Articoli con tag: Svizzera

La Svizzera restituirà all’Egitto stele rubata con Iside

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Source: tdg.ch

Ci sono voluti quasi 30 anni, ma, alla fine, Iside tornerà a casa. Un frammento di stele rubato nel 1990 dal tempio della dea a Behbeit el-Hagar (Delta centrale) sarà restituito all’Egitto dopo essere passato per la Svizzera. Nel 2014, infatti, le autorità doganali di Ginevra, durante un controllo inventariale degli oggetti di dubbia origine transitati per il locale porto franco, avevano individuato il reperto e fatto partire un’indagine. Così, grazie a Philippe Collombert, docente di egittologia presso l’Université de Genève che ha confrontato il pezzo con foto scattate negli anni ’70 dall’egittologa francese Christine Favard-Meeks, si è arrivati all’origine del rilievo in granito nero (106 x 92 cm) che rappresenta Iside, con scettro e ankh, di fronte a offerte di diverso tipo.

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Collezionista svizzero restituisce all’Egitto tavoletta per i “7 oli sacri”

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Source: 20min.ch

Jean Claude Gandur, famoso collezionista svizzero, ha consegnata alle autorità locali un reperto egiziano dopo essere venuto a conoscenza della sua importazione illegale. Si tratta di una tavoletta d’offerta in alabastro per i sette oli sacri, risalente alla VI dinastia. Scoperto nel 1996 dalla missione dell’Australian Centre for Egyptology (Macquarie University, Sidney) a nord della piramide di Teti (2350-2330) a Saqqara, il pezzo era stato poi rubato dai magazzini dell’area archeologica e sostituito con una copia dopo il 2011.

Questo tipo di oggetto era utilizzato nella preparazione del cadavere per la mummificazione o per ungere occhi e bocca del corpo o della statua del defunto durante il “Rituale dell’apertura della bocca”. Sette tipi diversi di balsamo venivano versati nelle piccole depressioni, ognuno con il proprio nome inciso nella colonna corrispondente; da destra verso sinistra:

  • “Profumo della festa” sTi-Hb;
  • “Olio della preghiera” Hknw;
  • “Olio del sacrificio” sfT;
  • “Olio nekhenemnXnm;
  • “Olio delle invocazioni” twAw;
  • “Olio di cedro” HAtt-aS;
  • “Olio della Libia” Hatt-THnw.

La tavoletta è stata restituita ufficialmente all’ambasciata egiziana a Berna mercoledì scorso e sarà rimpatriata nei prossimi giorni.

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Studiate le tracce fisiche della “Cerimonia dell’apertura della bocca”

Source: onlinelibrary.wiley.com

Source: onlinelibrary.wiley.com

La “Cerimonia dell’apertura della bocca” è uno dei più antichi rituali connessi alla mummificazione e alla ricerca della vita eterna dopo la morte. Nella prima versione di Antico Regno, a una statua veniva simbolicamente aperta la bocca per far sì che potesse fare le veci del defunto che rappresentava. Successivamente, come si legge sui testi religiosi, il procedimento fu applicato al cadavere stesso prima del bendaggio, per restituire i sensi e rendere efficace il ka grazie a strumenti specifici come l’ascia rituale, il peseshkaf, il “dito d’oro”, il coltello serpentiforme e altri amuleti. Finora, però, mancava la verifica paleopatologica degli eventuali segni fisici della cerimonia sulle mummie.

Già da tempo, erano noti casi di lesioni nell’area oro-facciale e di denti dislocati e finiti altrove nel corpo, ma nessuno se ne era interessato. A pensarci sono stati Roger SeilerFrank Rühli (Istituto di Medicina Evoluzionistica dell’Università di Zurigo) che si sono occupati delle 51 mummie analizzate nell’ambito dello Swiss Mummy Project e di oltre cento teschi sbendati e scarnificati all’inizio del ‘900 per studi craniologici dell’Anthropological Institute & Museum di Zurigo. Di tutti questi casi, sono stati presi in considerazione solo quelli che presentavano fratture o perdita completa dei denti post mortem; sono state scartate, quindi, le lesioni avvenute ancora in vita, caratterizzate da osteolisi periapicale e infiammazioni del tessuto pulpare, come anche quelle provocate dai tombaroli o da errate procedure di conservazione dopo lo scavo. TAC ed esami radiologici, hanno evidenziato molti esempi compatibili in cui si riscontrano danni ai denti frontali, soprattutto incisivi.

Sarebbe, così, attestata un’operazione di apertura fisica della bocca da parte dell’imbalsamatore che era costretto a “calcare la mano” anche con uno scalpello per riuscire a muovere i tessuti resi rigidi dalla disidratazione nel natron. Eventuali rotture erano poi camuffate con strati di resina. Questi segni, però, non sarebbero da imputare alla “Cerimonia dell’apertura della bocca” che, probabilmente, restò sempre simbolica, ma a un’ulteriore fase della mummificazione in cui si tornava a pulire e a trattare con oli ed essenze profumate tutto il corpo ormai disseccato, compresa la cavità orale.

L’articolo con i risultati dello studio è stato pubblicato sull’ultimo numero di The Anatomical Record.

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La Svizzera restituisce 32 reperti all’Egitto

Source: bak.admin.ch

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Come anticipato qualche settimana fa, la Svizzera ha ufficialmente riconsegnato all’Egitto 32 reperti archeologici che erano stati sequestrati dalle autorità di Zurigo durante una procedura penale cantonale. La restituzione è stata effettuata oggi all’ambasciatore egiziano a Berna, Saher Hamza, in occasione del decennale dell’entrata in vigore della Legge sul trasferimento internazionale dei beni culturali (1 giugno 2005). La cerimonia, dal titolo “The UNESCO Convention of 1970: 10 years of implementation in Switzerland − The preservation of cultural heritage and the duty to care for cultural goods”, si è tenuta presso il “Centro Paul Klee” della capitale svizzera. Tra le antichità in questione, spiccano una testa reale in calcare con khepresh (la “corona blu”) di Nuovo Regno, una stele frammentaria di Siptah (XIX din., 1195-1189) e due porzioni di un architrave di epoca romana con scene di culto. Il resto del materiale è composto da frammenti architettonici, contenitori litici e statuette in calcare o legno.

Per le foto degli altri reperti: http://www.bak.admin.ch/aktuelles/03123/05447/05600/index.html?lang=it

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