Articoli con tag: tombe

Tre nuove tombe e due sale del tempio di Hatshepsut visitabili a Luxor

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Lo scorso giovedì 9 febbraio, alla presenza del segretario generale dello SCA Mostafa Waziry, di Zahi Hawass, di funzionari e ambasciatori stranieri, si sono tenute a Tebe Ovest due cerimonie di apertura di siti archeologici. Saranno infatti acessibili ai turisti tre nuove tombe e due cappelle del tempio di Hatshepsut.

Si è iniziato proprio a Deir el-Bahari, dove sono state inaugurate due sale sulla terrazza più alta del tempio funerario, che fiancheggiano il Santuario di Amon-Ra, anch’esso aperto al pubblico relativamente da poco. Ora infatti sarà possibile ammirare le bellissime pitture della Sala Meridionale (foto in alto) e della Sala Settentrionale, restaurate dalla missione del Centro di Archeologia del Mediterraneo dell’Università di Varsavia, diretta da Patryk Chudzik.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Sempre sotto la concessione della stessa missione polacca è la tomba di Meru (TT 240), a el-Assasif Nord, che è diventata la più antica sepoltura visitabile nella necropoli tebana. Infatti, la tomba, che si affaccia sulla via processionale del tempio di Hatshepsut, risale all’XI dinastia e più precisamente al regno di Mentuhotep II (2055-2004 a.C.). La stuttura rupestre è composta da una facciata, un corridoio, una cappella per le offerte con la nicchia per la statua del defunto e la camera funeraria con il “sarcofago” scavato nel pavimento (foto in alto).

https://pcma.uw.edu.pl/en/2023/02/09/egypt-opening-at-the-temple-of-hatshepsut-in-deir-el-bahari-and-the-tomb-of-meru-in-north-asasif/

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Rimanendo sulla riva occidentale di Luxor e spostandosi di un solo chilometro fino alla necropoli di Dra Abu el-Naga, le altre inaugurazioni hanno riguardato il Proyecto Djehuty, diretto da José Manuel Galán (Consejo Nacional de Investigaciones Científicas, Madrid), che spesso ha fornito notizie per questo blog. La missione ispano-egiziana scava nel sito dal 2002 e, dopo un lungo lavoro di restauro, consolidamento strutturale, pulizia e istallazione di un pavimento in legno e del sistema d’illuminazione, ha permesso l’apertura al pubblico delle tombe di Djehuty (TT 11) e Hery (TT 12). Djehuty era un importantissimo funzionario del regno di Hatshepsut (1478-1458 a.C.), ricoprendo i ruoli di scriba reale, Sovrintendente al tesoro e al lavoro degli operai, responsabile della registrazione dei prodotti arrivati dalla mitica terra di Punt e della copertura in elettro della punta di due obelischi a Karnak. La sua tomba (foto in alto) spicca per l’apparato epigrafico che comprende tre iscrizioni autobiografiche del defunto, un inno ad Amon-Ra, due testi crittografici e 43 capitoli del Libro dei Morti, che corrispondono a una delle più antiche attestazioni su parete (foto in basso).

Source: elpais.com

Vissuto circa 50 anni prima, all’inizio della XVIII dinastia, Hery era invece Sovrintendente ai granai della Sposa Reale e Regina Madre Ahhotep. Le decorazioni parietali della sua tomba ritraggono scene dal corteo funebre e il defunto a caccia di gazzelle nel deserto (foto in basso a sinistra).

Percorrendo la via che conduce alle due tombe, sarà inoltre visibile anche la replica a grandezza naturale, realizzata dalla Factum Foundation, del giardino funerario scoperto nel 2017 (al centro nella foto in basso a destra)

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Damietta, scoperte 20 tombe di Epoca Tarda

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

A Tell el-Deir, sito archeologico della città costiera di Damietta, la missione del Supremo Consiglio delle Antichità egiziane ha individuato 20 tombe di Epoca Tarda, risalenti soprattutto alla XXVI dinastia (672-525 a.C.). Le sepolture consistono in deposizioni all’interno di strutture in mattoni crudi o in pozzi funerari.

Tra gli oggetti del corredo scoperti spiccano alcuni amuleti in lamina d’oro rappresentanti divinità come Horus sotto forma di falco, Iside, Nefti, Bastet come gatto e altri simboli divini come l’occhio udjat, il pilastro djed, il nodo d’Iside, l’orizzonte Akhet ecc. Sono stati ritrovati anche diversi scarabei, statuette dei quattro Figli di Horus e modelli miniaturistici di vasi canopi (immagine in basso), tutto materiale coerente con quello rinvenuto nelle missioni degli anni scorsi.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities
Source: Ministry of Tourism and Antiquities
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Philadelphia, scoperte tombe greco-romane con sarcofagi e ritratti del Fayyum

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Piano piano, a distanza di un anno, iniziano a essere annunciate ufficialmente tutte le scoperte anticipate nella terza stagione della serie di documentari National Geographic “Lost treasures of Egypt”. Questa volta è il turno di un vasto sistema funerario di epoca greco-romana individuato a Philadelphia, città fondata da Tolomeo II (286-246 a.C.) nel nord-est del Fayyum. Nell’episodio di cui avevo già parlato (vedi qui l’articolo) si indugiava in particolare su un sarcofago in legno del II sec. a.C. ancora sigillato con relativa mummia e una bellissima statuetta in terracotta dipinta di Iside-Afrodite (foto in alto).

