6 vasi canopi per una defunta: nuove scoperte nel laboratorio di mummificazione di Saqqara

95857795_3031706130208350_1886846667198562304_n

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

csm_18-07-14sakkara_dsc_4594_19b2bf7192Forse ricorderete la scoperta effettuata a Saqqara nel 2018 dalla missione egiziano-tedesca dello SCA e dell’Università di Tübingen: un laboratorio di mummificazione della XXVI dinastia (664-525 a.C) con deposito per i relativi strumenti e un pozzo profondo 30 metri con 5 camere funerarie e 54 inumati. Corpi e sarcofagi non erano ben conservati, ma venne fuori una rarissima maschera in argento dorato, la prima ad essere ritrovata dal 1939.

Nel frattempo, gli scavi sono proseguiti nell’area che si trova a sud della piramide di Unas ed è stata individuata una sesta camera in fondo al pozzo. Al suo interno ancora grandi bare scavate nel calcare con quattro sarcofagi in legno. Come si vede dalle foto in basso, anche questa volta i corpi e i sarcofagi erano in cattivo stato di conservazione, ma è stato possibile leggere nomi e titoli dei defunti che si confermano sacerdoti della dea serpente Niut-sh-es (WB II, 213, 6). La sepoltura, quindi, era una tomba comune dedicata a officianti al culto di questa divinità venerata soprattutto a Menfi all’inizio del Periodo Tardo. Due di loro, Ayput e Tjanimit, hanno nomi libici. La cosa non deve stupire perché quella egiziana era una società cosmopolita; inoltre, durante il III Periodo Intermedio, si formò una dinastia, la XXII (945-720 a.C.), composta da faraoni proprio di origine libica.

95664486_3031703686875261_8028649994967842816_n

Source: Ministry of Tourism and Antiquities

Una terza defunta, Didibastet, era accompagnata da 6 (!) canopi. Nessun errore: gli stessi nome e titoli sono incisi su ognuno dei vasi in alabastro che contengono fegato, polmoni, intestini, stomaco e, stanamente, altri due organi in più. La TAC ha infatti rilevato la presenza di tessuti umani la cui identificazione è ancora in fase di studio. Che si tratti di una speciale forma di mummificazione?

Oltre alla ricerca sul campo, sono andate avanti anche le analisi scientifiche sui materiali ritrovati nelle precedenti campagne di scavo. Grazie alla tecnica della spettrofotometria XRF, l’argento della maschera è risultato puro al 99,07% (l’argento sterling è al 92,5%); inoltre, nei contenitori che erano nel laboratorio, sono state identificate diverse sostanze utilizzate durante la mummificazione, come bitume, olio di cedro, resina di cedro, resina di pistacchio, cera d’api, grasso animale e forse anche olio di oliva e di ginepro.

95722001_3031705103541786_2184762224667525120_n

Categorie: scoperte | Tag: , , , , , , | 2 commenti

Navigazione articolo

2 pensieri su “6 vasi canopi per una defunta: nuove scoperte nel laboratorio di mummificazione di Saqqara

  1. Pingback: Grandi scoperte a Saqqara: la sepoltura di Didibastet e quella dei sacerdoti di Niut-shaes - Classicult

  2. Pingback: Un anno (il 7°) di Djed Medu: le scoperte archeologiche più importanti in Egitto del 2020 | DJED MEDU

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.