessure con il cemento provocò il crollo di una spalla e i danni furono recuperati solo nel 1998. Infine, l’ultima ristrutturazione risale al 2010, mentre, un anno dopo, tecnici locali hanno abbassato di 7 metri il livello delle acque sotterranee che minacciavano la piana.

Il restauro della Piramide di Snefru (qui un video di scavi archeologi del 1929), invece, non sarà l’unico intervento nel sito di Meidum e nell’area di Beni Suef. Infatti, sarà costruito un centro visitatori con i soliti book shop, negozi di souvenir e bar. Inoltre, saranno organizzati spettacoli di suoni e luci proiettate sulla piramide.

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Il restauro della Piramide di Djoser sarà completato nel 2015

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Source: commons.wikimedia.org

Ormai da troppi anni, la Piramide di Djoser, la più antica costruita in Egitto (XXVI sec. a.C.), è ricoperta da una foresta di pali e palanche che servono a sostenere la fragile struttura esterna. I già lenti lavori di restauro hanno subito un’ulteriore frenata a causa della rivoluzione del 2011 che ha bloccato anche l’intervento della squadra di ingegneri gallesi che stavano occupandosi delle fondamenta lesionate dal terremoto del 1992.

Questo stato di cose dovrebbe (e sottolineo mille volte il condizionale) finire il prossimo anno, almeno secondo il Ministro delle Antichità, Mamdouh El-Damaty, che, in visita a Saqqara lo scorso giovedì, ha annunciato per il 2015 il termine della ristrutturazione dei corridori sotterranei, delle decorazioni murarie, soprattutto sul versante meridionale. Saranno utilizzate le pietre originali e una malta del tutto simile a quella impiegata oltre 4500 anni fa. C’è da dire, però, che subito sono nate polemiche sulla dubbia professionalità dell’azienda che ha vinto l’appalto.

Gli interventi da completare entro il prossimo marzo comprendono anche il vicino sito di Dashur, dove è previsto un nuovo sistema d’illuminazione per la cosiddetta “piramide rossa” di Snefru.

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