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Tuttavia, i risultati della missione egiziana diretta da Basem Gehad non si limitano a questo. Le tombe scavate vanno dal III sec. a.C. al III sec. d.C., riflettendo l’evoluzione architettonica funeraria dal periodo tolemaico a quello romano. Le sepolture, tra cui 6 grandi catacombe in blocchi di calcare, si dispongono attorno a un edificio con pavimenti lastricati con mattonelle in malta colorata e una sala a 4 colonne (foto in basso). Diversi sono stati i sarcofagi scoperti, alcuni antropoidi altri a cassa con coperchio a doppio spiovente, ma spicca il primo ritrovamento dopo oltre un secolo dei cosiddetti “ritratti del Fayyum” (foto in alto al centro), raffigurazioni realistiche del defunto realizzate ad encausto o tempera per lo più su tavole di legno che venivano poste sul volto delle mummie in epoca romana.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities
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Un tempio, una torre d’avvistamento e 85 tombe a Sohag

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Nelle scorse settimane, il Ministero del Turismo e delle Antichità ha annunciato i risultati dell’ultima missione del Supremo Consiglio delle Antichità a Gabal al-Haridi, sito nella provincia di Sohag. Nello specifico, gli archeologi egiziani hanno completato lo scavo di un tempio di Iside già individuato nei primi anni 2000 (foto in basso). La struttura, costruita sotto Tolomeo III (246-222 a.C.), si estende per 33 metri di lunghezza e 14 di larghezza, con una corte rettangolare aperta al centro della quale c’è una fila di quattro colonne, seguita da una sala trasversale e, infine, dal sancta sanctorum. Il pavimento è lastricato con pietra calcarea locale e doveva esserci un ulteriore piano, come indica la presenza di una scala. Sul lato settentrionale del santuario, invece, sono stati individuati un bacino rituale, un’epigrafe votiva, cinque ostraca iscritti in demotico e 38 monete del periodo romano, a testimonianza dell’utilizzo del tempio anche in epoche successive. Diverse ossa di animali, invece, sarebbero gli scarti del cibo consumato dai sacerdoti. Sempre al regno di Tolomeo III risale una casa-torre in mattoni crudi (foto in alto) che, dalla cima della collina, era utilizzata come punto di avvistamento.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Le indagini hanno confermato anche una frequentazione più remota del sito. Tra le 85 tombe rupestri scoperte, infatti, alcune risalgono all’Antico Regno, seppur la maggior parte di esse sia di epoca tolemaica. Da queste ultime proviene una trentina di etichette di mummie, piccole targhette in legno iscritte in geroglifico, ieratico, demotico o greco con il nome del defunto, quello dei suoi genitori, il suo ruolo e invocazioni a divinità (immagine in basso). Del Nuovo Regno, infine, sono le tracce di cave nella zona.

Source: Ministry of Tourism and Antiquities
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Presentate le 5 tombe scoperte a Saqqara

ph. Sayed Hassan/AP

Questa mattina a Saqqara Sud si è tenuta la presentazione ufficiale delle 5 tombe risalenti alla fine dell’Antico Regno – inzio Primo Periodo Intermedio (2200-2000 a.C. circa) di cui vi avevo anticipato la scoperta due giorni fa. Se nello scorso articolo, per forza di cose, ero stato piuttosto generico, qui posso approfondire la notizia con nuovi dati.

Le prime immagini sono trapelate da un’intervista in esclusiva del giornale egiziano Youm7 al direttore della missione, Mostafa Waziry (qui il video in arabo). Waziry ha infatti mostrato quella che forse è la tomba più importante; dalle inquadrature sono stato finalmente in grado di leggere titoli e nome del defunto: Henu (Ranke I, p. 242, n. 2), “Governatore/sindaco/principe”, “Portasigilli del Re del Basso Egitto”, “Unico amico della Grande Casa (palazzo reale)”, “Sovrintendente alle tenute agricole”. La camera funeraria si trova in fondo a un pozzo di 6 metri ed è foderata da lastre di calcare dipinte con decorazioni a facciata di palazzo e offerte di cibo. Il soffitto è protetto da una volta in mattoni crudi sovrastante, caratteristica che s’incontra anche nelle altre tombe. All’interno dell’ambiente sono stati trovati alcuni reperti come contenitori in ceramica, una statuetta in legno dipinto (forse un produttore di birra; foto in alto) e vasetti miniaturistici (modellini con pura funzione rituale) in alabastro e basalto.

Source: Getty

Successivamente Waziry e alcuni suoi colleghi hanno accompagnato giornalisti e influencer a vedere anche le altre tombe di cui, però, al momento ci sono meno immagini. La sepoltura conservata peggio è quella di Iry (foto in alto), interamente occupata da un grande sarcofago in calcare, ma di cui mancano quasi completamente le lastre parietali. Al contrario, la tomba della possibile moglie Iaret (Ranke I, p. 7, n. 1) presenta pitture dai colori ancora vividi e, anche in questo caso, un grande sarcofago in pietra (foto in basso). Entrambe le sepolture erano state già individuate e documentate da Maspero nel 1889.

ph. Khaled DESOUKI / AFP

Sono riuscito finalmente a risalire al nome preciso dell’altra donna che era deposta ancora una volta in un sarcofago in pietra, all’interno di una camera che conserva le scene d’offerta più vivaci: Biti (Ranke I, p. 93, n. 22). Qui è stato ritrovato anche il poggiatesta, oltre che una statuina in legno (foto in basso).

Source: ig @sulaiman.plus

Posso invece confermare la mia prima impressione sul soprannome del sacerdote Pepi-nefer (Ranke I, p. 132, n. 6) di cui la sepoltura è mostrata qui in basso.

ph. Xinhua/Sui Xiankai
ph. REUTERS/Hanaa Habib
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Sohag, censite 250 tombe rupestri

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Nell’ambito di un progetto di censimento e documentazione delle tombe rupestri dell’area a est di Sohag, Medio Egitto, gli archeologi del Supreme Council of Antiquities hanno individuato ben 250 sepolture scavate nella montagna orientale. La necropoli di al-Hamdiya consiste infatti in una serie di aperture sulla parete della falesia che conducono a stanze interne per lo più realizzate alla fine dell’Antico Regno (2200 a.C. circa) per i membri dell’élite della 9a provincia dell’Alto Egitto. Alcune di queste presentano stele false-porte e uno o più pozzi funerari, altre sono collegate alla camera sepolcrale tramite rampe discendenti.

Le tombe sono però state riutilizzate nei secoli successivi fino all’Epoca tarda e al Periodo tolemaico. Oltre a ciò, il cimitero appare ampiamente già visitato dai tombaroli, tanto che i reperti ritrovati si limitano a qualche vaso di ceramica, vasetti miniaturistici votivi in alabastro, uno specchio in bronzo, ossa umane e animali e i frammenti dei rilievi parietali che in origine raffiguravano il defunto e scene di vita quotidiana.

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Scoperte nel Delta 110 tombe risalenti a 5500 o 3500 anni fa

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

A Kom el-Khelgan, sito archeologico della provincia di Dakahliya nel Delta nord-orientale, la missione egiziana diretta da Sayed el-Talhawy ha individuato 110 sepolture che vanno dal Neolitico al II Periodo Intermedio. Si tratta per lo più di semplici deposizioni in fosse scavate nella sabbia, con nessuno o pochi oggetti di corredo, che si vanno ad aggiungere ad altri ritrovamenti simili effettuati nell’area nel 2019.

Le 68 tombe più antiche sono attribuibili alla cultura neolitica di Buto-Maadi (3900-3500 a.C.) e sono buche ovali in cui il morto è in posizione fetale, quasi sempre sul fianco sinistro. Inoltre, in un vaso sferico di ceramica erano conservati i resti di un feto. Risalgono invece alla fine del Predinastico, in particolare alla fase Naqada III (3500-3150 a.C.), 5 sepolture, sempre in fossa ovale nella sabbia, ma in due casi con fondo e copertura di fango. Anche in questi contesti il corredo è limitato a qualche contenitore, cilindrico o a forma di pera, e a palette votive in pietra (foto in basso a destra; no, non si è addormentato con il cellulare in mano!). Infine, facendo un salto di 1500 anni, le 37 inumazioni più recenti risalgono al II Periodo Intermedio (1650-1550 circa) e consistono in buche rettangolari dagli angoli arrotondati, con una profondità di 20-85 cm. In questo caso, i corpi sono supini con la testa orientata ad Ovest. A confermare la datazione, ci sono i simboli sulla base degli scarabei e la tipica “ceramica Tell el-Yahudiya” (foto in basso, al centro), riconoscibile non solo per la forma ma anche per le decorazioni geometriche puntinate. Particolari però sono le sepolture di alcuni bambini, tra cui uno posto in un sarcofago di ceramica, due in tombe rettangolari costruite con mattoni di fango e accompagnati da oggetti più ricchi, come orecchini d’argento e scarabei in pietre semipreziose, e un altro feto che, insieme a un piccolo vaso di ceramica nera, era posto in un contenitore più grande.

Inoltre, come si vede nella foto in alto, tra le tombe gli archeologi hanno trovato anche forni e strutture in mattoni crudi.

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Nuove mummie di epoca greco-romana a Taposiris Magna (e no, niente Cleopatra)

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Non saranno paragonabili alla tomba di Cleopatra, ma le ultime scoperte a Taposiris Magna sono comunque interessanti.

Il team dominicano-egiziano diretto da Kathleen Martínez ha individuato nuove sepolture di epoca greco-romana a poche centinaia di metri dal  tempio dedicato a Iside da Tolomeo IV (222-204 a.C.), nel sito a 50 km a ovest da Alessandria tirato in ballo ogni anno, in primis dalla direttrice della missione e poi dai giornali di tutto il mondo, come luogo di sepoltura della celebre regina e di Marco Antonio.

In 16 pozzi funerari scavati nella roccia sono state trovate mummie in cattivo stato di conservazione che però mantengono resti di cartonnage dorato e lingue in lamina d’oro posizionate nella bocca così da permettere ai defunti di parlare nell’aldilà (in basso a destra).

Inoltre, le persone qui sepolte sono ritratte idealmente in diversi busti in calcare (foto in alto).

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Ossirinco, scoperte tombe di XXVI dinastia ed epoca romana

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Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Vi avevo segnalato questa notizia più di un mese fa sulla mia pagina Facebook, ma oggi, con l’annuncio ufficiale del Ministero del Turismo e delle Antichità, è possibile approfondire la scoperta con ulteriori dati e foto. La missione ispano-egiziana diretta da Josep Padró i Parcerisa (Universidad Autónoma de Barcelona) ha individuato 8 tombe a Ossirinco, nei pressi della moderna città di el-Behnasa (160 km a sud-ovest dal Cairo). Le prime 6 risalgono alla XXVI dinastia (664-525 a.C.) e sono composte da blocchi di calcare con una copertura, per la prima volta nel sito, piatta e non a volta. All’interno non è stato trovato niente. Le altre due sepolture sono di epoca romana, ma gli oggetti di corredo scoperti nell’area della Necropoli Alta sono tutti inerenti a un periodo più tardo, quello bizantino, come è evidente dalle croci e dalle monete in bronzo.

Il lavoro del team, interrotto precocemente a marzo a causa dell’emergenza coronavirus, si è concentrato anche nel restauro dell’edificio religioso copto, attorno al quale sono stati individuati diversi elementi architettonici, come frammenti di lesene, cornici e archi decorati con elementi zoomorfi e geometrici.

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Source: MoTA

https://www.oxirrinc.com/

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Scoperte 83 tombe nel Delta orientale

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Source: Ministry of Tourism and Antiquities

A Kom el-Khilgan, sito predinastico della provincia di Daqahlliya nel Delta orientale, gli archeologi egiziani hanno scoperto 83 tombe, per lo più antiche di oltre 5000 anni. La necropoli era stata individuata e scavata già nei primi anni 2000 dall’IFAO, mettendo in luce un’importante fase di transizione verso l’unificazione, almeno culturale, dell’Egitto grazie alla presenza di ceramica della cultura Buto-Maadi, tipica del Nord, e quella meridionale di Naqada III.

84660238_2848669718511993_7513813609521086464_n79 delle nuove tombe scoperte dal team di Sayed Fathi el-Talhawi, direttore generale delle Antichità di Daqahlliya, risalgono proprio al IV millennio e sono composte da fosse ovali scavate nella sabbia con il defunto deposto in posizione fetale, spesso all’interno di casse funerarie in terracotta. Questa particolarità è un unicum per il periodo e l’area ed è solo il secondo caso noto dopo quello individuato a Tell el-Farkha dagli egittologi polacchi. Ad accompagnare i morti c’erano in genere vasi di diverse forme, ma sono stati trovati anche piccoli modellini d’imbarcazione in ceramica, due conchiglie di ostrica e due palette in pietra – una rettangolare e una tonda – con un ciottolo per macinare i minerali da trucco (foto a sinistra, angolo in basso a destra).

Molto più recenti sono invece i resti di forni ed edifici in mattoni crudi risalenti al II Periodo Intermedio (1650-1550 a.C.). Le fondazioni di una di queste strutture si istallano su quattro sepolture, tre di adulti e una di un bambino (foto in basso a sinistra), come da tradizione asiatica che comincia a vedersi in Egitto con gli Hyksos. Tra gli oggetti di corredo spiccano amuleti in oro e pietre semi-preziose come l’ametista (foto in basso a destra).

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